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Abbonarsi al tascapane di Morozzi

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Il tascapane
di Gianluca Morozzi
Quintadicopertina, Genova 2010

formato: pdf
pp. 125
abbonamento: 12 €

Il sito della casa editrice: www.quintadicopertina.com

Chi ha detto che un e-book è solo un libro in versione digitale? Quintadicopertina sperimenta una nuova formula: non si tratta più di comprare un singolo libro, ma di abbonarsi a un autore. Con pochi euro possiamo restare aggiornati sui racconti/romanzi del proprio autore preferito, che verranno comodamente inviati all'indirizzo e-mail che segnaliamo al momento del pagamento. Come è precisato nel sito di Quintadicopertina, riceveremo un minimo di quattro lavori, che siano romanzi o raccolte di racconti, o la loro prosecuzione. Rinasceranno così i racconti a puntate e i feuilleton?

Si comincia con Il tascapane di Gianluca Morozzi, narratore bolognese straordinariamente prolifico, emblema e fortuna per anni della casa editrice Fernandel, spesso per Guanda, musicista appassionato di Bob Dylan e, come ama sottolineare nelle interviste, sfegatato tifoso del Bologna. La forza che ha portato Morozzi all'estero con il suo Blackout (2004, Guanda) sta nel suo stile franco e senza vezzi, tagliente dove serve, senza paraocchi né abbellimenti, ironico (trattasi spesso d'ironia amara). Altra caratteristica è la forte portata autobiografica, esibita senza tutela della propria privacy, svelata e a volte irriverente. 
Anche nei racconti contenuti nel tascapane, Morozzi porta la propria esperienza: dialoga con il lettore, spiega in brevi cappelli introduttivi la ragione per cui il racconto è stato a lungo nascosto o precedentemente pubblicato altrove; talvolta contestualizza il testo entro la sua biografia, senza mostrare un minimo riserbo. 

E i racconti arrivano, e colpiscono nel segno, senza tergiversare. Si comincia con Non si esce vivi dagli anni novanta, racconto smaccatamente autobiografico che spiega il titolo della raccolta: il tascapane era la borsa in cui Morozzi conservava i primi racconti della sua carriera, alla rinfusa, senza ordine né cura. Tra una battuta ironica e una sottile brezza nostalgica, si arriva a Godersi le cose, testo che ripercorre la vita del protagonista seguendo  la nascita e la crescita della sua passione calcistica. La cronaca calcistica ed 'esistenziale' è interrotta qui e là da partentesi in cui il narratore si autocommenta o spiega retroscena e conseguenze delle azioni raccontate. 
Più duro e cinico è Il mondo trema, racconto lungo diviso in capitoli, in cui si narra la vita complessa di  Erik, un ragazzino disagiato, con una famiglia distrutta dalla malattia, dalla droga e dall'alcol. Solo la musica e una insospettabile amicizia permettono al ragazzino di resistere all'orrore quotidiano, e di conoscere i primi impulsi erotici. E alla fine dell'ottavo capitolo, quando la situazione diventa tesa, il racconto resta sospeso: un "continua" tra parentesi rinvia le avventure di Erik. Solo i lettori affezionati e "abbonati" (perdonatemi, fatico ad adattarmi al termine) a Morozzi sapranno il seguito. 
Segue Il fossato, racconto in cui l'io-narrante è uno scrittore bolognese, affermato e appassionato di musica (serve sottolineare le coincidenze con la biografia di Morozzi?), seduttore compulsivo di giovani e disponibili lettrici. Tutte, indiscriminatamente, vengono sedotte nel monolocale in Via del Fossato, centro creativo e pied-à-terre romantico; nessuna sa che una botola è celata dal letto... 
Risale al 1987 Sisyphus, il racconto fantascientifico che Morozzi definisce "angolo della vergogna", perché risalente ai suoi tredici anni e fino ad oggi inedito.

Questa "raccolta in progress" è un vassoio dai tanti stuzzichini: gusti diversi per palati differenti; forse non sfama, ma è senza dubbio un primo e saporito assaggio per chi non ha mai letto Morozzi, e un break per gli estimatori. 

Gloria M. Ghioni