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Il presente (e il futuro) della poesia secondo Luca Vaglio: Cercando la poesia perduta

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Cercando la poesia perduta
di Luca Vaglio
Marco Saya edizioni
2016

pp. 40
€ 10 [cartaceo]



L'agile ma interessante volumetto di Luca Vaglio, Cercando la poesia perduta, edito per le edizioni Marco Saya, è scandito in due tempi: l'articolo-indagine La poesia al tempo di internet, già apparso online su Gli Stati Generali e su Nazione Indiana, che intende "alimentare una riflessione sulla posizione attuale della scrittura poetica"; e l'intervista a Paolo Giovannetti, docente di letteratura italiana allo Iulm di Milano, incentrata sulle mutazioni profonde e radicali nella metrica italiana dall'inizio del secolo scorso ai nostri giorni, Dalla rivoluzione del verso libero alla poesia concettuale, anch'essa pubblicata precedentemente sul web nel marzo 2016. 
Una precisazione però è d'obbligo: la poesia che nel titolo è oggetto di ricerca non è quell'alta espressione dell'ingegno umano che ha accompagnato le civiltà nel corso dei millenni e che, complice qualche retaggio romantico ormai ampiamente metabolizzato, è di solito associata alla sfera della creatività linguistica, della bellezza, dell'ispirazione; bensì è da intendere, nel caso in questione, come genere letterario codificato e, in quanto tale, dotato di un'apposita collocazione negli scaffali - piuttosto ristretti - delle nostre librerie. L'indagine di Vaglio, dunque, si muove apertamente sul versante sociologico della contemporaneità letteraria, privilegiando un approccio euristico, sempre suffragato da una buona quantità di dati e interpretazioni, alla materia in questione.
La tesi dell'autore, nell'indagine che apre il libro, parte da una considerazione abbastanza semplice da rilevare: in Italia la poesia contemporanea (dove, con questo aggettivo, si intende indicare le generazioni nate dagli anni Cinquanta in poi) soffre di una mancanza di visibilità che la contraddistingue negativamente rispetto ai decenni passati del secolo scorso, soprattutto quelli a cavallo tra gli anni '60 e gli anni '80. Il che, naturalmente, può risultare un paradosso o comunque una condanna pesante in un'era che della visibilità mediatica ha fatto il principale caposaldo della societas globale. In questo contesto internet e le opportunità offerte dai social media svolgono un ruolo non secondario per quanto concerne la diffusione del genere poetico, veicolando nuovi contenuti e garantendo nuove forme di fruizione che però, secondo il parere di Vaglio, non sono ancora esenti dal riproporre, anche nel terreno virtuale, quello scollamento tra lettori 'medi', benché in possesso di un alto grado di cultura, e addetti ai lavori, critici e poeti su tutti. 
Lo scenario che si profila all'orizzonte è dunque piuttosto complesso e frastagliato. Lungi dal poter dare interpretazioni a senso unico di dinamiche tutt'ora in rapida evoluzione, l'autore preferisce suggerire alcune chiavi di lettura del fenomeno 'poesia', soprattutto in un'ottica di ibridazione e meticciato tra codici linguistici eterogenei. A questo proposito, Vaglio avvalora l'efficacia argomentativa delle sue considerazioni puntellando il discorso con validi spunti offerti da critici e studiosi del panorama letterario nazionale (da Mazzoni a Zublena, passando per Cortellessa e Viviani).
Più addentro alle forme e alle modalità della scrittura poetica risulta invece la seconda parte, dove l'intervistato Paolo Giovannetti (autore, insieme a Gianfranca Lavezzi, di un importante La metrica italiana contemporanea, pubblicato da Carocci nel 2010) 'legge' la crisi e le trasformazioni più recenti della poesia contemporanea come il risultato di una forte "concettualizzazione" delle pratiche odierne di scrittura, la quale, a suo dire, genererebbe un avvicinamento dell'arte della parola ad altre forme di espressione artistica: "la poesia è un macrogenere dentro il quale convivono esperienze diversissime", conclude il critico. Tali mutazioni in ultima istanza vengono ricondotte, con perizia di interpretazione critica corroborata da una convincete carrellata di esempi, al passaggio storico in cui la metrica tradizionale italiana ha lasciato il campo, nella prima metà del secolo scorso, a un proliferare di metriche che stanno alla base di quella plurivocità dell'attuale panorama poetico italiano.
Chiude il volumetto una ricca quanto imprescindibile bibliografia critica per chi, come Vaglio, abbia intenzione di tuffarsi nelle acque della poesia contemporanea, forse poco chiare e fresche rispetto al glorioso passato della grande tradizione lirica italiana ma che non per questo cessano di scorrere verso un futuro che si preannuncia articolato e complesso come quello della contemporanea società globale.



Pietro Russo