La terza età come un terzo tempo: "Ricomincio da vedova" di Minna Lindgren

Ricomincio da vedova
di Minna Lindgren
Sonzogno, 2019

Traduzione di Elena Entradi

pp. 221
€ 17,00 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)



Ullis è fuori con le amiche. Sono in un locale rumoroso e pieno di gente, bevono l'ennesimo cocktail e valutano gli uomini attorno a loro per decidere chi portarsi a casa per una sana serata di sesso occasionale. Ullis cerca di non pensare alla sveltina che ha fatto con Valtonen la settimana prima quando un uomo la afferra e la bacia con una passione travolgente prima di andarsene e lasciarla lì con solo il suo nome e nessun altro modo di rintracciarlo.
«La traduzione non funziona, bisognerebbe incrociare senior e adolescente, un po' come seniolescente» farfugliai senza dare peso all'inacidimento di Pike.
I seenager erano tutto quello che gli adolescenti desideravano, solo sessant'anni dopo.
«Non dobbiamo lavorare, ma ci arrivano soldi sul conto, abbiamo una casa, la patente e la macchina, non abbiamo orari per tornare a casa e non abbiamo paura di restare incinte. Perfetto!» (p. 96)
Ah, giusto: Ullis ha settantatré anni, è appena rimasta vedova dopo una lunga e sfibrante degenza del marito e non ha la benché minima intenzione di sentirsi disperata per questo.

Film da leggere: "La commedia borghese" di Irène Némirovsky

La commedia borghese
di Irène Némirovsky
Elliot Edizioni, 2013

Traduzione di Monica Capuani

pp. 175
€ 16,00 (cartaceo)


La cameriera posa l'arrosto su tavolo ed esce. Lo zio Octave taglia le fette di filetto di manzo e serve gli ospiti. Si sente nel silenzio: «Conosce Parigi, signorina?».
«Un po', signore».
L'insalata. Zia Cécile riprende: «In fondo, non sono ragazze cattive, ma è sempre la stessa storia. Se non stai loro continuamente addosso, non combinano niente. Se le si sorveglia come si deve: "La signora è troppo esigente...". Oggi è già un miracolo che non abbia fatto bruciare l'arrosto...». (p. 142)
L'appellativo "piccolo borghese" non suona certo come un complimento. Indica una mentalità ristretta, un po' gretta, incentrata sui beni materiali e sul bell'apparire. Con le quattro novelle che compongono la raccolta, Irène Némirovsky si immerge in alcune delle polle che possono comporre le sfaccettature di questo epiteto. Può mettere in scena la superficialità della classe borghese; il complicato rapporto madre-figlia; le passioni che ribollono appena sotto la superficie di una società ordinata; il timore di invecchiare e perdere il proprio posto nel mondo. Oltre che con l'acutezza e la puntualità descrittiva propria dell'autrice, queste novelle assumono una prospettiva nuova: quella del cinema e della sceneggiatura. 

Caccia all'enigma nascosto nel Cenacolo: "La cena segreta" di Javier Sierra

La cena segreta
di Javier Sierra
DeA Planeta Libri, 2019


Traduzione dallo spagnolo di Claudia Acher Marinelli


pp. 395
€ 21,50 (cartaceo)
€  9,99 (e-book)


«Lo sconosciuto rise. "È molto facile da capire. Vi concederò la grazia della conoscenza prima di spedirvi all'Inferno. Non vi rendete conto che Leonardo vi ha tradito?". Tradito? Possibile che il maestro Leonardo avesse voltato le spalle ai suoi fratelli? Il pellegrino intuì che le cose si mettevano male. Un sibilo metallico, come quello di una spada sguainata, risuonò dietro di lui».
Inizia con un omicidio il thriller mistico, esoterico, artistico che DeA Planeta Libri ripropone, con una livrea elegante e impreziosita da immagini artistiche, in occasione del Cinquecentenario leonardiano, che cade quest'anno. Javier Sierra, scrittore spagnolo e indagatore di misteri, esperto di fenomeni inspiegabili e studioso di simboli religiosi, aveva pubblicato questo libro una quindicina di anni fa, ma l'anniversario della morte di Leonardo, con tutte le celebrazioni del caso, ha dato il là per una riedizione. Che arriva dopo che l'autore, con il romanzo Fuoco invisibile (leggi qui la recensione) ha ottenuto, lo scorso anno, il maggiore premio spagnolo per la narrativa, il Planeta.
Ne La cena segreta Sierra mette sul piatto un'ipotesi, tanto affascinante quanto tortuosa: che il grande Leonardo da Vinci fosse un eretico e usasse la sua arte come un'arma contro la Chiesa cattolica, infarcendo le sue opere più note, dalla Vergine delle rocce al Cenacolo, di simbolismi e messaggi comprensibili soltanto ai suoi adepti. Messaggi talmente dirompenti da mettere in pericolo l'integrità stessa della Chiesa.

#LectorInFabula - Pistaaa!! Arriva Winston, il gatto investigatore!!

Winston, il gatto investigatore
di Frauke Scheunemann
Milano, Feltrinelli Kids, 2019

Traduzione di Valentina Daniele

pp. 240
€ 13,00 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)


Se siete in cerca di un libro per ragazzi fresco, godibile, e allo stesso tempo intrigante, Winston fa per voi. Leggero e mai banale, il gatto investigatore vi coinvolgerà nelle sue indagini e riuscirà ad appassionare – ne siamo sicuri – anche i ragazzini più restii alla lettura.
Winston, o meglio, per citare il nome completo, Winston Churchill, è un gatto british shorthair nero dotato di una grande intelligenza e di uno straordinario acume che lo rende un provetto investigatore. Inoltre, cosa che non guasta, a causa di un precedente, spiegato nel libro (ma che non vogliamo svelare), l'animale sa persino leggere, scrivere e contare!
«Io, Winston Churchill, sono un gatto di razza pazzescamente pura, discendente da una linea famosissima di British Shorthair, con un manto nero curato e modi eccellenti.» (pp. 16-17)
L'animale ha già dato prova delle sue capacità nel precedente libro, Un gatto in missione segreta, della stessa autrice e pubblicato sempre da Feltrinelli nel 2015, ed ora è ormai inseparabile dalla sua padroncina Kira, dodici anni, e dagli amici della ragazzina, Pauli e Tom. Dopo una prima parte del libro in cui vengono raccontate delle brevi e veloci disavventure del gatto, utili a circoscrivere luogo e tempo dell'azione, oltre che introdurre i personaggi principali, ci si inoltra nella vicenda che occupa la maggior parte del libro e che porterà i protagonisti a vivere un'incredibile avventura.

#CritiCOMICS - "La Lega Degli Straordinari Gentlemen" è la somma della cultura pop e libresca

La Lega Degli Straordinari Gentlemen Volume 1 
(Nuova Edizione)
di Alan Moore e Kevin O'Neill
Bao Publishing, 2019

pp. 195
€ 21 (cartaceo)
€ 7,07 (ebook)



Parlare de La Lega degli Straordinari Gentlemen, il graphic-novel capolavoro di Alan Moore e Kevin O'Neill, dicendo qualcosa di nuovo o di non "già scritto e discusso" è un esercizio tanto difficile quanto inutile. Già, perché sull'importanza dell'opera in sé non si può avanzare alcun tipo di dubbio, anzi: nel tempo infatti, per dirla con il gergo della finanza, "ha acquisito valore" in modo esponenziale. Tuttavia è utile ragionare su questa ripubblicazione, da parte di Bao Publishing, ovvero una nuova edizione di un lavoro che senza alcun tipo di problema possiamo giudicare come una riedizione capolavoro
Infatti, sin dalla prima pagina in cui si spiegano le note del traduttore e il "sentiment" generale della pubblicazione, Bao fa le cose in grande stile ridonando quello stile scanzonato e unico che Moore e O'Neill a loro tempo avevano instillato nella prima versione. Ecco allora che le avventure di Mina Murray, Allan Quatermain, Dr. Jekyll, Griffin l’uomo invisibile e del Capitano Nemo sono ancora più belle di prima.

«Se se ne vanno anche i ricordi è finita»: l'amore che vive di dettagli per Giorgio Biferali

Il romanzo dell'anno
di Giorgio Biferali
La Nave di Teseo,  maggio 2019

pp. 217
€ 17 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)


Ma quindi è così che si scrive un romanzo? Cioè è tutto autobiografico? Non c'è nulla di inventato? Chi ti conosce deve stare attento a quello che dice, a quello che fa, che se no rischia di diventare un personaggio? (p. 125)
Ci sono romanzi che vivono di dettagli, perché sui dettagli del vissuto costruiscono la loro verosimiglianza, stimolano la partecipazione e l'empatia del lettore. Il romanzo dell'anno di Giorgio Biferali, uscito un paio di mesi fa per la Nave di Teseo, sembra proprio appartenere a questo genere. La trama, in effetti, è di per sé semplice: il Capodanno 2016 si apre per Niccolò con la sconfortante notizia dell'incidente della sua ex ragazza, Livia, investita mentre andava per Roma in motorino. La ragazza è in coma e Niccolò trascorre i mesi di questo difficilissimo anno ricordando la loro relazione, mentre il mondo esterno sembra crollargli attorno, tra amici che si sottraggono alla sua compagnia, lavoro problematico, e la cronaca stessa che sembra portare a un'implosione. Finalmente solo al capezzale della ragazza, un giorno Niccolò inizia a scriverle come non ha mai fatto in vita sua: sono lettere che parlano a volte del presente, ma soprattutto che rievocano i loro piccoli rituali amorosi, le abitudini e i sogni che avevano come coppia. Ecco allora che Livia, sebbene indirettamente, è presente e coprotagonista del testo: è quel "tu" a cui Niccolò si rivolge nelle lettere, a volte ponendole degli interrogativi a cui è difficile rispondere. Interrogativi che, anche graficamente, conquistano una intera pagina con il loro punto di domanda, che si fa molto più angosciante così sospeso in tutto quel bianco. 

Sandali, stivali, tacchi e sneakers: la storia delle calzature raccontata da Elizabeth Semmelhack

Scarpe.
Storia, stili, modelli, identità
di Elizabeth Semmelhack
Traduzione di Irene Micheli Amodeo
Revisione della traduzione: Anna Scopano
Odoya, 2019

(Prima edizione originale: Reaktion Books Ldt, 2017)
Prima edizione italiana: Rizzoli, 1965)

pp. 308
Euro 24,00


Anche chi sempre diffida dalle fascette e dagli strilloni promozionali non rimarrà indifferente a ciò che si legge sulla copertina di Scarpe. Storia, stili, modelli, identità di Elizabeth Semmelhack, appena tradotto e dato alle stampe in Italia da Odoya: se il guru delle calzature Manolo Blahnik lo ha definito “an absolute must” almeno un poco di verità ha pure da esserci. Di che si tratta, dunque? Forse di un catalogo fotografico in pieno stile shoeporn?  Di un manuale di consigli su come completare al meglio il proprio outfit con ciò che ci si mette ai piedi? Di un prontuario di podologia, ortopedia o riflessologia plantare? No, niente di tutto questo. Perché l’autrice, Senior Curator del Bata Shoe Museum di Toronto e con all’attivo diverse pubblicazioni sul medesimo tema, ha ben pensato di scrivere una storia delle scarpe che andasse oltre gli aspetti più prettamente legati alle mode e alle tendenze come anche all’anatomia e alla salute delle nostre estremità inferiori. Nella convinzione che ciò che gli esseri umani hanno usato per proteggere e facilitare il movimento di queste ultime sia una faccenda tutt’altro che frivola, Semmelhack ha dato vita a un saggio storico-critico che si legge con la piacevolezza di una passeggiata a piedi nudi – “camminare” per credere – o, se si vuole, di un ballo che si compie in quattro passi: uno con i sandali, uno con gli stivali, uno con i tacchi e uno con le sneakers.

Basta con le Fake News! Ok, ma come riconoscerle? Un manualetto per non soccombere alla disinformazione

Fake news. Cosa sono e come imparare a riconoscere le notizie false
di Michelangelo Coltelli e Noemi Urso
Franco Cesati Editore, giugno 2019

pp. 104
€ 12,00 (cartaceo)


Quante volte ci siamo imbattuti nella parola "fake news" negli ultimi due anni? Sicuramente tante volte, e non sempre è stato utilizzato a ragion veduta: nel libretto uscito per le "pillole" di Franco Cesati, Michelangelo Coltelli e Noemi Urso, fondatore e caporedattrice di BUTAC (Bufale un tanto al chilo), fanno chiarezza su tanti dubbi che possiamo avere. Ad esempio, che differenza c'è tra bufala e disinformazione? E quando possiamo parlare di misinformazione? Le differenze vanno ben oltre un fatto lessicale, dal momento che la disinformazione è decisamente più pericolosa, poiché deliberata («è la diffusione intenzionale di una notizia che parte da una base di verità [...] e la sfrutta, distorcendola, per influenzare le scelte e le opinioni dei fruitori», p. 23): il giornalismo a tesi, ad esempio, sfrutta solo alcuni dati e argomentazioni finalizzati a sostenere la tesi dello scrivente.

Determinismo e ribellione alle pendici dei Pirenei: "La brina sulle spalle" di Mediano

La brina sulle spalle
di Lorenzo Mediano
edizioni e/o, 2011

pp. 143
€ 16,00 (cartaceo)

Titolo originale: La escarcha sobre los hombros
Traduzione di Maria Nicola

Novembre 1934. Spagna. Nel remoto villaggio di Biescas de Obago, quasi dimenticato alle pendici dei Pirenei e ignoto ai più, non arrivano che pochi echi distorti sia della Storia, dei conflitti che proprio in quegli anni lacerano il Paese e ne stravolgono continuamente l’assetto politico, sia della modernità che ha ormai toccato le grandi città, lontane come miraggi. A Biescas de Obago, si sopravvive sempre allo stesso modo, portando avanti consuetudini immutate da secoli e rispettando una gerarchia sociale rigidissima, in cui il “padrone” di ogni casa, come suo padre, e suo nonno prima di lui, esercita un governo “tirannico, assoluto, indiscutibile” su chiunque gli sia sottoposto.

«Di questo libro non c'era l'esigenza; nessuno lo ha commissionato, nessuno ha chiesto un'autobiografia di Roth»

I fatti. Autobiografia di un romanziere
di Philip Roth
Einaudi, 2014

Traduzione di V. Mantovani

pp. 203
€ 11,30 (cartaceo, ET)
€ 7,99 (ebook)


«Con le autobiografie, c'è sempre un altro testo, un controtesto, se vuoi, di quello presentato. È probabilmente la più manipolabile di tutte le forme letterarie» (p. 179)
Strutturata come una lunga lettera a Zuckerman, uno dei celebri personaggi delle prime opere di Philip Roth, I fatti si presenta fin dall'inizio come un'autobiografia paradossale, che ha i tratti di una narrazione chiusa nella pretesa veridicità biografica. Tuttavia, Roth ha, fin dall'inizio, piena consapevolezza di essere alle prese con un libro diverso dal solito, che certamente non cerca l'apologia né l'autoglorificazione; semmai è possibile ravvisarvi il desiderio di fare il punto sulla propria vita («la persona alla quale intendevo rendermi visibile in queste pagine ero, in primo luogo, io stesso», p. 4). 
D'altro canto, Roth sa che la mistificazione è dietro l'angolo; ciononostante il testo sembra poi piegarsi alla tradizione, ripercorrendo cronologicamente - a parte qualche licenza di prolessi e analessi qui e là - la vita del grande scrittore americano. Non possono mancare i rapporti familiari, col padre che lavora come assicuratore dopo un investimento errato, e tuttavia fa di tutto perché Philip possa seguire le sue aspirazioni, andando all'università. Roth, d'altra parte, si immaginava nei primi anni come un futuro professore universitario, non certo come uno scrittore; la possibilità di dedicarsi al campo creativo, semmai, viene dall'esempio del fratello Sandy, che è già diventato un artista: 
«La tenacia del suo esempio fissò nella mia mente il concetto che il figlio di un assicuratore aveva il diritto - se possedeva il talento e l'industriosità - di aspirare a qualcosa di diverso da una tradizionale carriera negli affari o nelle professioni. (p. 102)

"Storie di Firenze": alla scoperta dell'impronta che ci lasciano addosso le nostre origini


Storie di Firenze
di Serena Bedini
Odoya, 2019

pp. 296
€ 18,00 (cartaceo)




Quello che Firenze trasmette ai suoi è paragonabile a una struttura fondamentale, a una grammatica della mente e del senso: ed è anche qualche cosa di più sottile, al punto che l’impronta segreta è anche più tenace di quella visibile.

La citazione di Mario Luzi, nella quarta di coperta del volume Storie di Firenze di Serena Bedini, edito da Odoya, è l’incipit migliore alla sua lettura: per aprire questo libro, infatti, bisogna essere o nati a Firenze o grandi estimatori di questa magica città (o entrambe le cose, ché una non esclude l’altra).
Io che a Firenze ci sono nata, e a una manciata di chilometri dalla sua ombra imponente ho vissuto fino a pochi anni fa, ho trovato le parole di Luzi rivelatrici.

"Ultima fermata Delicious": una potente storia di razzismo e riscatto



Ultima fermata Delicious
di James Hannaham
Rizzoli, 2019

Traduzione di Alberto Cristofori

pp. 448
€ 20,00 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook) 


Tua madre è salita sul pullmino della morte, disse il senzatetto, sottolineando la parola morte quasi ridendo. Pullmino della morte? Vaffanculo, bugiardo di un... Arrivano con questo furgone, okay? e ho visto un sacco di gente salire a bordo, ma nessuno tornare indietro. Ho sentito dire che prendono gente per fare un lavoro bellissimo chissà dove. L'hanno chiesto anche a me, ma io mi sono detto: Che razza di lavoro è uno dove non ritorni? Annuì come se Eddie gli avesse dato la risposta giusta. È probabile che siano lì a far mangime per i cani con la carne dei negri. (p. 196)
Da qualche parte, in uno stato del Sud dell'America che sembra impossibile da trovare sulle mappe geografiche - forse è la Louisiana, forse è la Florida - un pullmino sgangherato si aggira per le periferie. Raccatta tossici, donne che lavorano in strada, senzatetto; neri che hanno smesso di sperare. È il pullmino della Delicious Foods, un'impresa agricola che promette a questa gente un lavoro e una nuova vita in un residence di quelli che vedi solo sui depliant, che vende loro una seconda (a volte anche una terza e una quarta) occasione.
È questo il luogo che dà il titolo al nuovo splendido romanzo di James Hannaham, vincitore del prestigioso PEN/Faulkner Award.

Tra racconti esilaranti e altri dolci-amari: "Calypso", la nuova raccolta di David Sedaris

Calypso
di David Sedaris
Mondadori, 23 luglio 2019

Traduzione di Matteo Colombo

pp. 228
€ 18 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)


Ridere, ridere, ridere ancora... Vi ricordate le parole di questa canzone intramontabile? Nel nuovo libro di David Sedaris, Calypso, la risata apparentemente facile, spontanea, è però seguita da una riflessione che ci farà parlare non solo di ironia, ma anche di umorismo. Rispetto ai racconti precedenti c'è anche una vena nostalgica e una riflessione più vasta su temi tutt'altro che semplici: malattia, invecchiamento, dipendenze, morte. Eppure il tutto è trattato con la levità consueta, con quella capacità di guardare alla vita in modo del tutto originale, ed è proprio la sincerità dello sguardo senza filtri di Sedaris che rende anche Calypso un libro da aggiungere alla propria libreria. 
Al centro dei racconti c'è l'autobiografia di David, con episodi che talvolta vengono ripresi qua e là, tracciando una linea di continuità intermittente e capricciosa all'interno della forma frammentaria. L'io narrante è, d'altra parte, il trait d'union più brillante di tutti i racconti, perché il piacere del raccontare e la spontaneità sono palesi. Quanto gli viene facile scrivere!, esclama inevitabilmente il lettore a ogni racconto. E bisogna proprio dirlo: la fatica della scrittura, magari presente (solo l'editor di Sedaris potrebbe dircelo?!), è comunque totalmente dissimulata e così resta sovrano il piacere della narrazione distesa, divertita e divertente. 

L'amore e l'odio dopo la catastrofe: l'ultimo romanzo di Sandrine Collette

Dopo l'onda
di Sandrine Collette
edizioni e/o, 2019

Traduzione di Alberto Bracci Testasecca

pp. 282
€ 18 (cartaceo)
€ 11,99 (ebook)


​Stavano lì come gattini bagnati sotto la pioggia, stretti gli uni agli altri con lo sguardo inebetito, sbattendo gli occhi per le raffiche di vento e gli acquazzoni caldi. Davanti a loro c’era il mare, ma non solo davanti. C’era mare anche dietro, a sinistra e a destra. In sei giorni non avevano avuto il tempo di abituarsi, ma avevano capito che il mondo non sarebbe più stato come prima. Non dicevano niente. Si limitavano a tenersi per mano tutti e undici, padre, madre e nove figli, con i volti frustati dal tempo impazzito e dal diluvio che non si fermava o quasi e li obbligava a compattarsi intorno alla casa. Erano trascorsi sei giorni dall’onda. Lo tsunami era arrivato e nessuno l’aveva sentito. O, se qualcuno lo aveva sentito, era già troppo tardi. (pp. 11-2)
Era troppo tardi. Non è affatto un caso che l'ultima frase della citazione tratta dal libro di Sandrine Collette suoni come una condanna: il suo non è un romanzo in cui la catastrofe si manifesta con lentezza, durante lo svolgimento della trama, né uno – come, per esempio, La strada di McCarthy – in cui ci ritroviamo molto tempo dopo l'apocalisse, in un momento qualunque in cui i superstiti hanno a che fare con un mondo già profondamente mutato nelle abitudini. Nel testo di Collette l'evento, sin dalla primissima pagina, è già accaduto, sì, ma è anche appena accaduto. L'orrore in cui i protagonisti si trovano riversati, dunque, è l'orrore di un mondo conosciuto e dato per scontato, con le sue proprie leggi della natura e della morale, che scompare all'improvviso senza possibilità di ritorno alcuno. È in questa situazione di emergenza immediata che Pata, Madie e i loro nove figli devono muoversi, isolati da tutto e costretti a scelte inumane che nessuno di noi, nel nostro agio da cittadini di un primo mondo squilibrato ma ancora perfettamente lineare, si immagina di dover compiere.

La leggerezza delle poesie tra nuvole e parole


Cacciatore di nuvole
di Jorge Carrera Andrade
Stampa Alternativa, 1 settembre 2001 

Traduzione a cura di Daniela Bellon 

pp. 32
€ 0,85 (cartaceo) 

La chiave del fuoco
Io sono il possessore della chiave del fuoco, 
la chiave pacifica del fuoco naturale
che apre le invisibili serrature del mondo,
la chiave dell'amore e del papavero,
del rubino primordiale e della melagrana,
del pepe cosmico e della rosa.
[Prima parte della poesia tratta e tradotta dal libro “Aquí yace la espuma”]

Il cacciatore in questione è il poeta ecuadoriano Jorge Carrera Andrade, le cui desiderate prede non sono soltanto le nuvole ma anche e soprattutto le parole che come piccoli mattoncini compongono, riga dopo riga, versi che sanno dei quattro elementi dell'universo: di terra, di acqua, di fuoco e di aria. Di origini lontane, di solitudine, di umanità, di innocenza, di fanciullezza, di ingenuità, di natura e di supremo creato. 
Sono poesie che parlano di tutto ciò che è puro, leggero, quasi infantile, esattamente come è cercare le nuvole e magari fantasticare sulla forma che esse, in quell'esatto istante, hanno e offrono ai piccoli e grandi osservatori. 
L'intento poetico di Jorge Carrera Andrade è contemplare la natura associandola spesso alle emozioni più semplici, elogiandola e venerandola. 
Credente, menziona in più versi Dio, ma non si esime dall'immaginare un pianeta perfetto, chiamato dal poeta Aurosia – medesimo titolo della lirica in esame – , in cui natura, ambiente, bambini e “esseri più umani dell'uomo” convivono pacificamente, in un “Nuovo Mondo senza fiere né paura, senza vecchiaia né angoscia della mente”. 
Nato nel 1903, pubblicò la sua prima raccolta di poesie nel 1922, a soli diciannove anni. Così dai suoi versi, ma anche dalla precoce età in cui le poesie videro la luce ufficiale si deduce che possedesse uno spiccato animo sensibile, dote indissolubile dei poeti. Vanta una tale produzione dedita all'elogio della natura e del mondo che si è guadagnato l'epiteto di pioniere ambientalista. 

L'educazione alla semplicità: l'addestramento magico di una nonna alla sua adorata nipote

Un'estate con la Strega dell'Ovest
di Kaho Nishiki
Feltrinelli, 2019

Traduzione di Michela Riminucci

pp. 144
€ 12,00 (cartaceo)
€ 8,99 (ebook)



Devi ripeterti che, qualunque cosa accada, “non è una ferita mortale”.

Quanta sicurezza c’è nel momento in cui si prende in mano un romanzo giapponese contemporaneo, lo si inizia a leggere e si sa, quasi per certo, che il periodare semplice, il lessico puntuale e gli splendidi ritratti della natura siano quel porto a cui attraccare per trovare conforto dalla nostra vita confusa? Tanta, ed è per questo che non smetterò mai di adorare una letteratura così essenziale da non necessitare altro che se stessa. Non è un caso se sono eccezioni i titoli che hanno deluso le mie aspettative: nella narrativa giapponese trovo sempre quel che cerco, anche se a volte questo significa perdermi.

#EditoriInAscolto: Edicola, una casa editrice tra Italia e Sud America



Alice Rifelli e Paolo Primavera, editori di Edicola
Il Salone del libro di Torino è sempre l'occasione per salutare amici e colleghi e scoprire nuovi progetti editoriali interessanti. Nell'ultima edizione, la nostra Debora Lambruschini ha incontrato i responsabili di Edicola, una casa editrice indipendente che lavora tra Italia e Sud America con lo scopo di proporre ai lettori italiani nuove voci del panorama letterario cileno contemporaneo e, viceversa, portare un po' d'Italia fino in Cile. Abbiamo quindi intervistato Alice Rifelli, uno degli editori, per saperne di più sulla loro storia e i progetti futuri. Edicola si pone come un ponte fra Italia e Cile, dialogo e confronto tra due terre unite dall'amore per la letteratura contemporanea.

Come e quando nasce il vostro progetto editoriale?
Edicola nasce nel 2013 a Santiago del Cile, da un’idea di Paolo Primavera. Nel 2015, con l’apertura della sede italiana, a Ortona, in Abruzzo, mi unisco al progetto. Oggi io e Paolo viviamo tra Italia e Cile e la casa editrice ha due sedi, due distribuzioni, due cataloghi. Su queste basi cerchiamo ogni giorno di costruire ponti letterari che uniscano i due paesi, selezionando e traducendo voci, storie e culture e accompagnandole aldilà dell’Oceano.

Le falle della memoria: il nuovo romanzo gotico di Silvio Raffo

Il segreto di Marie-Belle
di Silvio Raffo
Elliot, 2019

pp. 142  
€ 16,50 (cartaceo)
€ 11,99 (ebook) 


C'è un'urgenza, ne Il segreto di Marie-Belle, che viene dichiarata fin dalle prime righe dalla narratrice interna, Aurelia: la storia deve essere raccontata prima che le vertigini della sua mente e le ombre che le offuscano la vista abbiano la meglio. Non manca molto, ed è fondamentale ricostruire, affidandosi a una memoria sempre più fallace, il "perno segreto", il "punto oscuro" (p. 7) attorno a cui ruotano le disgrazie della famiglia Daumier-Zeller. 
Aurelia, tutrice e poi assistente personale della fragile Marie-Belle, dagli anni della sua infanzia fino all'età adulta, racconta in un’ottica retrospettiva, da molto tempo ormai segregata a Villa Sorriso, quella che apparentemente sembra una semplice casa di riposo, ma si rivela in realtà un "elegante manicomio" (p. 52). Mentre i ricordi riemergono dal passato frammentari e incerti, e si definiscono progressivamente attraverso una lenta messa a fuoco, ci si rende conto con chiarezza che Aurelia è soprattutto una narratrice inaffidabile: non solo perché l'età avanzata ostacola effettivamente la ricostruzione organica e lineare degli eventi, ma soprattutto perché la sua labilità psichica la porta a omettere, addirittura a celare alla propria stessa coscienza, i dettagli sgradevoli, i fatti che contrastano con i suoi desideri e la sua visione idilliaca del reale.

«Signoramia», di Elena Dallorso e Francesco Nicchiarelli, per un romanzo davvero... gustoso!

Signoramia
di Elena Dallorso e Francesco Nicchiarelli
Milano, Feltrinelli, 2019

pp. 352
€ 15,00 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)

«Guendalina, ho urgente bisogno del tuo aiuto!»
«Che c'è?»
«La tipa della chat di cucina vuole diventare mia amica, mi fa domande e non so cosa dirle!»
«Quella che tu crede che tu sia Maria?»
«Sì, lei»
«Be', e io che c'entro? Non è quello che volevi?»
«Ma io volevo solo parlare di cucina, ora si complica tutto!»
(p. 51)
Prendete due appassionati di cucina, un blog di ricette e una conversazione a proposito dei tonnarelli cacio e pepe; unite al composto pochi grammi di sagacia, qualche punta di ironia, e infine a metà cottura aggiungete un pizzico di romanticismo. Mescolate con cura tutti gli ingredienti et voilà, il piatto – ops, il libro – è pronto.
Non è la prima volta che l'arte culinaria fa da sfondo ad una qualche vicenda narrativa e grazie al successo crescente che la cucina ha ottenuto negli ultimi anni, grazie anche a svariati programmi e contest televisivi, si può certamente dire che lo scrittore che vuole cimentarsi in questo genere di racconto trova senz'altro un ambito favorevole.
Viene subito in mente, ad esempio, Il tortellino muore nel brodo (di Gianluca Venturi, già recensito da Critica Letteraria), delizioso e divertente libro in cui un tranquillo oste bolognese si ritrova suo malgrado a risolvere un caso, guidato, anche, dai dettami culinari che segue ogni giorno tra i fornelli della sua cucina; oppure ancora Carciofi alla giudia (di Elisabetta Fiorito, anche questo recensito qualche tempo fa), in cui il piatto che dà il titolo al libro dà inizio ad una serie di disavventure che vedono protagonista una giovane coppia.

Inciampare lungo il percorso con Gian Marco Griffi

Inciampi
di Gian Marco Griffi
Arkadia, 2019

pp. 228
€ 16 (cartaceo)

Mi chiamo Remo, pulisco i bagni al Mercato Coperto di Asti e ho creato un profilo su Facebook per potermi conseguentemente iscrivere a un gruppo Facebook per gente che ha l'alluce valgo, anche se non ho l'alluce valgo.
Spiego: il mio amico Bruno (su Facebook si chiama Brad Pittbull, anche se è brutto come il peccato e odia i cani) è iscritto a Cipolla Cafè da quattro mesi e dice che le donne con l'alluce valgo hanno una voglia di scopare pazzesca.
Poiché io, come Bruno, ho una voglia di scopare pazzesca, ho inviato la richiesta di iscrizione a Cipolla Cafè. (p.87)
Immaginate di essere in macchina con un amico: siete partiti da Roma, Napoli, Pisa diretti verso la Svizzera o da qualche altra parte in Piemonte, e a un certo punto decidete di fermarvi a un autogrill. Mentre il vostro amico va in bagno e voi state prendendo un caffè al bar, un tizio attacca bottone. Parlando del più e del meno, dopo avergli spiegato il motivo del vostro viaggio, l'uomo comincia a raccontarvi una storia, un aneddoto, qualcosa che è capitato non proprio a lui ma a un suo conoscente tempo fa, e che è successa da quelle parti, nella zona del Monferrato anche se non dove siete adesso bensì in una cittadina dal nome particolare ed evocativo, o forse no, era da un'altra parte ancora. È una storia senza senso, che comincia con delle persone che neanche conoscete ‒ Fausto, Bruno, Carlo, figure che nella vostra testa non hanno forma o dimensioni ‒ e terminano con una poesia dedicata a un tasso morto, con un'uscita a quattro che comprende due amici che fanno finta di avere l'alluce valgo e due donne che hanno veramente l'alluce valgo, o infine con una cittadina della Bielorussia, davanti alla casa di una donna sconosciuta ma che in teoria era la ragazza di un amico di un amico del vostro interlocutore, da poco deceduto.

«Non dimenticate che ha mangiato una vespa. Non teme di affrontare nulla»: il nuovo romanzo di Anita Nair sulla condizione femminile in India

Sapore amaro
di Anita Nair
Guanda, luglio 2019

Traduzione di F. Diano

pp. 323
€ 19,00 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)


Spettri e scrittori sono più simili di quanto crediate. Possiamo essere come voi volete. Possiamo sentire i vostri pensieri anche se non ce li dite. Possiamo leggere i silenzi e dar forma alle vostre storie come se fossero accadute a noi. E io ero entrambe le cose: uno spettro e una scrittrice. (p. 36)

Da qualche settimana è tornata in libreria Anita Nair, già autrice dell'acclamato Cuccette per signora: nel suo nuovo romanzo, Sapore amaro, la scrittrice indiana si occupa della condizione femminile nel suo Paese, indagando anfratti ben riposti delle vite delle protagoniste, da un punto di vista decisamente insolito. A parlare, infatti, e a osservare le loro vite è una scrittrice morta suicida, Srilakshmi, una scienziata che fin da piccolissima si è mossa con coraggio in un'India che la voleva remissiva e madre di famiglia. Con i suoi studi di zoologia, Srilakshmi ha provato già una prima volta ad abbattere il suo status sociale imposto dalle regole della società, così come ha tentato di svoltare con un amore-passione che tuttavia l'ha gettata nella disperazione. Lui, Markose, non ha saputo rinunciare del tutto a Srilakshmi, e dunque, dopo la sua morte, si è impossessato in modo sconsiderato di una delle sue falangi, quindi ha nascosto l'osso in un armadio con doppiofondo, che ha fatto costruire apposta. Ma tutto è instabile e transitorio, anche la dedizione di Markose, per cui dopo alcuni anni la falange di Srilakshmi e la sua anima si sono ritrovate a vagare in un resort dove l'armadio era finito per caso. 

"Aiutateci a casa nostra": la risposta di Nicola Daniele Coniglio ai quesiti sull'impatto dei flussi migratori sul sistema economico italiano

Aiutateci a casa nostra. Perché l'Italia ha bisogno degli immigrati
di Nicola Daniele Coniglio
Laterza, giugno 2019

pp. 152
€ 14,00 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)


È vero che gli immigrati ci rubano il lavoro e contribuiscono ad abbassare i salari degli italiani? È ragionevole sostenere che gli italiani pagano le tasse per mantenere gli immigrati? Qual è l'impatto dell'immigrazione sul welfare italiano? E ancora: è realistico affermare che regaliamo agli immigrati 35 euro al giorno? Erigere muri e blocchi navali risolverà il problema dell'immigrazione clandestina?

A questi e altri quesiti fornisce una risposta Nicola Daniele Coniglio, professore di Politica Economica presso l'Università degli Studi di Bari Aldo Moro e direttore italiano del Master in Economics of Globalisation and European Integration, e lo fa, dati alla mano, lasciando fuori dalle pagine del suo libro, Aiutateci a casa nostra. Perché l'Italia ha bisogno degli immigrati, qualsiasi implicazione ideologica.

Un triangolo d'amore nell'Europa di fine Ottocento: il nuovo romanzo di William Boyd

L'amore è cieco
di William Boyd
Neri Pozza, 27 giugno 2019

Traduzione di L. Prandino

pp. 441
€ 18 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook) 



Ci sono romanzi di cui si rimane orfani, dopo averli terminati. L'ho pensato subito con L'amore è cieco di William Boyd, un libro che ci trasporta senza chiedere il permesso nell'Europa di fine Ottocento e ci fa attraversare, insieme ai confini degli stati, i sentimenti che vorremmo lasciare riposti dentro l'animo umano. I sentimenti eccessivi, quelli che vanno dalla passione irrefrenabile all'odio più violento, passando attraverso le aspirazioni lavorative e talvolta la loro delusione. 
Andiamo con ordine. Il ventiquattrenne accordatore di pianoforte Brodie Moncur ha molto talento: pur essendo cresciuto con continue frustrazioni per il cattivo rapporto col padre, lui ha un sogno: riuscire a trasformare l'azienda per cui lavora, la Channon & Co., in una realtà internazionale, sfondando anche nella tanto protetta Europa continentale. L'occasione ghiotta arriva poco dopo le prime pagine, quando ormai abbiamo compreso la routine di Brodie, tra pianoforti a cui ridare vita, incontri al casino locale, scontri in famiglia. L'occasione, dicevo, non si fa attendere: il protagonista può andare a Parigi e aprire lì un magazzino dei pianoforti Channon.

Leonardo Iuffrida racconta una storia senza veli: quella del nudo maschile nella fotografia e nella moda

Il nudo maschile nella fotografia e nella moda
di Leonardo Iuffrida
Odoya, 2019

pp. 271
€ 18,00 (cartaceo)

In un certo senso, al netto del prevedibile gioco di parole, è proprio così: Il nudo maschile nella fotografia e nella moda è un libro che non solo si sfoglia ma “si spoglia” anche da solo. Elogio dell’anatomia di ogni figlio di Adamo, il lavoro di Leonardo Iuffrida pubblicato da Odoya Edizioni non si limita a fare l’evidente gioia degli estimatori del bel sembiante, ma si propone come contributo storico-critico utile a comprendere l’esposizione e la percezione del corpo virile in assenza di veli di sorta: e lo fa con un occhio al filtro mediale privilegiato dell’obiettivo e l’altro all’evoluzione del costume, in una prospettiva incrociata che tiene conto in eguale misura degli orizzonti culturali e artistici, storici e politici, psicologici e sessuali. Non solo muscoli definiti e guizzanti in bella mostra, dunque, anche perché, come si avrà modo di scoprire, le ipertrofie più stereotipate sono state non di rado messe al bando dai criteri di rappresentazione: ciò che più interessa l’autore, difatti, è utilizzare la nudità dell’uomo in quanto criterio per comprendere l’evoluzione dello sguardo occidentale a esso rivolto dal XIX secolo fino alla più recente contemporaneità. Un’analisi condotta oltre il recinto rassicurante e anestetizzante dell’arte – ovvero oltre la pittura e la scultura – e a confronto diretto con immagini desiderose di alludere a nient’altro che ai rispettivi referenti: «la storia della fotografia diventa così storia dell’uomo, del corpo maschile, dell’erotismo, della sessualità, dell’editoria, della moda, della liberalizzazione del nudo» (p. 9).

#CritiCOMICS: scoprirsi genitori, d'improvviso, addomesticando bestie feroci al suono di una risata

Due figlie e altri animali feroci
di Leo Ortolani
Bao Publishing, 2019

pp. 192
€ 18,00 (cartonato)
€ 6,36 (ebook)



Cosa ci si aspetta da un fumettista? Che sappia disegnare, certo, che crei sceneggiature brillanti dal plot accattivante nel caso curi anche la parte narrativa di un testo. E poi? Sembra sempre più facile chiedere a uno scrittore di romanzi, poesie o saggi di compiere una determinata operazione autoriale nel momento in cui consegna un’opera ai suoi lettori. È diverso nel caso di un testo della nona arte? Io ho sempre creduto di no, ma non riuscivo a spiegare con parole mie i motivi dietro a quest’affermazione (ammesso che ce ne fosse bisogno, ma nel mondo intellettuale c’è chi considera i fumetti, ancora, quei disegnetti di supereroi per bambini). Poi ho letto Due figlie e altri animali feroci di Leo Ortolani e ho avuto la risposta tra le mani.

Marina Café Noir: omaggio ai maggiori scrittori della casa editrice NNEditore con uno sguardo in più a Jenny Diski


Lia Careddu legge Jenny Diski
Foto di Alec Cani
La prima, ricca e lunga serata ufficiale di Marina Café Noir è interamente dedicata alla casa editrice NNEditore con tanti super ospiti della portata di James Anderson, Dan Chaon, Vinicio Marchioni e il gruppo King Howl.
L'evento di giovedì 20 giugno prende il via alle 18 con l'intrattenimento per bambini a cura di Francesco "Bugo" Lugas. Al termine dell'animazione, Piazza Garibaldi pullula di bimbi che si inseguono con il gelato in mano e cercano di salire sul palco eludendo la sorveglianza formata da staff e da volontari. Poi ci sono gli adulti che chi dalle panchine con una pizzetta al taglio butta un occhio distratto ai piccoli e chi in piedi, magari con una birra in mano, prova a star dietro ai propri figli. Infine gli anziani. Chi controlla a vista d'occhio e magari insegue i nipotini e chi, in libera uscita, con la propria compagnia è già seduto di fronte al palco, con tantissime ore d'anticipo per lo spettacolo che brama di seguire. 
Il clima che si respira a Cagliari per il festival di letterature applicate è gioioso, festivo, leggero e al tempo stesso "culturale": gruppi eterogenei di persone affollano da presto i palchi pur di non perdere lo spettacolo scelto.

Attaccarsi al mondo: "L'imprevedibile movimento dei sogni" di Sangalli e Bozzetti

L’imprevedibile movimento dei sogni
di Francesca Sangalli e Fabrizio Bozzetti
DeA Planeta, 2019

pp. 288
€ 17,00 (cartaceo)
€ 8,99 (ebook) 


Isabella perde i sensi sul campo da tennis, nel vivo di un incontro importante. Quando viene ricoverata nel reparto di pediatria di un ospedale ormai in via di dismissione, isolato tra le montagne, la ragazza è un grumo irrisolto di rabbia e sentimenti contrastanti: non accetta in primis il fallimento, il cedimento imperdonabile di un corpo giovane, allenato, orientato alla vittoria. Non tollera di essere imprigionata in un ambiente claustrofobico, di doversi sottomettere a regole e direttive che non riconosce. Non ammette di non essere trattata come un'adulta benché manchino solo quattro mesi al compimento del suo diciottesimo anno. Detesta, dell'odio viscerale e immediato riservato al nemico durante il match, la dottoressa Villa, primaria del reparto. 
Rigida, inflessibile, abituata alla tensione di un agonismo inesausto, Isabella si ribella alle costrizioni – senza mai indugiare troppo col pensiero sui continui svenimenti, sulle palpitazioni, sulla debolezza che spesso l'hanno afflitta nell'ultimo periodo. Anche la sua compagna di stanza le è di disturbo: una ragazzina "pallida e minuta, liscia, mora, con grandi occhi neri e labbra blu" (p. 21), con "qualcosa di simile a un disegno, un essere animato, ma che appartiene a un mondo di favola, come un fumetto" (p. 28).

#CritiCOMICS - Il ritorno del "demone di Transilvania" secondo Strukul e Mutti

Vlad. Neve e fuoco
di Matteo Strukul (testi) e Andrea Mutti (illustrazioni)
Feltrinelli Comics, 2019

pp. 64
€ 14,00 (cartaceo)


Vlad. Neve e fuoco arriva, attesissimo, dopo aver tenuto i lettori in sospeso per alcuni mesi, a chiedersi cosa sarebbe stato di Vlad Dracul, lasciato alle soglie di una guerra che già si immaginava cruenta. Il secondo volume della saga illustrata, dedicata al personaggio storico a cui Bram Stoker si ispirò per la creazione del suo famoso vampiro, inizia dove si concludeva il precedente (qui la recensione), conferendo un nuovo valore alla famigerata “sete di sangue” del suo protagonista. 
Il voivoda di Valacchia cala sulle armate dell'Impero Ottomano, violento e implacabile nel far strazio dell'avversario. Fin dalle prime pagine ritroviamo l'immagine di un uomo complesso, inquieto, perseguitato da una memoria che non gli lascia tregua. Il suo agire è sempre al tempo stesso nobile, cioè orientato alla liberazione della sua terra, e fortemente personale, mosso da istanze di vendetta. Anche per questo egli rifiuta di seguire le leggi dell'onore in combattimento e risulta tanto più terribile, nelle illustrazioni drammatiche di Andrea Mutti, mentre pasteggia solitario in mezzo ai cadaveri dei nemici.

La principessa triste, la commoner e l'attrice americana, che fecero la rivoluzione nella monarchia inglese

Diana, Kate, Meghan. Le nuove principesse
illustrazioni di Nadia Sgaramella
testi di Lorenza Tonani
Hop Edizioni, 2019

€ 18,00 (cartaceo)


Ma come?! Decine e decine di pubblicazioni di successo (anche commerciale) hanno diffuso in tempi recenti e recentissimi il messaggio che una donna, per realizzarsi in quanto tale, non abbia bisogno né di un principe azzurro né di avere a propria volta una corona sulla testa, e la casa editrice Hop! che fa? Dedica l’ultimo volume della fortunata collana Per Aspera Ad Astra nientemeno che alla trinità muliebre della monarchia britannica al crocevia tra Ventesimo e Ventunesimo secolo: Diana Spencer, Kate Middleton e Meghan Markle. Possibile?! Possibile. Perché a pensarci bene, e tanto per cominciare, la vita di queste tre dame non è stata e non è tutta rose e fiori, e basterebbero i tormenti e gli scandali che hanno accompagnato la breve esistenza di Lady D, per non parlare della sua tragica scomparsa, a colmare la misura. Tuttavia, al di là degli ovvi clamori che di fatto aleggiano sempre sopra le genealogie reali, le biografie di questo trio hanno in realtà molte caratteristiche che le fanno rientrare nella categoria di quelle figure femminili che sono riuscite a cambiare la Storia e a farne parte a dispetto di ostacoli e difficoltà. Dunque, per l’appunto, hanno tutte le carte in regola perché le loro vicende vengano ancora una volta raccontate dalle parole sapienti di Lorenza Tonani e mostrate dalle tavole di un’illustratrice (qui al suo debutto in volume) come Nadia Sgaramella.

Vivere dopo la sua morte: "La verità sull'amore" sta tutta nella caparbia conservazione dei ricordi

La verità sull'amore
di Josephine Hart
Feltrinelli, 2012

Traduzione di V. Mantovani

pp. 204
€ 8 (cartaceo)
€ 6,99 (ebook)


Io, sono forse vivo nel vero senso della parola continuando a vivere dopo che ho perduto una parte così grande di me? (p. 94)
La verità sull'amore si apre in modo a dir poco sconvolgente: un ragazzo nel cortile di casa sta facendo un esperimento (o forse una bomba per l'Ira?), quando qualcosa va storto e l'esplosione lo mutila e lo lascia agonizzante sul prato, mentre la sorella Olivia accorre, in attesa dei soccorsi. Soccorsi inutili, manco a dirlo. Ma quel che rende tutto ancor più drammatico è che è il ragazzo stesso a raccontare, dal suo punto di vista, i suoi ultimi minuti di vita. 
Poi passiamo agli altri: la stessa tecnica di affidare la parola ora a questo ora a quel personaggio garantisce a Josephine Hart di aumentare il pathos senza darsi il tempo di cadere nel patetico. Il dramma è plurale e al tempo stesso plurimo nella famiglia O'Hara. Ogni personaggio soffre, ma reagisce in modo diverso: la madre Sissy, i cui nervi erano già stati messi alla prova dalla morte di una figlia, si chiude in un silenzio ostinato e patologico, ma non smette certo di riflettere, e il lettore assiste proprio a questi monologhi interiori, davanti a un mondo che non sembra capirla e che la sprona solo a parlare. Come se parlare potesse migliorare le cose: 
Sei ferita dappertutto dall'amore e dall'assenza della persona che amavi. Ecco che cos'è, una continua assenza. Lui è scomparso. (p. 102)

#VivaSheherazade - I racconti delle donne

I racconti delle donne
A cura di Annalena Benini
Einaudi, 2019


pp. 288
€ 19,50 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)


[…] perché succede ancora che le scrittrici vengano paragonate tra di loro, ma che il grande romanzo letterario (diversamente, per esempio, dalla prosa lirica) continui a essere una categoria essenzialmente maschile. I libri delle donne non sono ancora discussi allo stesso modo di quelli degli uomini, e le donne ancora se la prendono. (Kathryn Chetkovich, “Invidia”, p. 181)
Questo è un libro di donne. Lo sono le autrici selezionate, lo sono le protagoniste delle storie, lo è la curatrice, la bravissima Annalena Benini. Questo, attenzione, non è un libro PER le donne, un’etichetta che personalmente ho sempre detestato: è una raccolta di storie, emozioni, parole, che trascendono genere, identità, spazio e tempo, tanto intensa è la bellezza. Un’antologia di venti voci straordinarie, scrittrici che nel racconto – o in una forma ibrida, fra racconto e saggio – hanno trovato la loro dimensione ideale e che Benini seleziona con cura, corredando ogni storia di una breve ma preziosa nota che aiuta a illuminare il racconto appena letto, svelarne il segreto, inquadrare meglio il contesto. Una selezione ragionata, che allinea uno dopo l’altro mostri sacri della narrativa breve mondiale, da Virginia Woolf ad Alice Munro, passando per Edna O’Brien, Valeria Parrella, Natalia Ginzburg e molte altre, da cui è impossibile non restare affascinati. Voci differenti, per tematiche e stile, provenienza e influenze, ognuna di loro però trova il suo posto ideale in questa raccolta che costruisce un canone contemporaneo in cui il femminile è il cuore pulsante. Venti storie per raccontare le donne in quel momento preciso la cui esistenza viene illuminata, nella ricerca di sé stesse, nei dubbi, negli angoli bui, nelle paure, nel punto di rottura. Innumerevoli i temi, gli spunti di lettura e riflessione, legati dal fil rouge dell’identità femminile su cui ogni scrittrice coinvolta getta il proprio personalissimo sguardo a illuminare ora un aspetto ora un altro dell’esistenza delle donne, dei dubbi che le accompagnano, dei desideri e delle passioni.

Conversazioni al telefono: tre sorelle e la loro vita



Avviso di chiamata
di Delia Ephron
Fazi editore 2019

Traduzione di Enrica Budetta

pp. 334
€ 15,50 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)


«Tra noi sorelle va sempre così. Ore attaccate al telefono, vite aggrovigliate, ma quando ci troviamo davvero faccia a faccia ci tratteniamo». (p. 142).
È appena arrivato in libreria Avviso di chiamata Delia Ephron (qui la recensione del suo libro precedente Siracusa): si tratta del romanzo d’esordio dell'autrice, da cui è stato tratto l’omonimo film con Meg Ryan e Diane Keaton.
Eve Mozell, la voce narrante, ha quarantaquattro anni, vive a Los Angeles negli anni ‘90 e si occupa di organizzare eventi. Insieme alle sorelle Georgia e Maddy, proviene da una famiglia piuttosto bizzarra. La madre si è allontanata dal padre lasciandolo, con seri problemi di dipendenze, in balia delle figlie. 
Sarà proprio il doversi occupare del padre, della sua malattia, della sua vecchiaia, il filo conduttore delle conversazioni e delle riflessioni che si generano tra le sorelle. Georgia, la maggiore, brillante, energica ed estrosa è la direttrice di una importante rivista.
Maddy, attrice, si trova a dover gestire una gravidanza indesiderata che le costerà il ruolo in una soap opera che rappresentava il suo trampolino di lancio.

#LectorInFabula - Riscrivere la storia con i "se": il nuovo progetto firmato Disney

Disney – A Twisted Tale
Riflessi
Testo originale di Elizabeth Lim
Giunti, 2019

Traduzione di A. C. Forastieri

pp. 384
€ 12,00 (cartaceo)
€ 6,99 (ebook)


La Storia non si fa con i "se", ma le storie forse sì... o almeno questo è ciò che prova a fare Disney, attraverso la sua nuova collana dedicata ai "Twisted Tales". In ogni volume, una delle più celebri avventure di casa Disney viene ripresa e raccontata nuovamente, immaginando che, a causa dell'alterazione minima di un singolo evento, la trama abbia assunto una piega completamente diversa rispetto allo sviluppo noto. Il variare di un dettaglio in un momento saliente produce a cascata una serie di mutamenti che alterano il corso della vicenda. L'elemento di novità viene segnalato fin dal sottotitolo: "E se Aladdin non avesse tenuto la lampada?"; "E se Mulan dovesse viaggiare nel regno degli spiriti?". La narrazione comincia quindi nel punto della svolta, recuperando ciò che è avvenuto prima tramite flashback e brevi allusioni, per soffermarsi poi sulla nuova evoluzione della storia. Elemento di particolare interesse all'interno del progetto editoriale è il tentativo di ampliare e ridefinire il pubblico: se già i cartoni animati di Walt Disney si connotavano per la loro natura transgenerazionale, in questo caso destinatari primari non sono tanto i bambini, quanto i giovani adulti. Attraverso la ripresa di favole note, si esplorano tematiche fondamentali nel percorso di crescita, quali la natura del bene e del male, la condizione femminile, o la ricerca di sé. Nel farlo, non vengono comunque traditi i caratteri dei personaggi originari, che sono anzi indagati più in profondità e, grazie alle possibilità offerte dalla parola scritta, esplorati in sfaccettature che nella versione cartoon rimangono solo accennate.

#VivaSheherazade - "Memorie di una donna medico": l'affrancamento emotivo dall'immaginario femminile islamico




Memorie di una donna medico
di Nawal Al-Sa’Dawi
Fandango libri, 2019

Traduzione di Stefania Dell'Anna

pp. 106
€ 14,00 (cartaceo)

Una lotta e una ricerca costante animano questo libro di memorie, scritto da Nawal Al-Sa’Dawi, donna forte e principale portavoce della condizione femminile nel mondo arabo. Nata in un piccolo villaggio del delta del Nilo, questa donna coraggiosa ha scritto il libro in lettura nel 1958, anche se  l'opera è stata tradotta in America solo nel 1980 e viene ora proposta in Italia da Fandango, con la traduzione dall’arabo di Stefania Dell’Anna. Il libro è concepito come una raccolta di pensieri, una sorta di diario che segue le vicende della protagonista, attraverso le fasi più importanti della sua vita. Non ci sono date a dare continuità agli eventi (l’unica è presente nella prefazione), né cesure nel pensiero di questa donna, che si concepisce da subito come uno spirito libero e ribelle. Nawal si ribella alle convenzioni, alla tradizione, alla sua stessa famiglia, pur di affermarsi come donna. Ma questo sarà solo uno dei vari stadi che dovrà raggiungere, prima di riconoscersi come individuo, e soprattutto prima di trovare il suo posto nel mondo.

Le amiche di Jane - L'opera di Jane Austen e il suo fascino senza tempo

Le amiche di Jane. Orgoglio e pregiudizio - Sopravvivere all'innamoramento
di Annalisa De Simone
Marsilio (Collana: PassaParola), 2019

pp. 137
€ 12 (cartaceo)
€ 7,99 (ebook)



È una verità universalmente riconosciuta che uno scapolo in possesso di un buon patrimonio debba necessariamente cercare una moglie.
Le righe di cui sopra appartengono a Orgoglio e pregiudizio (le proponiamo nella traduzione di Cecilia Montonati, edizione Giunti, 2011), il romanzo pubblicato nel 1813 dalla scrittrice inglese Jane Austen e il cui inizio è tra i più noti dell'intera letteratura:
Quello che ancora non sapevo, all'epoca, è che, insieme ad Anna Karenina, il secondo romanzo di Austen detiene il primato di incipit più celebre della letteratura moderna. Ne fui subito impressionata (p. 16).
Sono entrata in contatto con Jane Austen (per i suoi fans "zia" Jane) per la prima volta 14 anni fa, quando per caso vidi l'ultima versione cinematografica di Orgoglio e pregiudizio (con la regia di Joe Wright, 2005), e mi innamorai follemente del personaggio di Elizabeth Bennet interpretato da una giovane Keira Knightley. Spinta dall'entusiasmo, acquistai e lessi in pochissimi giorni il libro, e da allora il mio amore per la Austen non si è mai sopito, ma anzi mi ha convinta a scoprire tutti i suoi testi e a vedere ogni trasposizione ispirata alle sue opere.

"Luce ovunque, si veda tutto": la prosa nuda di Jonathan Bazzi

Febbre
di Jonathan Bazzi
Fandango Libri, 2019

€ 18,50 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook) 

La febbre logora, consuma, riarde. La febbre confonde, indebolisce, disarma. La febbre arriva, in un giorno qualunque di gennaio, e non va più via. Da quel momento, la vita del protagonista cambia radicalmente, subisce un’inversione di senso; quel giorno è, per Jonathan, "il confine, lo spartiacque – tra quello che ero e quello che sono" (p. 9). Da quel momento inizia una ricerca, la ricerca delle cause, che si trascina in un crescendo progressivo di ansia, in un affastellarsi di ipotesi sempre più angoscianti e però sempre smentite, fino ad arrivare alla diagnosi della sieropositività, che paragonata alle supposizioni errate, alimentate da una consultazione compulsiva di blog e forum online, appare quasi rassicurante. 
Meglio l'HIV di altre patologie più inquietanti o potenzialmente letali, o così almeno si ripete – e ripete a tutti – il narratore, senza darsi il tempo di riflettere e assimilare un cambiamento definitivo di stato. L'assumere il ruolo del consolatore, di colui che deve ostentare sicurezza e serenità per tranquillizzare chi gli sta intorno, finisce per bruciare più della febbre, per scavare un solco sempre più profondo nella coscienza del protagonista che, senza accorgersene, vi scivola dentro e inizia ad affondare senza opporre resistenza.

#CriticaNera - Joe Clifford, "Lamentation": crimini e segreti nel gelo del New Hampshire

Lamentation
di Joe Clifford
Casa Sirio Editore, 2018
Collana I riottosi

traduzione di Alessandra Brunetti

pp. 320
€ 15 (cartaceo)
€ 4,99 (ebook)

Molto spesso le storie contengono frammenti di vita di chi le scrive, aspetto più o meno evidente e dichiarato a seconda delle intenzioni dell’autore; Jay Porter, il protagonista di Lamentation, pur non potendo definirsi un alter ego di Joe Clifford, il suo creatore, ne condivide più di un tratto caratteristico, per ammissione dello stesso scrittore.
Jay è un anonimo trentenne con un radioso futuro dietro le spalle ma fustigato da una vita difficile e relegato in un altrettanto anonimo buco da qualche parte nell’algido New Hampshire, che sopravvive lavorando per una piccola impresa di sgombero immobili. Malpagato, disilluso e solo, Jay deve farsi carico del fratello tossicodipendente sempre a corto di soldi e nei guai con la legge.
Proprio il fratello, Chris, sarà il perno della vicenda trattata in questo Lamentation, che costituisce il primo capitolo della Jay Porter series, che a oggi comprende altri quattro titoli.