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"Certi uomini usano come armi i pugni, ma altri l'amore": l'ultimo romanzo di Catherine Dunne

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Un terribile amore
di Catherine Dunne
Guanda, 2015

Traduzione di Ada Arduini

pp. 400
€ 18 (cartaceo)

Certi uomini usano come armi i pugni, diceva sempre Mamá, ma altri l'amore. (p. 159)
Non si sa mai cosa accade dietro le porte delle case, pensa. Tutte quelle superfici lustre nascondono qualcosa. (p. 342)

Questa citazione, che si legge sul finire del romanzo, potrebbe riassumere il fulcro della vicenda: due porte, due donne, due vite, due segreti difficilmente raccontabili. Forse, due forme di violenza diversissime, ma entrambe ugualmente intense e strazianti: innanzitutto Calista, bellissima ragazza irlandese, che a soli diciassette anni si trova sposata al trentenne Alexandros, che la porta nella sua Cipro e nella sua famiglia. Sempre senza chiedere. L'arroganza e la prevaricazione di Alexandros non tardano a trasformarsi in schiaffi e pugni, mentre Calista prova ad assecondare il marito sempre più imprevedibile ed irritabile, anche per il bene dei due figli nati a poca distanza. 
A chilometri di distanza, in Spagna, Pilar lascia il paese d'origine e prova a rialzarsi dalla sua situazione socialmente complessa: l'aiuto arriva da un vecchio amico di famiglia, innamorato della madre, e presto Pilar si trova a fare la portinaia in un palazzo... di sua proprietà! Tutto bene? No, perché Pilar ha sperimentato una complessa forma d'amore: un sentimento pulito per un uomo sposato, un sessantenne cipriota, che di cognome fa Dimitriades, proprio come l'Alexandros di Calista. E la violenza più difficile da accettare è quella di Pilar, che deve accettare non solo il ruolo subordinato di amante, ma rinunciare anche alla possibilità di essere madre.
A questo punto, il lettore ipotizza che le vite delle due donne arriveranno a incrociarsi, come è spesso accaduto nei romanzi con doppia focalizzazione. In realtà, non è così scontata la narrazione di Catherine Dunne che, per quanto tradizionale composizione di flashback in parallelo tra le due storie, sa come tenere il lettore avvinto alla pagina.

Coppia e famiglia, intrecciati al desiderio di auto-affermazione femminile, sono i temi inscindibili e continuamente messi in discussione nel romanzo. Cosa può sopportare una donna per amore? Quando etica e sentimento collidono, a chi dare ascolto? Sì, perché proprio nelle prime pagine del romanzo, Pilar trova morti due inquilini del suo palazzo, e non è difficile capire che le tristi circostanze non sono affatto casuali...

Dunque, come sempre nei romanzi di Catherine Dunne, la realtà fattuale è occasione per riflettere più a fondo su altri interrogativi generali. Il titolo originale (molto bello, peccato non sia stato mantenuto) è All That I've Loved: non a caso, l'idea di durata e di un 'io' protagonista tradisce ambiguità temporale e non solo. Mentre si viaggia attraverso il tempo e i ricordi, si aspetta un epilogo che renda giustizia ai sacrifici di una, anzi due vite. E proprio poiché niente è come sembra, il lettore si lascerà stupire ancora una volta dall'eleganza di una narrazione senza sbavature.

GMGhioni