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I quaderni Fandango, Scrittura Creativa: tra spunti di lettura ed esercizi pratici

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I quaderni Fandango: Scrittura Creativa
di John Gillard
Fandango Libri, 2019

Traduzione di Valentina Nicolì

pp. 196
€ 20 (cartaceo)

Primo: questo libro vi farà venire voglia di leggere, ancora e ancora. Di recuperare autori e testi citati, alla luce anche delle considerazioni e degli esercizi di scrittura di cui si compone il quaderno.
Secondo: ovviamente avrete voglia di scrivere. Magari come semplice esercizio, non necessariamente per approdare in libreria, ma per il puro piacere che sa regalare la scrittura creativa.
Quale che sia la ragione, il quaderno di scrittura proposto da Fandango è un ricco diario che permette di guardare più da vicino il processo di scrittura, mettendosi direttamente alla prova ma anche indagando con maggior consapevolezza i testi a cui via via ci si avvicina come lettori. Curato da John Gillard, vi si delineano la vita e l’opera di venti grandi autori, da Joyce a Coupland, dal Novecento ad oggi quindi, con ritratti immediati, coincisi e, ovviamente, non esaustivi, ma da cui trarre moltissimi spunti, tra suggerimenti di lettura, approccio al testo, influenze, temi, correnti letterarie e, per ogni autore presentato, un totale di settanta esercizi di scrittura a essi ispirati.
Un libro dovrebbe essere un’accetta per rompere il ghiaccio del mare gelato dentro di noi (J.M. Coetzee, p. 137)
Schede essenziali, che inquadrano velocemente i tratti più significativi di ogni autore scelto, con brevi cenni al contesto storico entro cui operano, l’opera simbolo e il carattere peculiare della loro produzione e, soprattutto, l’approccio alla scrittura. Leggiamo delle epifanie di Murakami Haruki e dell’immaginazione che scaturisce entrando simbolicamente in quella camera buia dove intravede le sue storie, della costanza e della routine di scrittura che lo avvicina, tra gli altri, a Peter Carey, che scrive ogni mattina per tre ore, o, ancora, Margaret Atwood la cui ferrea disciplina la porta a scrivere ogni giorno tra le mille e le duemila parole, rigorosamente a mano.
Non c’è niente di speciale nella scrittura. Devi solo sederti davanti alla macchina da scrivere e metterti a sanguinare. (Ernest Hemingway, p. 45)
Partendo dai tratti più significativi di ogni scrittore, impariamo ad addentrarci nel testo e trarne spunti e suggerimenti di scrittura: dalla giocosità del linguaggio ricercato di Nabokov e la sua capacità di piegare le parole, è possibile trarre ispirazione, ad esempio, per descrivere qualcosa mediante associazione inusuali, esercitandosi sull’uso dell’allitterazione; o spingendosi ancora oltre provando la tecnica dell’S+7 sviluppata da Perec e gli scrittori del gruppo OuLipo in base alla quale ogni sostantivo veniva sostituito da quello posizionato sette occorrenze dopo nel dizionario.

Un discreto numero di esercizi che possono accompagnare il lettore in un percorso di analisi e sviluppo della tecnica di scrittura e, allo stesso tempo, rendono evidenti le complessità che si celano dietro il testo. È un buon punto di partenza questo manuale, tanto per i ritratti forniti di una ventina di grandi autori quanto per l’aspetto più pratico di cui si compone, che in alcune parti può essere di ispirazione per sviluppare laboratori di scrittura da proporre agli studenti della scuola secondaria superiore, entro i cui confini la scrittura creativa ha ancora un posto troppo marginale a mio parere. 
Per sua natura un manuale di questo genere non mira a essere esaustivo, ma credo sia un discreto punto di partenza, anche nella costruzione di una personale panoramica sugli scrittori che hanno contribuito a formare la nostra identità di lettori, il canone contemporaneo, o qualsivoglia parametro di riferimento individuabile nel realizzare la nostra personale mappa di autori e opere fondamentali. 

Un progetto, quindi, utile da più punti di vista, che rimanda ad altri testi simili per intenzioni, come per esempio Elementi di stile nella scrittura di William Strunk (citato anche nel volume, insieme a quel gioiellino che è On writing di Stephen King), o Il mestiere di scrivere di Carver, le Lezioni americane di Calvino, i Consigli a un giovane scrittore di Cerami e, forse il più simile come approccio, Imparare a scrivere con i grandi di Guido Conti. È un filone prolifero e in certi casi, come questo e gli esempi citati poc’anzi, sviluppato molto bene.

Personalmente, oltre al desiderio di ampliare ancora le mie letture, il Quaderno di Scrittura Creativa edito da Fandango mi ha fatto rendere conto ancora una volta di quanto questo mestiere possa essere affascinante ma ovviamente complesso: richiede passione, talento – che si, certo, si può allenare ma non far nascere dal nulla – disciplina e tenacia. E, alla base di tutto, la prima regola fondamentale per diventare un buon scrittore: leggere. Anzi, mi correggo: leggere tantissimo. 
Leggete! Assorbirete. Poi scrivete. Se è buono lo vedrete. Se non lo è, gettate tutto dalla finestra. (William Faulkner, discorso all’Università del Mississippi, 1947, p. 35)
E se, dopo aver passato del tempo fra le pagine di Flannery O’Connor, Virginia Woolf, William Faulkner, Maya Angelou, Kurt Vonnegut, si ha ancora la malsana idea di scrivere… beh, un manuale come questo può essere un buon punto di partenza.

Debora Lambruschini