in

Lo Strega Tour fa tappa per la prima volta in Sardegna, a Quartu Sant’Elena

- -

 

La sera del 18 giugno 2025, la città di Quartu Sant’Elena, a pochi passi da Cagliari, è stata il luogo di elezione di un evento unico nella storia culturale di tutta l’isola: è stata infatti una delle tappe dello StregaTour, ospitando i cinque finalisti del Premio Strega 2025.

Si tratta di una serie di incontri organizzati dalla Fondazione Bellonci, in cui i diversi scrittori finalisti del prestigioso Premio hanno la possibilità di raccontare i loro libri nelle varie città italiane, a un pubblico più vasto.

La cornice dell’ex caserma dei Carabinieri di Quartu, edificio storico restituito alla comunità, ha offerto una meravigliosa location a questa serata vibrante di cultura, umanità, riflessione, sorrisi ed emozioni autentiche. I posti a sedere erano tutti occupati e molte persone sono rimaste in piedi per tutta la durata dell’evento, pur di godere dell’ascolto di parole di letteratura e di vita.


L’iniziativa è stata resa possibile dall’amministrazione comunale di Quartu Sant’Elena e dalla fondazione Quartu cultura. È stata organizzata da 011Solution con la direzione di Maurizio Cristella, in collaborazione con Argonautiluss. Gli organizzatori hanno garantito anche la diretta streaming sui principali  social network.

Dopo i saluti istituzionali dell’assessora comunale Rossana Perra, è stato accolto sul palco il presentatore e mentore della serata: Fabio Canino, attore, speaker radiofonico e noto giudice del programma televisivo Ballando con le stelle. L’attore ha subito coinvolto sul palco cinque studenti del Liceo Scientifico «Antonio Pacinotti» di Cagliari, che hanno seguito il Premio Strega Giovani e scritto una breve recensione ai libri finalisti della cinquina. Canino ha subito spiegato che, per motivi personali, soltanto tre dei cinque autori finalisti sarebbero stati presenti fisicamente. Dopo la proiezione dei videomessaggi di Elisabetta Rasy e di Michele Ruol, autori rispettivamente di Perduto è questo mare e Inventario di quel che resta dopo che la foresta brucia, in cui ognuno ha brevemente parlato del proprio libro, sono saliti sul palco Andrea Bajani, Nadia Terranova e Paolo Nori


La locandina dell'evento, creata da
Warfree Service

Canino ha condotto un vivace dialogo con i finalisti del Premio Strega presenti, soffermandosi sulle tematiche chiave e sui passaggi più intensi delle loro opere. Ogni autore ha inoltre concluso il proprio intervento con la lettura di alcuni brani significativi, offrendo così al pubblico un assaggio diretto della loro scrittura.

Andrea Bajani ha risposto alle domande di Canino affrontando il tema della famiglia e della memoria nel suo romanzo L’anniversario. Ha raccontato come scrivere sia stato per lui un modo per «respirare meglio, da ragazzo sentivo che soffocavo, dovevo leggere libri e scrivere». Nel libro, tra l’altro già vincitore dello Strega Giovani, narra di una famiglia dominata da paure e piccoli autoritarismi domestici, con una madre quasi assente agli occhi del figlio, «invisibilizzata» da un padre patriarca. A un certo punto il figlio decide di spezzare questo equilibrio e di rivendicare il suo diritto a starne fuori. «Nel lavorare a un romanzo, quello che mi interessa e mi ha sempre interessato nei libri, è entrare nella complessità della condizione umana» puntualizza lo scrittore, proprio come ne L’anniversario ha lavorato per restituire, attraverso la scrittura, la memoria di questa figura materna, che quasi non aveva conosciuto immaginandola in momenti di ordinaria felicità al di fuori della tirannia del marito, per mettere in luce la complessità delle relazioni familiari e delle emozioni nascoste.

Nadia Terranova, dal canto suo, ha condiviso con il pubblico la genesi del suo libro Quello che so di te, sottolineando come la sua narrazione non sia destinata esclusivamente a un pubblico femminile - replicando a una domanda di Canino che aveva chiesto se il suo fosse un libro rivolto alle donne; si tratta invece una storia universale che attraversa generi, età e linguaggi. «Ci sono tanti modi per entrare nei libri, persino dimenticando chi si è, indossando anche un corpo diverso nel momento in cui leggiamo». Attraverso un racconto che oscilla tra piani temporali diversi, Terranova ha evocato la figura della bisnonna internata in manicomio nel 1928 e i tabù familiari legati alla pazzia, raccontando di come i sogni e l’inconscio abbiano influenzato profondamente la sua scrittura. Ha inoltre riflettuto sul peso delle aspettative sociali sulle donne e sul rapporto tra follia, famiglia e maternità, traendo ispirazione anche da figure iconiche della cultura popolare. Il pubblico, numeroso e attento, è apparso fin da subito partecipe e visibilmente emozionato, trasportato dalla magia di una piacevole serata di metà giugno, alle porte dell’estate. Le parole degli scrittori e della scrittrice hanno saputo incantare, commuovere e coinvolgere, mentre le battute di Fabio Canino hanno strappato più di un sorriso e hanno contribuito a rendere l’atmosfera viva e calorosa.

Quando è venuto il momento di passare la parola a Paolo Nori per raccontare del suo Chiudo la porta e urlo, Canino gli ha posto una domanda tanto semplice quanto insidiosa: di cosa parla il tuo libro? E Nori ha raccontato di aver ricevuto la stessa domanda, qualche settimana prima, da una scrittrice ucraina e di aver risposto «di pancia» dicendo che il suo libro «parla di stupidità e di morte, e di Raffaello Baldini, che di questi due argomenti ne sapeva molto». Una risposta diretta, spiazzante, ma che trova riscontro sin dal capitolo zero, letto dallo stesso autore sul palco insieme ad altri passaggi significativi del testo. Chiudo la porta e urlo: il titolo stesso del libro è infatti un verso del poeta romagnolo Baldini, uno dei più grandi, tuttavia poco conosciuto, e la sua biografia, come anche in altre opere di Nori, si inserisce a pettine con le parole, le confessioni dello scrittore, in un continuo gioco di rimandi tra vita vissuta e scrittura. E infatti…non è propriamente un romanzo! Nori ce lo ha spiegato raccontando un aneddoto: quando  la poetessa italiana Vivian Lamarque ha letto e recensito Chiudo la porta e urlo, gli ha detto che «non era un romanzo, ma una circonvallazione» evocando una poesia proprio del grande Baldini, in cui una donna voleva affacciarsi spesso a un balcone per poter ammirare tutta la circonvallazione per avere una visione d’insieme. Così, tra divagazioni, aneddoti, ricordi e riflessioni sull’arte, si è chiuso anche l’intervento di Paolo Nori.

È stata una serata luminosa, nel cuore dell’isola, che si è conclusa con il firmacopie dei libri che era possibile acquistare in loco e i sorrisi di gratitudine reciproca, tra autore e lettore.

Questa prima tappa dello Strega Tour in Sardegna segna un evento letterario di rilievo e un piccolo passo verso un’apertura culturale che, da troppo tempo, l’isola attendeva. Un ponte tra l'isola e il cuore pulsante della letteratura italiana finalmente tracciato! E adesso non resta che aspettare i risultati di questa serata per scoprire quale sarà il libro vincitore. 

Marianna Inserra