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Massima intelligenza in questo diario minimo

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Diario minimo
di Umberto Eco
Milano, Bompiani, 2001

Giocoso e intelligente, forse troppo per comparire sugli scaffali dei supermercati: è quasi incredibile immaginare questo libro non tanto tra i bestsellers (titolo che comunque merita) ma tra i più letti. Perché? Perché non è affatto immediato e presuppone una cultura letteraria e di base tanto ampia da far impallidire il cittadino medio. Non voglio con questo scoraggiare la lettura che è, a mio parere, godibile, nonché meritevole, ma prevenire eventuali abbandoni a metà, o dopo le prime trenta pagine: si sappia che Diario minimo è una raccolta di saggi, più o meno semplici, a partire dagli anni sessanta, in cui Eco si cimenta con la sua ironia intellettuale a discutere di problemi etici, letterari, storici, esistenziali...

Si aggiunga che viene dato per scontato il background culturale del lettore e, pertanto, ritengo non sia una lettura nazionalpopolare come si potrebbe immaginare dal titolo. Al contrario, si tratta di un'arguta riflessione sulla società, sulla vita e sulla letturatura. Da capire e da rileggere in momenti diversi del proprio percorso nella società, nella vita e nella letteratura. Per trovarlo cambiato e trovarsi cambiati.


Anathea