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#PagineCritiche - L'oracolo della notte si perde tra scienza e sogno

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Sidarta Ribeiro L'oracolo della notte

L’oracolo della notte - Storia e scienza del sogno
di Sidarta Ribeiro
Feltrinelli, luglio 2020

Traduzione di Sandra Biondo

pp. 505
€ 23,75 (cartaceo)
€ 14,99 (ebook)

In questo interessante e articolato saggio, il neuroscienziato e biologo brasiliano Ribeiro ci illustra le dinamiche del mondo onirico da diversi punti di vista. Partendo dalla domanda fondamentale “perché sogniamo?” si arriva ad una serie di considerazioni, basate su studi scientifici, antropologici e neurologici che ci raccontano in maniera particolareggiata quanto il mondo onirico racconti del vissuto di ogni essere vivente, animali compresi. 

Il sogno è fondamentale, perché ci permette di immergerci profondamente nei sotterranei della coscienza. È uno stato che ci fa sperimentare un mosaico emozionale. Piccole sfide, modeste sconfitte e vittorie quotidiane generano un panorama onirico in cui si riflettono le cose più importanti della nostra vita, ma che nel suo insieme non ha molto senso. (p. 21)

I capitoli iniziali sono dedicati all’approccio storico, e così apprendiamo come, anche per gli uomini primitivi o per le civiltà più importanti, il sogno fosse un messaggio da tenere in grande considerazione; addirittura molti dei più grandi imperi si sono formati grazie all’influenza che i sogni rivestivano in ambito sociale, ad esempio per i Romani il sogno diventò uno dei modi per legittimare o delegittimare i protagonisti della politica. 

A un certo punto gli dei antichi, i santi e i demoni medioevali e il loro potente immaginario onirico, lasciarono posto alla psicoanalisi e lo studioso ci conduce dentro una serie di sogni tipici, comuni all’uomo moderno, confrontandoli con alcuni sogni unici. Non solo, arriviamo a scoprire che esiste la possibilità di intervenire sul mondo onirico e portare la coscienza alla reimpostazione del sogno, soprattutto in chi non riesce ad uscire più dagli incubi generati da un trauma, mentre da un punto di vista prettamente sociale è triste apprendere che anche il sogno varia in base alla posizione sociale o al luogo in cui abbiamo la fortuna di vivere, per cui per chi vive ai margini della società il sogno resta qualcosa di terribile e lancinante. In un continuo procedere per ipotesi e formulazioni scientifiche, arriviamo a comprendere che anche oggi il sogno, a livello antropologico, riveste una funzione primaria nella comprensione di molti riti o abitudini.

Per capire la logica dei sogni nell’attualità, è necessario tenere conto della loro enorme varietà, delle specificità culturali e del rapporto con il contesto in cui si svolgono. In Africa, per esempio, viene riconosciuto come normale il fenomeno della triangolazione onirica, nel quale un soggetto riceve in sogno dei messaggi diretti ad una terza persona. (p .95)

Insomma, in questi diciotto capitoli riusciamo a viaggiare attraverso la concezione che abbiamo di noi stessi attraverso i sogni, ma anche attraverso il loro potere, le suggestioni e i legami con la nostra mente e il nostro corpo in generale.


Molto interessanti i capitoli dedicati al sonno da un punto di vista biochimico. Il sonno Rem e le fasi di apprendimento costituiscono un altro cardine di un dibattito scientifico che si è protratto per oltre 30 anni, fino almeno al convegno di Chicago del 2003, nel quale si celebrava appunto la scoperta della fase Rem, avvenuta cinquant’anni prima. Durante quel convegno si affrontarono gli scienziati Smith e Stickgold in difesa della teoria secondo la quale l’apprendimento è favorito dal riposo, mentre gli oppositori di questa teoria furono Vertes e Siegel. A vincere fu la posizione di Stickgold che portò delle prove sperimentali inconfutabili, condotte con rigore scientifico, contrapponendole a semplici opinioni e spianando la strada al successivo campo di studio sull’apprendimento legato al sonno, anche al cosiddetto “pisolino” e addirittura sulla sperimentazione e l’applicazione di un sonno rigenerante in ambito scolastico. 


Infine, il sogno riproduce le caratteristiche ancestrali che impariamo nel corso della nostra esistenza e tramandiamo per la sopravvivenza, i cosiddetti meme, che sono il patrimonio delle nostre generazioni; secondo il biologo inglese Richard Dawkins questi ricordi colonizzatori, che vengono espressi da specifici comportamenti (parole o gesti) lasciano un’impronta sugli altri, promuovendo la condivisione di idee che avrebbero luogo a partire dai geni, (ecco da dove prendono il nome), e considerando che tutte le cellule del nostro corpo contengono nel proprio nucleo gli stessi geni e le mutazioni nel tempo  di questi geni.


Il sogno insomma deve la propria vita ai ricordi, alla capacità di adattamento e ha una funzione nella capacità di creare, come dimostrano i sogni celebri di scrittori, musicisti, artisti o anche scienziati e matematici, ma è anche una rielaborazione di fatti attuali in chiave futura e quindi probabilistica, portandoci a livello emotivo in quella condizione di oracolo che era cara già ai nostri progenitori. In questa ottica futura esiste la possibilità di attingere ai nostri sogni e creare una sorta di archivio di probabilità, come stanno studiando Giulio Tononi e la sua équipe, analizzando le onde cerebrali infatti si riesce a decodificare con successo i sogni, separandoli in base all’attivazione delle aree cerebrali coinvolte nella rappresentazione di categorie mentali specifiche. 

La decodifica della specifica sequenza di immagini sperimentata durante il sogno sembra rilevare un oggetto scientifico del tutto nuovo, forse paragonabile al passo in avanti realizzato dai primi chimici quando cominciarono a isolare le sostanze pure. I progressi della neuroscienza paiono decretare l’inizio della fine per l’ipotetica inaffidabilità che ha sempre contraddistinto il racconto onirico, fonte di giustificato scetticismo nel caso dei sogni autocompiacenti di Cesare, Costantino, Federico III, Kekulé e tanti altri. In futuro sarà sempre più difficile giustificare colpi di stato, conversioni religiose, ambiguità politiche e idee originali sospette di plagio riferendosi opportunisticamente a un sogno. Forse si sta avvicinando l’era della trasparenza onirica. (p. 373)

In futuro impareremo anche a pilotare i sogni e le realtà meravigliose a cui ci conducono, attraverso la pratica del sogno lucido che è nota a chi sperimenta alcune tecniche di meditazione, come il milam dei monaci tibetani o lo yoga nidra, e scopriremo che possiamo anche allenarci o creare dentro i sogni in maniera consapevole. Un viaggio affascinante ai confini della realtà, dentro il sogno di tutti i sogni.


Samantha Viva