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Più libri più liberi 2013. L’Italia che ha voglia di ripartire

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Più libri più liberi. Domenica 08 dicembre.  L’ultima giornata della dodicesima edizione  della Fiera nazionale della piccola e media editoria, è ricca di eventi; il Palazzo dei Congressi continua ad essere luogo di discussione, spazio-incontro di presentazione di libri e laboratori per ragazzi . Più libri più liberi chiude con oltre 54mila  presenze, una fiera, un “mercato” di stand con offerte di prodotti editoriali, piccole e medie case editrici si mostrano al pubblico vendendogli la cultura.
Fra le tante case  editrici che hanno partecipato all’evento, Minimum Fax, Nutrimenti, Fandango, Eleuthera, Mimesis, Mattioli 1885, Giuntina, Exòrma, Sellerio, Edizioni Nottetempo.
“L’Italia che ha voglia di ripartire si é data appuntamento qui a Più libri - ha dichiarato Fabio Del Giudice, direttore della Fiera - che in questi giorni si é confermata un’oasi dove non si respira la crisi, anche se c’é.
Il successo della manifestazione deve incoraggiarci per rilanciare la cultura in Italia: questa atmosfera deve andare avanti per tutto l’anno, estendendosi a tutto il Paese”.
In questa dodicesima edizione, numerose sono state le discussioni sul futuro dell’editoria,  molto  ha fatto discutere l’intervento di Carolina Cutolo apparso sul sito Scrittori in causa,  “Basta editori a pagamento alle fiere del libro”.
Inequivocabile il titolo dell’ultimo libro di Fabio Macaluso  E Mozart finì in una fossa comune, in cui si parla del bisogno di un ente che come in Francia gestisca i dati dei diritti di opere che sono state realizzate anche negli anni passati, che gli artisti si approprino dei propri diritti d’autori, nell’era del digitale e della pirateria.

Questioni calde quella del copyright e dell’editoria a pagamento, che cozzano con i valori  della nostra cultura, carica di teorie sulla cultura democratica e  sapere universale

Paolo di Paolo, direttore di Orlando Esplorazioni lancia il progetto della Scuola Orlando, un’officina di scrittura che recuperi lo spazio sottratto da internet e i social network alla lettura, una palestra in cui allenarsi -una vera scuola di scrittura deve essere prima di tutto una scuola di lettura- dice Paolo di Paolo. L’autore presenta in uno spazio di pochi minuti,  la sua ultima uscita Piccola storia del corpo- ho provato a raccontare l’immagine del corpo nella narrativa del Novecento- dice di Paolo, l’udito è il più immateriale dei sensi, quello che spinge all’immaginazione attraverso la miriade di suoni e intonazioni che la voce produce.
La casa delle Letterature di Roma incontra la Scuola Holden di Torino, Arnaldo Colasanti e Gianni Gremese presentano La moglie infedele di Philippe Vilain, il fumettista Zerocalcare firma autografi, L’Espresso incontra il pubblico.
Divertenti e ironici i personaggi di  Vanni Santoni, personaggi precari, infantilizzati, tante mini narrazioni, Cristian Raimo definisce quello di Santoni, un romanzo della “post-crisi”, di racconti comico-parodici; si evince una straordinaria rappresentazione di  “tipi” della contemporaneità, quasi tutti umiliati, “crepati” secondo Giorgio Vasta.

Ospite attesissima, la scrittrice irlandese Edna O’brien, che presenta il suo ultimo libro; Country girl è ''l'autobiografia che avevo giurato di non scrivere mai” dice l’autrice.
Un romanzo con una prospettiva nuova rispetto a quello delle “ragazze di campagna” del 1987, autobiografico, in cui la casa è quella del ritorno nel villaggio, nella sua prima casa, che è ricettacolo ma anche prigionia.

“Come sente la sua scrittura cambiata dopo tutti questi anni?” chiede Elena Stancanelli; l’autrice spiega che il paesaggio fisico- psichico è lo stesso del primo Country girl, la voce è cambiata, è adulta e consapevole, il luoghi sono sempre un motivo centrale.
Si tratta di trovare il proprio posto, la propria stanza completa, dice l’O’brien citando la Woolf, “una stanza tutta per sé”, che si ottiene nel corso della vita con la lotta. 
La scrittura è un atto in uno stato di incoscienza, avviene in una condizione  di veglia illogica, bisogna allontanarsi dal mondo per poterlo descrivere- io scrivo come camminano i sonnambuli- dichiara l’autrice

Qual è infine il senso ultimo delle storie di Edna O’Brien, quale il suo ideale?

Il senso ultimo delle miei storie è l’amore, che sia amore per Dio, per un paese e per la famiglia.
È di questo che io scrivo.



Isabella Corrado