Scrivere per i social network
di Alessandro Lovari e Yahis Martari
Le Monnier - Mondadori Educational, 2013
pp. VIII - 152
€ 9,90 cartaceo
€ 7,97 ebook (epub)
Sui social network, quante volte ci siamo chiesti
come scriviamo e
come dovremmo scrivere? Non stiamo parlando di addetti ai lavori, ma degli utenti che si avvicinano ai social per ragioni varie, a cominciare dalla doppia spinta di "narcisismo" e "spettacolarizzazione" (per dirla con Boccia Artieri). Poi certo, ci sono gli account delle aziende e delle pubbliche amministrazioni, sempre più "social" (almeno formalmente) e sorvegliati nelle loro strategie di proposte sul web. Ma quale ventaglio di varietà linguistiche è adottato? Quando e come?
Lo studio di Alessandro Lovari e Yahis Martari toglie almeno in parte la nebbia sulla lingua adottata sui social, e d'altra parte gli autori riconoscono da subito la provvisorietà delle loro analisi, che subiscono il rapido invecchiamento per la rapidità dei cambiamenti sui SNS (Social Network Sites). Eppure, questo non può essere un alibi per disinteressarsi all'italiano della rete, e anzi stanno fiorendo numerosi studi merito, e ricordiamo che anche Bauman di recente si è soffermato sulle novità portate dall'online.
La premessa da cui muove lo studio è quella della profonda
interdipendenza tra le diverse logiche che influenzano i SNS: la
logica della conversazione, legata alla profonda dialogicità, mimetica dell'oralità; quindi una
logica della tribù, ovvero la "ritualizzazione della comunicazione" tra gruppi più o meno strutturati; di qui, la
logica del commento, che segna la "pervasività della tipologia commentativa". Da ricordare quindi la
logica della quantità (ovvero la dilatazione degli spazi di scrittura), la
logica del riuso (tendenza al riciclo e rimescolamento, che vediamo ogni giorno con retweet e condivisioni) e la quasi opposta
logica della dispersione, che minaccia la "memoria" dei SNS.