in

#CriticaNera - Uno storico mancato, ora vigile urbano, come condurrà le indagini? Lia Celi e Andrea Santangelo si misurano col giallo in "Ninnananna per gli aguzzini"

- -
Ninnananna per gli aguzzini
di Lia Celi e Andrea Santangelo
Solferino, 23 gennaio 2020

pp. 342
€ 17,50 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)



Dopo appassionanti saggi scritti a quattro mani, Lia Celi e Andrea Santangelo (che abbiamo intervistato qui) si misurano con il giallo, portando con sé ciò che sanno fare al meglio: raccontare in modo avvincente la storia, sempre con il sorriso
Anche il loro protagonista, Marco Pellegrini, non tradisce le aspettative: storico mancato, perché il suo professore è morto prima di terminare la tesi, Marco si è ritrovato a fare il vigile urbano nel suo paesino, Monteperso.  E dire che aveva partecipato al concorso solo per far tacere la sua famiglia, che lo aveva iscritto a sua insaputa! 
I primi giorni sono a dir poco noiosi, per uno come Marco che trascorreva il suo tempo a Bologna: sembrerebbe solo un via vai di multe (neanche tante), quando invece avviene un omicidio. L'albergatore Fabrizio Gironi viene ritrovato ucciso in un capanno in mezzo alla campagna e il principale indiziato è uno degli immigrati che ha ospitato nel suo albergo, perché sotto il suo materasso sono stati rinvenuti il portafoglio e il Rolex di Gironi. Eppure, fin da subito, Marco capisce che è tutto troppo facile, perché sia vero: trascurando un po' il suo ruolo di vigile, il ragazzo si ritrova a indagare. Anche perché il Gironi era invischiato in un giro di compravendita di cimeli della Seconda guerra mondiale, soprattutto di "reliquie" delle SS tedesche che si sono trovate lì, sulla Linea gotica. D'altra parte, la ricerca di ferrame e altri resti della Seconda guerra è l'hobby preferito di tutti i pensionati della zona (compreso il nonno di Marco, vera macchietta del romanzo). 
Tutti hanno come massima aspirazione quella di scoprire la caverna dove si era nascosta la sedicesima divisione delle SS, per poi ritrovarsi sepolta viva, in una notte del '44. Lì, oltre al valore storico, ci sarebbe un inestimabile tesoro di divise, armi e paccottiglia varia. Vi pare un po' trucido tutto questo? Bene, sappiate che nel romanzo (e, ahimè, purtroppo nella realtà) ci sono cultori di tale collezionismo, disposti a pagare anche centomila euro per una divisa autentica.
E non ci vuole molto perché il protagonista si ritrovi coinvolto in un'indagine pericolosa, che lo espone in prima persona a decisioni importanti. Altro che girare per il paese con la sua divisa ereditata, dove le lettere di "polizia locale" si sono cancellate lasciandogli sulla schiena solo la buffa scritta "zia oca"! Altro che bighellonare tra l'osteria con i suoi lauti piatti e il comune, dove farsi sedurre dalle forme prorompenti della sindaca! Altro che tirare a sera timbrando il cartellino in orario! 
Marco Pellegrini è costretto a mettere in secondo piano la sua vita personale, pur lasciandosi affascinare ora dalla commissaria ora dalla sindaca, ora facendosi amico un importante scrittore in incognito a Monteperso. E deve persino far tacere il suo ex professore, il fu prof. Melara, che di tanto in tanto torna a parlargli dal regno dei morti, tra frecciatine e conversazioni vere e proprie. Incontri e scontri, sempre raccontati con grande ironia, si alternano all'indagine, che procede rivelando tratti decisamente inquietanti del nostro presente. Il mercato nero delle reliquie belliche è solo uno dei tanti aspetti che fanno spesso venire i brividi, insieme al disfattismo che ha portato molti giovani a riavvicinarsi al nazismo, con una superficialità più volte denunciata nel romanzo.
Se la suspense è spesso stemperata da una risata, non manca poi la precisione nel tirare le fila dell'indagine e nel risolverla come in un giallo tradizionale. Ninnananna per gli aguzzini si muove quindi tra originalità (il dettato è tanto brillante da rendere il libro godibilissimo) e romanzo di genere, tradendo di tanto in tanto un sorriso sarcastico e irridente su chi cerca - pateticamente - di riportare in auge il culto del Führer, a suon di grossi assegni e di rituali grotteschi. Non mancano frecciate alle forze dell'ordine e alla vacuità di una certa fetta di dipendenti pubblici, ma tutto è fatto con il sorriso, tant'è che anche alcuni personaggi secondari sono degni del nostro affetto. La domanda con cui si chiude il romanzo è: ci sarà una seconda indagine per il vigile-storico Marco Pellegrini? Inutile dire che speriamo proprio di sì.

GMGhioni