in

"Contati le dita" di Alessio Pracanica. Una fiaba elettorale tra ironia e amara verità.

- -
Contati le dita. Una fiaba elettorale
di Alessio Pracanica
Barion, 2015



pp. 218
€ 15,00

Siamo a Cariddi, immaginario e desolato paesino del messinese da cui i giovani emigrano e non c'è campo per il cellulare, nel pieno della campagna elettorale per la carica del nuovo sindaco. Si sfidano Giuseppe Saglimbeni, conosciuto come Contati-le-dita (perché dopo avergli stretto la mano è meglio verificare che non vi abbia rubato un dito), e Italo Bosco, integerrimo professore in pensione, che durante la sua lunga carriera scolastica ha bocciato almeno la metà dei suoi concittadini.
La sfida tra i due si fa sempre più infuocata e si inasprisce quando la fazione di Contati-le-dita gioca la carta di una nuova fabbrica che dovrebbe risollevare le sorti del paesello. Arriva un ingegnere da Milano per iniziare ad organizzare i lavori, ma Italo Bosco nutre molti sospetti sulla salubrità dell'operazione. Ma pare che tutti gli altri abitanti siano più sensibili ai vantaggi economici che alle implicazioni ecologiche, e uno alla volta anche i sostenitori di Italo lo abbandonano. Anche la bella Svetlana, la badante della di lui vecchissima madre, se ne va, sedotta da Contati-le-dita.

Restano accanto a Italo la stordita cugina albergatrice (mossa più dall'eredità che dall'affetto e dall'adesione agli ideali di Italo), una tenace corteggiatrice e qualche sparuto simpatizzante, ma il professore non cede di un millimetro.
Chi vincerà le elezioni? Svetlana sposerà Contati-le-dita?
Un romanzo godibilissimo da leggere tutto d'un fiato, e poi da riprendere in mano con calma una seconda volta per apprezzare le profonde caratterizzazioni dei personaggi, le descrizioni precise di luoghi e situazioni rese efficaci da una prosa di ottimo livello che fa di "Contati le dita", a mio avviso, il migliore dei libri dello scrittore siciliano pubblicati fino ad ora.
Alessio Pracanica con la sua scrittura ironica e accurata traccia un ritratto molto realistico - anche se stemperato dai toni della commedia - della sua Sicilia e dell'Italia tutta, lanciando un sottotesto provocatorio e amaro.
"Questa è al Sicilia, Svetlana mia. Con le sue spiagge piene di sole e il mare limpido. Così limpido che si vede benissimo il fondo, ma finché le cose non salgono a galla, si può fare finta che non esistano."
Carla Casazza