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Eversori in corsia, a guardare oltre il cielo di carta della tradizione

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Medici eretici
di Massimo Fioranelli e Maria Grazia Roccia
Laterza, 2016

con una presentazione di Giorgio Cosmacini

€18 (cartaceo)
pp. 136



Religione, pregiudizi e invidia: questi, i più grandi nemici della medicina nella storia. La paura del nuovo e il timore reverenziale nei confronti di Ippocrate, padre della medicina, si prolungano per secoli, e così i divieti papali rendono peregrina l'indagine anatomica sul corpo umano, legittimata solo alla fine del Quattrocento. Nel frattempo? Il medico vive in dissidio tra la fame di sapere e la paura delle ripercussioni. Ma niente ha vietato a Paracelso, ad esempio, di scoprire il laudano e di meritarsi almeno indirettamente il titolo di padre della farmacologia. E così anche Andrea Vesalio, come un "secondo Copernico", ha osato mettere in dubbio gli insegnamenti di Ippocrate, in tavole anatomiche di estrema bellezza, che osservano il corpo per quel che è, non per quel che si diceva. 
O ancora, Wells e Morton sostengono che l'uomo non debba necessariamente soffrire, perché le grida di dolore durante le operazioni non sono davvero funzionali a individuare dove operare; e così partono le sperimentazioni per individuare anestetici efficaci. Quando il gas esilarante sembra avere effetto, Wells decide di portare la sua scoperta al vaglio della comunità scientifica. Purtroppo l'esperimento fallisce: l'uomo che si è offerto come cavia è troppo corpulento per la quantità di gas somministrata, ed ecco che quando Wells gli cava un dente, la sala si riempie di grida di dolore del malcapitato e di sdegno da parte dei medici. Poco importa, la via era ormai stata aperta; e tuttavia si badi all'atteggiamento di chiusura e di rifiuto da parte dei colleghi, pronti a puntare il dito contro una possibile scoperta epocale. 
Tali resistenze non sono epocali: anzi, gli scopritori sono visti quasi sempre come coloro che osano sfidare la tradizione e il buon nome di qualche luminare. È forse il caso più straziante quello di Semmelweis, alle prese con casi di setticemia gravissimi: nonostante avesse dimostrato con i fatti che è fondamentale lavarsi le mani accuratamente prima di qualsiasi operazione e i fatti gli dessero totalmente ragione, la sua teoria è stata osteggiata lungamente e l'ostinazione dei suoi detrattori ha spinto Semmelweis in un baratro di disperazione per il resto della vita.
Ma non ci sono solo vittorie a posteriori: ad esempio, si assite alla nascita dell'omeopatia con Hahnemann e del reparto di Geriatria con Aslan, creatrice di un famoso farmaco che rallenta l'invecchiamento. E poi il saggio si chiude su uno dei più grandi scontri (e ingiustizie?) della storia della medicina: tutti ricordano Barnard per aver portato a termine il primo trapianto di cuore; quasi nessuno, se non gli addetti ai lavori, conoscono il nome di Favaloro, anche se è stato tra i primi a tentare il bypass aorto-coronarico. E dire che entrambi, quasi coetanei, hanno agito nel 1967, a distanza di pochi mesi. 

In questo agile e piacevolissimo saggio di storia della medicina, la costante è la seguente: guardare chi si nasconde sotto il camice, incontrare anche l'uomo, con la sua personalità. Anche grazie alle forze individuali, all'ostinazione e ai contatti, nonché alla costanza, molti sono riusciti a trasformare l'iniziale "eresia" in scoperte epocali, fondamentali per l'evoluzione della medicina. 

GMGhioni