in

Paulo Coelho, Le valchirie

- -
Le valchirie
di Paolo Coelho


Bompiani, Milano 2010
pp. 202
€ 18.00



Scrittore considerato uno degli autori più importanti della letteratura mondiale, Coelho scrive questo libro autobiografico partendo dalla personale esperienza spirituale come viene anticipato nel prologo.

La sua ricerca spirituale avviene nel deserto, luogo che lontano dalla confusione del nostro mondo ci aiuta ad incontrare Dio, lontano dal frastuono dei nostri pensieri quotidiani, quelli che nel libro vengono rappresentati dai pensieri della seconda mente, si ritrovano i significati più profondi della nostra vita.

San Francesco in una caverna aveva trovato il suo "tesoro" cioè aveva incontrato Dio, questo luogo che si chiama eremo delle carceri è oggi molto visitato ad Assisi.
Il libro parla quindi di un uomo che insieme alla sua compagna si reca nel deserto del Mojave per incontrare il proprio Angelo custode e "aprirsi, infine, alla conoscenza del mondo che lo circonda e di se stesso".

Percorrono questo deserto in moto Le Valchirie, che aiuteranno il protagonista Paulo nella sua impresa oltre ad un giovane Maestro della Tradizione.
Questo viaggio porterà la coppia verso "la strada del vero Amore e della vera Conoscenza", durante questo cammino le parole della Bibbia parleranno al protagonista come quando nella solitudine del deserto o meglio nel profondo della sua meditazione scrive come se gli venissero suggerite le parole del profeta Isaia:

Sarai chiamata con un nome nuovo,
che la bocca del Signore indicherà;
sarai magnifica corona nella mano del Signore,
un diadema regale nella palma del tuo Dio.
Nessuno ti chiamerà più "Abbandonata"
né la tua terra sarà più detta "Devastata";
ma sarai chiamata "Mia gioia"e la tua terra "Sposata".
Nella postilla del libro l'autore esprime un grande sentimento di speranza che solo la fede in un amore grande come quello di Dio può dare:

"Verrà il giorno in cui il problema dello sterminio per fame potrà essere risolto con il miracolo della moltiplicazione dei pani. Verrà il giorno in cui l'amore sarà accettato da tutti i cuori, e la condizione umana più terribile - la solitudine, assai peggiore della morte - sarà bandita dalla faccia della Terra. Verrà il giorno in cui coloro che bussano a una porta, la vedranno aprirsi; coloro che chiedono qualcosa, lo otterranno; coloro che piangono, saranno consolati".
Pur dando una rappresentazione quasi magica della religione, la fede in un amore grande come salvezza dell'umanità, racchiude in sé un concetto profondo della religione cristiana che insegna che Dio è amore, come dice l'enciclica di Benedetto IV e spinge a sperare in un mondo migliore salvato dall'Amore.

Anche se tutto questo sembra un'utopia è l'unico vero modo di poter convivere serenamente gli uni con gli altri in questo mondo e ogni essere umano può spendere la propria vita per migliorare questo mondo:
"Per il pianeta Terra, quel giorno è ancora lontano. Ma, per ciascuno di noi, può essere già domani. E' sufficiente accettare e praticare una regola molto semplice: è l'amore - di Dio e del prossimo - a mostrarci il cammino."

D'altronde la religione cristiana non ci insegna a vivere la vita come un ineluttabile destino, l'uomo è artefice del suo destino, non è Dio che lo punisce ma sono le sue stesse azioni e i suoi sentimenti che lo rendono infelice:

"Per anni aveva creduto che l'implacabile mano di Dio fosse l'artefice del suo castigo. In realtà era stata la sua mano - e non quella del Signore - a provocare ogni scempio, ogni distruzione. Per il resto della sua esistenza, non avrebbe più commesso un simile errore.

Lucia Salvati