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"Antropo-ecologia": la responsabilità dell'uomo di fronte a sé stesso

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Antropo-ecologia
a cura di Eduardo Ciampi

Saggi scelti di W. Berry, W. Brown, J. Cooper, G. Eaton, A. Moore, S.H. Nasr, H. Oldmeadow, P. Sherrard 

Terre Sommerse Editore, 2009


Vorrei introdurre Tradizione e traduzione, collana tematica di saggistica tradizionale ideata e curata da Eduardo Ciampi per Terre Sommerse Edizioni. Mi occuperò di Laquesta collana per i prossimi mesi e comincio a farlo con uno dei titoli secondo me più significati e divulgativi pubblicati sin ora.
Si tratta di Antropo-ecologia,. Saggi di W. Berry, E. Brown, J. Cooper, G. Eaton, A. Moore, S. H. Nasr, H. Oldmeadow, P. Sherrard, testi scelti e tradotti da Edoardo Ciampi (Terre Sommerse 2009).
L'argomento è urgente, l'ecologia. La trattazione, originale e innovativa, risponde con efficacia a tante domande e s'inoltra con sapienza in tanti argomenti che l'ecologismo militante non è capace di affrontare.
«Si tratta quindi d'intendere l'idea di un'antropo-ecologia basata sulla tradizionale responsabilità sacra dell'uomo nei confronti di sé stesso, dell'ambiente naturale e del creato tutto» – scrive Ciampi nella prefazione.
I saggi scelti percorrono trasversalmente le teologie e le metafisiche anche più distanti e diverse, in maniera comparativa, per gettare le fondamenta di un prospettiva antropo-ecologica. Una prospettiva, però, che non si trasformi in militanza o ideologia, ma in un orientamento che si propone di ricomporre l'equilibrio originario fra l'uomo e la Natura e, in ultima analisi, fra l'uomo e sé stesso.

Sherrard, Moore e Berry spiegano come il Cristianesimo secolarizzato ha dissacrato nel tempo il rapporto uomo-natura, attirandosi a ragione le critiche da parte degli ecologisti. Ma i saggisti chiariscono anche come il Cristianesimo ha basi profondamente ecologiche e che la Bibbia è un enorme tesoro di saggezza per sfatare le illusioni della «ego-scienza» (ovvero tutte quelle prospettive materialistiche che negano il sacro) che si arroga ogni diritto e ogni libertà di agire sul Creato.
Illuminanti e avvincenti i saggi di Brown sulle tradizioni degli Nativi d'America che, attraverso la simbologia dei riti, hanno celebrato l'ordine della Natura e sacralizzato la responsabilità dell'uomo nei confronti di essa.
Oldmeadow affronta molti temi, attraversano soprattutto il pensiero del metafisico Frithjof Schuon, e con grande efficacia descrive un paradigma per distinguere “Culture Tradizionali” da “Civiltà Moderne”. Le prime, immerse in una dimensione spirituale, grazie a una visione qualitativa e non quantitativa del mondo riescono ad evolvere una relazione cooperativa con la natura e un'economia ecologica; le seconde, a causa di una prospettiva profana e del culto del materialismo, non possono che produrre scienze analitiche e frammentarie che aggravano il contrasto con la natura imponendo all'uomo e al pianeta economie industriali e artificiali.
Eaton e Nasr pongono l'accento soprattutto sulla tradizione islamica e su come la Shari'a, Legge Divina, abbia anche una stretta relazione con le leggi naturali.
Infine, Cooper scrive di come il Taoismo può insegnarci molto per ri-costruire un rapporto armonico con l'ambiente e per riuscire a trovare in esso, simbolicamente, significati utili alla comprensione del sacro e di noi stessi.

In una recensione non potrei dilungarmi ulteriormente. Ma posso provare a trarre delle coordinate generali da questo testo così denso e vario.
L'uomo è un tutt'uno con l'universo e si trova in un rapporto dinamico con ciò che lo circonda. Le società tradizionali avevano ben compreso questo aspetto fondamentale della vita dell'uomo e tutte le religioni hanno tentato di mantenere quest'unità con la Natura – una Natura sacra, intesa come creazione divina, di cui l'uomo è “amministratore” e “ospite” sulla terra, non di certo proprietario assoluto e per di più irresponsabile.
Le società tradizionali, attraverso il rapporto con il divino, hanno chiarito perfettamente la responsabilità dell'uomo nei confronti del Creato. Le religioni secolarizzate pervertite dalla modernità, eppoi ancora le ideologie e il pensiero scientista, e in generale ogni prospettiva materialistica, invece non sono stati capaci di creare sistemi validi per costruire una vera atropo-ecologia: i disastri ambientali, a tal proposito, non sono che l'effetto più evidente (ma non necessariamente più grave) di questa secolarizzazione.
L'antropo-ecologia ricerca le cause del disastro ambientale nell'anima dell'uomo e nel rapporto “inquinato” che quest'ultimo ha instaurato con la dimensione del sacro, l'unica che può generare volani virtuosi per restaurare l'ordine naturale. È necessario – scrive Ciampi – andare «oltre l'ecologia, per un nuovo equilibrio tra il divino, l'umano e il cosmico», solo così possiamo arginare le derive del materialismo e capire soprattutto che i disastri naturali ci “raccontano” qualcosa che non riguarda solo la materia, ma anche le nostre calamità interiori, i “terremoti” del nostro spirito.

Riccardo Raimondo
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Eduardo CiampiInsegnante di lingua e letteratura inglese, è consulente bibliografico, traduttore, articolista, e saggista. Dopo aver realizzato lo studio la Rete di Shakespeare: destare la Coscienza a teatro, s’è impegnato in un progetto di traduzioni di testi di prospettiva tradizionale (‘Ed-ward’), che promuove attraverso il sito www.saggisticatradizionale.it. Ha già tradotto due saggi di Martin Lings (l’undicesima ora e Simbolo e Archetipo), tre di Philip Sherrard (Cristianesimo ed Eros, Uomo e Natura, Il sacro nella Vita e nell’Arte), Quale progresso? di Lord Northbourne. Ideatore della collana ‘Tradizione e Traduzione’, per l’editrice Terre Sommerse, ha tradotto e curato, Scienze cosmologiche tradizionali (una raccolta di studi realizzati da Whitall N. Perry), Gli Esegeti della tradizione (produzione saggistica tradizionale, partendo da Renè Guénon e Ananda Coomaraswamy, passando per Frithjof Schuon, sino a giungere ai contemporanei espositori della Sophia Perennis), Invito alla tradizione cristiana (saggi di J. Custinger, J. Hani, A. Moore, M. Pallis, P. Sherrard, K. Ware) e come autore sta completando il saggio Elogio dell’‘altro’.