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#CritiCOMICS - Profili inquieti: la Virginia di Lucrèce

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Virginia
illustrazioni di Lucrèce
testi di Lorenza Tonani

Hop!, 2017
€ 18.00



Confesso che, prima di sfogliare il nuovo volume dedicato da Hop! Edizioni alla figura di Virginia Woolf, l'immagine più forte e suggestiva della scrittrice che portavo con me non mi derivava tanto dalla lettura delle sue opere, quanto dalla meravigliosa versione cinematografica che ne aveva proposto Stephen Daldry, adattando nel 2012 il romanzo di Michael Cunningham, The Hours (trovate la recensione qui). Il film riusciva a rendere con straordinaria intensità la forza con cui la letteratura può irrompere nella vita di un individuo e segnarla indelebilmente. Riusciva, soprattutto, a ritrarre con precisione il carattere complesso e l'intelligenza tormentata della Woolf, interpretata da una superlativa Nicole Kidman, che in quell'occasione aveva rinunciato ai propri lineamenti per vestire completamente i panni del suo personaggio. Io avevo sedici anni e ho pianto tutte le mie lacrime nel buio dell'aula scolastica, dove l'insegnante di inglese ci mostrava il film in lingua originale. Ancora oggi, parlandone, non riesco a sopprimere la tendenza a un'aggettivazione entusiastica ed incontrollata. Pensavo dunque che il mio immaginario fosse indelebilmente condizionato. Poi mi è capitato tra le mani Virginia.

Avevo già avuto modo di apprezzare i primi volumi della collana "Per aspera ad astra", i frutti del lavoro di una squadra declinata prevalentemente al femminile che desidera raccontare a un pubblico giovane le storie di donne forti, che hanno lottato contro situazioni sfavorevoli e non hanno sempre vinto, ma che in un modo o nell'altro sono riuscite a passare alla storia. C'era già stata occasione di valorizzare (qui e qui) un'idea editoriale che punta sulla qualità estetica associata a quella dei contenuti, che mette al lavoro illustratrici talentuose dagli stili inconfondibili, che seleziona le protagoniste secondo una logica chiara e perfettamente coerente. Con Virginia, la collana raggiunge un esito altissimo, riuscendo nel non scontato intento di imprigionare lo spirito di un soggetto in pochi tratti d'inchiostro.

Esile e nervosa, fragile e combattiva, questa è la Virginia Woolf che scaturisce dalla penna sensibile di Lucrèce. Con una tavolozza affollata di colori tenui, in cui prevalgono le varianti di poche tonalità (il rosso mattone, il verde, il beige, il grigio), si riesce a rendere il passaggio di un secolo. È l'universo fin de siècle, con il suo gusto liberty, l'eleganza e la passione decorativa, l'attenzione al dettaglio e all'armonia cromatica, che viene trasposto su carta, prima ancora della biografia del soggetto. Ma c'è anche molto di più: si avverte, nel tratto inquieto dei profili, nelle volute di fumo che si perdono ad avvolgere i fondali, nelle pareti e nei volti che si disgregano in crepe o rughe, un perfetto rispecchiamento di ambienti e personaggi. Ci si trova immersi in un momento di grande fragilità, storica e sociale, a cui si accorda la fragilità psicologica di Virginia, sempre in lotta con le aspettative esterne, con i lutti familiari, o con i propri demoni. L'illustratrice riesce, accompagnata con discrezione dalla parola scritta (caratterizzata dalla consueta, implacabile, essenzialità), a trasmettere il coraggio e il dolore di una generazione: non solo quindi di Virginia, ma di molte donne e amiche che la affiancano e come lei cercano un nuovo spazio all'interno della società, di intellettuali anticonformisti che non accettano di sottomettersi alle regole, di uno stile esistenziale e letterario che si fa strada, a partire dal circolo di Bloomsbury. È un disegno che non lascia tregua, che ferisce, bellissimo, quello che affianca e completa la narrazione (ma forse è piuttosto quest'ultima a completare il tanto già detto dall'immagine). Un disegno che innamora al personaggio, che fa venire voglia di leggere tutto quello che non si è ancora letto, di scoprire tutto quello che ancora non si sa al riguardo. Che porta, immediatamente, alla ricerca della lettera d'addio in lingua originale, che commuove ad ogni goccia d'inchiostro versato. 
La collana "Per aspera ad astra" si conferma quindi per quel che già si sapeva essere: molto più che una semplice raccolta di albi illustrati per ragazzi. Ogni volume è una chicca per intenditori, una trappola per appassionati, che fa sentire più vicine le grandi protagoniste, ma permette al contempo di apprezzare la bellezza di un'opera d'arte. 

Carolina Pernigo