in

#SpecialeScuola - Scrivere nella scuola secondaria. Una guida per gli insegnanti

- -
Scrivere nella scuola secondaria. Una guida per gli insegnanti.
di Valerio Camarotto e Tommaso Testaverde
Le Monnier - Mondadori Education
2014


pp. 121
€ 9,90



All'interno del progetto sulle scritture contemporanee diretto da Paola Italia ed edito da Le Monnier in collaborazione con Mondadori Education, Scrivere nella scuola secondaria. Una guida per gli insegnanti di Valerio Camarotto e Tommaso Testaverde si presenta come un utile, chiaro e agile vademecum per tutti quei docenti che proprio in questo periodo dell'anno si trovano alle prese con la stesura di testi e documenti 'tecnici' inerenti la loro attività didattica.

Soprattutto va riconosciuto a questa guida di Camarotto e Testaverde il merito di fare ordine e chiarezza sul panorama legislativo italiano dell'ultimo decennio, frastagliato e in evidente difficoltà a tenere il passo con il quadro generale della normativa europea. Si è assistito, in questi ultimi anni, a una vera e propria rivoluzione copernicana del sistema di insegnamento nazionale e transnazionale che può ben essere sintetizzata nel lemma-chiave di competenza, ovvero quella "capacità di rispondere a esigenze individuali e sociali [...] avvalendosi di abilità non solo cognitive, di attitudini, motivazioni, valori, ecc." (p. 2). In linea con questo nuovo assetto normativo, le teorie pedagogiche più recenti in Europa hanno spostato il focus delle loro riflessioni dal processo di insegnamento a quello di apprendimento. Al centro di questa dialettica spicca la figura dell'alunno o discente che ha un ruolo attivo nella costruzione del sapere e verso cui vanno rivolte le attenzioni dell'insegnante. In questa prospettiva, dunque, la singola nozione non va più considerata come un'acquisizione statica da parte del soggetto apprendente bensì, all'apposto, deve inserirsi in un contesto di apprendimento dinamico capace di fare leva sulle esperienze e sulle acquisizioni pregresse del discente. L'inseganante diventa allora "un organizzatore di situazioni di apprendimento" (p. 11) a cui si richiede una grande capacità di progettazione del sapere in relazione al contesto personale, sociale, motivazionale del singolo.

Tale capacità va dimostrata, nel concreto, nella stesura della programmazione annuale che è "uno dei compiti strategicamente e professionalmente più rilevanti del docente" (p. 25). Trattandosi di una "piattaforma di riferimento pubblicamente accessibile" agli alunni e alle famiglie sarebbe preferibile utilizzare un linguaggio diretto e comprensibile senza tuttavia rinunciare al lessico di base della prassi didattica. Precisando che non esiste di fatto un modello standard a cui attenersi, una programmazione efficace, suggeriscono gli autori, è bene che muova dall'osservazione empirica del contesto-classe; inoltre essa deve essere flessibile, interdisciplinare, intimamente connessa alla realtà del territorio circostante, articolata in una struttura schematica visibile graficamente (uso di tabelle, esposizione per punti, font diversi, ecc.). Una programmazione che si rispetti deve altresì indicare: obiettivi (di apprendimento e trasversali), contenuti, tempi, metodologia didattica, modalità e criteri di valutazione, strumenti didattici.

Un altro aspetto dell'attività di docenza, "solitamente marginalizzato e bistrattato, eppure utile" (p. 51), consiste nella redazione di una serie di documenti "finalizzati a certificare ufficialmente le intenzioni dell'istituto o le decisioni prese in merito ad una determinata circostanza" (Ib.). Si tratta di scritture tecnico-burocratiche che se concepite in maniera versatile, ovvero in un'ottica lontana da un eccesso di burocratizzazione linguistica, possono aiutare il docente in uno svolgimento più corretto delle proprie mansioni. Tra questi testi rientrano il PDP (Piano Didattico Personalizzato) che si rivolge principalmente agli alunni che presentano disturbi specifici dell'apprendimento (riconosciuti dalla legge 170/2010: dislessia, discalculia, disgrafia, disortografia) o agli alunni BES (Bisogni Educativi Speciali), il PEI (Piano Educativo Individualizzato), predisposto per i soggetti diversamente abili, oltre alla più comune relazione finale.

Il POF (Piano dell'Offerta Formativa) è un'altra tipologia testuale che Camarotto e Testaverde non mancano di prendere in esame in virtù dell'importanza di tale documento in relazione al concetto legislativo di "autonomia scolastica". Esso si presenta infatti come il 'biglietto da visita', se così si può dire, di ogni istituto scolastico:
Il piano è il documento fondamentale costitutivo dell'identità culturale e progettuale delle istituzioni scolastiche ed esplicita la progettazione curricolare, extracurricolare, educativa ed organizzativa che le singole scuole adottano nell'ambito della loro autonomia (DPR 275, 8 marzo 1999, art. 3).
Alcuni esempi concreti di POF riportati dagli autori insistono sul contesto territoriale dell'istituto, sulle risorse umane e professionali, sull'organizzazione dell'orario scolastico, sul curricolo, nonché sui criteri di valutazione e autovalutazione. Infine, un rapido accenno è riservato al sito internet, struttura ipertestuale per eccellenza, che consente un' "interazione con gli utenti" più rapida e immediata.

A conclusione di questo piccolo manuale, una sezione in cui si riportano alcuni modelli di Programmazione, PDP e PEI utili al lettore per "tradurre visivamente" e nel concreto le nozioni delle pagine precedenti.

L'agilità e la chiarezza del volume, come detto, arricchito da schede di approfondimento, tabelle, schemi, esempi concreti, fa di questa guida di Camarotto e Testaverde uno strumento prezioso per l'addetto ai lavori come per il semplice utente che vuole cercare di addentrarsi nel ginepraio burocratico, legislativo e teorico che troppo spesso contrassegna il mondo della scuola.

 
Pietro Russo