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Fiore di Neve e il ventaglio segreto

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Fiore di Neve e il ventaglio segreto
di Lisa See
Longanesi  2006

pp. 335
€17
Si dice che per ognuno di noi esista qualcuno che sia la metà perfetta del nostro cuore, specchio dell’anima, la cui ricerca affannata è spesso causa di frustrazione e delusione ma che una volta incontrato è impossibile non riconoscere. Anime simili che si trovano in mezzo a milioni, come se un filo invisibile le unisse inevitabilmente.
Per alcuni la ricerca di questa persona speciale coincide con l’amore, ma per altri, ugualmente fortunati, quel legame indissolubile ha il sapore dell’amicizia.
Non esistono confini, difficoltà, differenze, che possano spezzare un sentimento come questo, ma che fatalmente è tanto più raro da trovare forse anche più dell’amore.
Leggere il romanzo di Lisa See, giornalista statunitense di origini cinesi, non è solo un viaggio a ritroso nel tempo in quella Cina del XIX secolo con le sue usanze e tradizioni, sacrificio e duro lavoro, sofferenza e sopportazione, ma è anche e soprattutto l’occasione per gettare uno sguardo in quel mondo privato ed intimo popolato di donne e sui legami che le uniscono per la vita. E’ la storia di due bambine talmente diverse per estrazione e destino da divenire inevitabilmente metà perfette di una sola mela, unite nell’animo. Sono Fiore di Neve, la bellissima bambina dal vestito azzurro nata in una ricca famiglia caduta in disgrazia e Giglio Bianco di umili origini ma capace di diventare signora di un’importante famiglia, le cui vite vengono opportunamente intrecciate per creare un legame unico e speciale, un’amicizia per la vita e oltre, quella tra laotong. Sorelle giurate, unite per sempre: non appena si incontrano ancora bambine immediatamente si riconoscono, come se davvero quel vincolo deciso dagli adulti fosse voluto dal fato. Attraversano insieme le tappe più importanti della vita di una donna nella Cina rurale di fine Ottocento, condividendo sofferenze, sogni, segreti, turbamenti. Nella remota provincia dell’Hunan infatti l’esistenza è fatta di fatica sui campi, faccende domestiche, figli da accudire, suocere dispotiche da rispettare, non c’è spazio per alcun sentimento e frivolezza: “Da bambina obbedisci al padre,una volta sposata obbedisci al marito, da vedova obbedisci a tuo figlio”. E per le bambine, che ben poco contano nella gerarchia maschilista, inevitabile arriva il momento della fasciatura dei piedi a cui le due laotong si sottopongono lo stesso giorno, ancora una volta chiaro simbolo del destino comune che le unisce. Un calvario insopportabile, spesso fatale a causa delle infezioni e dei dolori lancinanti, descritto dall’autrice in modo schietto e diretto: la prima fasciatura strettissima, le ossa che si spezzano, la sofferenza che non dà tregua neppure la notte. Giorno dopo giorno, sforzandosi di resistere e camminare avanti e indietro per dieci volte nella stanza delle donne, sotto lo sguardo severo della Madre. E quando finalmente il processo è completato, la fasciatura viene rimossa e il piede perfettamente modellato nella forma di piccoli gigli che sono il vanto e la fortuna per le famiglie. 
“Solo attraverso il dolore si arriva alla bellezza. Solo attraverso il dolore si ottiene la pace” 
La vita estremamente dura ed isolata delle donne del tempo è narrata dall’autrice con dovizia di particolari e precisa ricostruzione storica, scaturite dal desiderio di raccontare in modo quanto più possibile fedele alla realtà un mondo lontano nel tempo e nello spazio ma soprattutto tanto diverso dal nostro bagaglio culturale da risultare a tratti incomprensibile, barbaro, brutale. Eppure nonostante le differenze culturali è impossibile non riconoscere lo stesso valore attribuito ai sentimenti, al legame speciale tra le due laotong. Un rapporto capace di alleviare la sofferenza di quelle vite, portare gioia e risate dentro le stanze in cui le donne vivono quasi segregate, in un mondo che è precluso agli uomini. E’ per rendere il loro rapporto ancora più esclusivo e proteggerlo dalla vita di tutti i giorni che le donne affidano i propri segreti a frasi dipinte su ventagli secondo il linguaggio misterioso del nu shu, fatto di segni elaborati e frasi da svelare che solo il mondo femminile conosce. Anche Fiore di Neve e Giglio Bianco quindi imparano a nutrire la loro amicizia affidando i propri pensieri alla scrittura segreta, superando la tristezza per la lontananza, la frustrazione di matrimoni combinati, le disgrazie, la povertà. Quello stesso ventaglio che per anni le ha accompagnate portando parole e affetto condurrà alla rovina l’amicizia tra le due laotong, mediante un tragico equivoco che spezzerà il loro legame. Ma è davvero possibile per Fiore di Neve e Giglio Bianco cancellare per sempre il sentimento che le lega?

Una storia delicata, attenta nella ricostruzione di quell’universo femminile intimo e segreto, che recentemente è stata degnamente portata sul grande schermo da Wayne Wang, in cui passato e presente si fondono per dare vita a due storie di amicizia parallele, entrambe segnate da un doloroso equivoco e dal desiderio di ritrovarsi.
Debora Lambruschini