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"Il prezzo della bellezza" di Rosa Teruzzi

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Il prezzo della bellezza
di Rosa Teruzzi
Ed. Rusconi Libri, 2013

pp. 160
€ 9,90


Una bomba deflagra nel cuore della notte facendo tremare i quartieri alti di Milano: la Porsche di un chirurgo plastico si disintegra, mandando in frantumi anche quell'universo dorato e inconsistente in cui le attempate signore della buona e buonissima borghesia si confondono con le dive e le starlette del piccolo schermo che inseguono il sogno della perfezione e dell'eterna giovinezza. Edoardo Pincio, questo è il nome del chirurgo preso di mira dall'azione intimidatoria che si è da poco consumata, si trova ora sotto il fuoco di fila delle domande di Irene, giovane cronista non certo d'assalto, goffa e un po' intimidita da quell'ambiente a lei estraneo, scortata da Angelo, un fotografo scaltro e navigato, sempre pronto a dispensare consigli con paterna bonomia. Ma ora, al cospetto di quel chirurgo che trasuda arroganza da tutti i pori, Irene cerca di comprendere il movente di un gesto così violento: un'amante tradita? Una cliente insoddisfatta? Un regolamento di conti che affonda le radici nel sottobosco della malavita? Il dott. Pincio esclude qualsiasi ipotesi di vendetta, ostentando incredulità ad ogni piè sospinto. Nei giorni successivi, arriveranno in redazione tre lettere "scritte su carta verdina, in inchiostro rosso sangue con poche righe di invettiva contro i chirurghi estetici, avidi macellai, dispensatori di false illusioni, bastardi prezzolati". L'attentato, il primo di una lunga serie di gesti intimidatori piuttosto eclatanti, è rivendicato dalle Brigate Antisilicone.

Da quel momento, Irene, Angelo e Beppe De Feo, capo della Squadra Mobile della Questura che intrattiene una relazione clandestina con Irene, tentano di far luce su questa singolare vicenda.
In un rocambolesco susseguirsi di azioni intimidatorie puntualmente rivendicate con missive di colore verde dalle solite Brigate Antisilicone, fughe di notizie e soffiate più o meno attendibili, si delineano con contorni via via più netti le dinamiche psicologiche dei vari protagonisti. Irene, che possiede il dono, ovvero una spiccata sensibilità congenita che le permette di scrutare nell'animo dei suoi simili, viene spesso interpellata dai colleghi di redazione (in particolare dal fido Angelo) e dal fidanzato poliziotto, per "verificare" il tasso di sincerità contenuto nelle dichiarazioni dei vari personaggi messi sotto inchiesta.
Irene nutre un certo risentimento nei confronti del fidanzato, che le impone una relazione clandestina, non perché sia sposato o impegnato, bensì perché non intende turbare la serenità di sua figlia, che sta già soffrendo per la separazione dei genitori (la madre è tornata nella natia Australia, dove si è rifatta una vita). Confidandosi con Viola, la sua amica del cuore, e con Rosa Maria, una sorta di "guru" che dispensa perle di filosofia post-new-age (una su tutte: "l'amore porta a galla tutto il male per guarirlo") non solo durante i suoi seminari finalizzati a migliorare le dinamiche relazionali, Irene inizia a comprendere che la sua rabbia scaturisce dalla sindrome dell'abbandono, innescatasi dopo che il padre se ne è andato di casa prima che lei nascesse, ma anche dal confronto con la madre, soprannominata Miss Perfezione (non serve specificare altro), che le ha trasmesso ansia e insicurezza. Durante il primo e unico incontro con suo padre, avvenuto alcuni mesi or sono, Irene si è sentita rifiutata per l'ennesima volta. La madre, indipendente e senza un compagno fisso da una vita, non ha mai voluto presentarle gli uomini che ha amato per evitare che si affezionasse loro, riaprendo così l'antica ferita abbandonica di Irene . Se è dunque vero che "l'amore porta a galla tutto il male per guarirlo", evidentemente la relazione con Beppe il poliziotto ha il compito di aiutare a risolvere il suo conflitto con la figura paterna. Ci riuscirà? Forse sì, complice anche un seminario sulle Costellazioni Familiari a cui Irene partecipa quasi controvoglia, ma che riesce a far breccia nel suo cuore un po' indurito, aiutandola a riflettere sull'importanza di smussare alcune sue asperità caratteriali.
Nel frattempo, però, le Brigate Antisilicone continuano a colpire, anche attraverso la curiosità che dilaga fra l'opinione pubblica per questa folta compagine di ricche signore e di mestieranti dello show-business che cedono alle lusinghe del silicone con risultati alquanto discutibili, se non raccapriccianti, perlomeno sul lungo termine. Irene scoprirà che non sempre si tratta di una libera scelta, come nel caso della giovane segretaria di un chirurgo plastico obbligata da quest'ultimo a sottoporsi a un intervento di chirurgia estetica, pena il licenziamento in tronco.

Ma chi si cela dietro lo pseudonimo delle Brigate Antisilicone? Lascio ai lettori l'onere e l'onore di scoprirlo con un finale forse solo lievemente scontato in questo romanzo dai ritmi sincopati, quasi a voler riprodurre la metafora della realtà metropolitana del terzo millennio: emozioni, sentimenti e vicissitudini quotidiane scorrono in rapidissima sequenza, sovrapponendosi e fagocitandosi. C'è chi vorrebbe provare a fermare questo tempo, che scorre troppo veloce, lasciando tracce indelebili del suo passaggio sul volto di chi vorrebbe cancellarle comprando un'illusione destinata ad infrangersi contro lo specchio di una realtà percepita come troppo cruenta e inaccettabile.

Cristina Luisa Coronelli