#PagineCritiche - Il metodo della paura: comprendere non significa giustificare, ma analizzare il fenomeno del terrorismo

Il metodo della paura
di Rosario Aitala (prefazione di Lucio Caracciolo)
Laterza, 2018

pp. 258
€ 18 (cartaceo)
€ 10,99 (ebook)


Da sempre provo un forte interesse per i libri che trattano tematiche di attualità, e ancor di più amo che queste tematiche vengano analizzate da giudici.
Era perciò quasi scontato che corressi a leggere Il metodo della paura - Terrorismi e terroristi (Laterza, 2018), un interessante saggio scritto dal magistrato Rosario Aitala, già capo del dipartimento Giustizia penale della missione di polizia della Commissione UE a Tirana e responsabile del programma Giustizia della Farnesina per l'Afghanistan, eletto il 6 dicembre 2017 a New York giudice della Corte Penale Internazionale.
Aitala sviscera l'argomento del terrorismo e lo fa avvalendosi di una chiave di lettura particolare ed insolita, ovvero declinando la paura nelle mille sfumature che nel corso della Storia e dei Paesi  hanno caratterizzato questa azione strumentale all'esercizio del potere.
Gli studi di Cassese sul terrorismo internazionale sono illuminanti: spiegava che il carattere distintivo del terrorismo è la "depersonalizzazione della vittima", perché il terrorista non colpisce una specifica persona per via di relazioni personali o di animosità, perché possiede certi beni, perché è di un certo sesso o età, ha una determinata nazionalità, posizione sociale o censo. Il terrorista agisce come se fosse cieco: per lui una vita vale un'altra.

#CriticaNera: è lì, dove la nebbia si dissolve, che devi cercare la tua pace

La bambina nel buio
di Antonella Boralevi
Baldini e Castoldi, 2018

pp. 594
€ 20,00 (cartaceo)
9,99€ (ebook)

Dopo aver letto La bambina nel buio, l’ultimo romanzo della prolifica Antonella Boralevi, mi sono convinta ancor più fermamente di un’idea che mi ero fatta tante letture fa. A ogni lettore dovrebbe essere concesso il diritto di visitare gratuitamente, nel caso esistano, i luoghi caratteristici della storia su cui sta intrattenendosi. Non è un capriccio, né una necessità cronachistica. Semplicemente, usare i propri cinque sensi e non affidarsi esclusivamente all’immaginazione permette di comprendere meglio ciò che si sta leggendo, cogliendo sfumature altrimenti silenti e caricando di significati più pregnanti ogni singola parola. In un thriller, poi, come nel caso del romanzo edito da Baldini e Castoldi, il coinvolgimento sarebbe così aumentato di parecchi punti, trasformando la lettura in un’esperienza a trecentosessanta gradi. Poiché tale diritto non è stato ancora conferito, dobbiamo affidarci alla perizia degli scrittori per compiere questi viaggi necessari.

#RileggiamoConVoi - aprile 2018


Foto di @DeboraLambruschini
Buongiorno, lettori! 
Eccoci all'appuntamento mensile con i nostri consigli di lettura. Pensando a questo aprile un po' insolito, con temperature già estive, abbiamo voglia di suggerirvi libri in grado di aiutarci a... rinascere (anche in modo non convenzionale). 
Come sempre, potrete saperne di più cliccando sui link alle nostre recensioni.

Buona lettura! 
La Redazione

***

Carolina consiglia: 
"Fai piano quando torni" di Silvia Truzzi (Longanesi)
Perché la primavera di Margherita inizia imprevedibilmente dopo un inverno che pareva senza fine, perché la voglia di vivere sboccia da una ferita, perché la nuova stagione si apre nel nome della tenerezza e della rinnovata serenità nel bel romanzo di Silvia Truzzi. E perché la signora Anna è un personaggio radioso e sorprendente. 
A chi cerca un romanzo pieno di sentimenti, ma che non sia banale; alle donne ferite, a quelle che si rialzano e a quelle che sono (erroneamente) convinte di non farcela; agli uomini che ci sono e vogliono provare ad assumere una nuova prospettiva sull'universo femminile e sulle sue complessità. A chi desidera una lettura trascinante e un libro da tenere in borsa in questa primavera che inizia.

Scrivere, grazie e nonostante la vita

La scrittura o la vita. Dieci incontri dentro la letteratura
di Annalena Benini
Rizzoli, 2018

pp. 247
€ 20 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)


Un nuovo libro ha conquistato un posto d'onore nella mia libreria: è La scrittura o la vita, in cui Annalena Benini racconta il rapporto ambivalente con la scrittura di dieci grandi scrittori italiani, rapporto ora più difficile ora più pacificato, ma sempre subbuglio interiore e capovolgimento delle abitudini quotidiane. Davanti al suo registratore passano Sandro Veronesi, Valeria Parrella, Domenico Starnone, Francesco Piccolo, Patrizia Cavalli, Edoardo Albinati, Melania Mazzucco, Alessandro Piperno e Walter Siti, insieme a un buon numero di altri autori che sono stati per loro modello, momento di confronto o addirittura di contrasto. Dieci grandi nomi, senza dubbio diversissimi per età, generi di scrittura, ma soprattutto per le risposte che hanno dato alla fantomatica domanda: "Cosa rappresenta per te la scrittura?", che, per quanto usurata, continua a essere la più prolifica, perché apre a molteplici interpretazioni, tra le più interessanti per un lettore e per un aspirante scrittore. E poi, si sa, ci sono domande che hanno un ruolo catartico, spingono l'intervistato ad aprire cassetti privatissimi o a schermarsi più o meno stizzito: in ogni caso, è un'occasione perché il carattere e le idee dello scrittore trovino forma e spazio. Trampolino verso la libertà o, perlomeno, verso il racconto-spiegazione della propria idea di letteratura, l'intervista è sempre gestita con estrema generosità e (doverosa ma non scontata) ottima conoscenza della produzione di ogni autore.

#ScrittoriInAscolto - Comandante Alfa a rapporto

Missioni segrete
di Comandante Alfa
Longanesi, 2018

€ 16,90 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)
Nella cornice suggestiva del forte austriaco Nugent, in occasione del centosettantesimo anniversario della Carica dei Carabinieri del 1848, viene ospitato il primo evento della rassegna culturale "La carica dei libri", la presentazione dell'ultimo libro di Comandante Alfa. L’incontro inizia, con quaranta minuti di ritardo, attraverso un lungo video celebrativo dell'operato dell'Arma dei Carabinieri e del GIS, il Gruppo Intervento Speciale. Immagini d'impatto montate ad arte per commuovere ed emozionare, la musica travolgente di un film d'azione, discorsi improntati ai più sofisticati stratagemmi retorici: tredici minuti abbondanti. La gente applaude con entusiasmo, mentre l'uomo di punta del GIS entra, in divisa e passamontagna. Mio marito mi guarda di sottecchi, secondo me si chiede dove l'ho trascinato. Il timore forte è quello di assistere al mero dispiegarsi di un patriottismo fanatico ed eccessivo. 

Per fortuna, si entra subito nel vivo del libro, e l'incontro si rivela di tutt'altro tenore rispetto agli esordi. Missioni segrete è un diario, una raccolta di testimonianze legate alle spedizioni di Comandante Alfa, uno dei soci fondatori del gruppo operativo speciale dei Carabinieri.
Lui è un uomo carismatico, sicuro di sé, dall'eloquio fluido che coinvolge gli astanti (pubblico variegato, molti bambini affascinati presenti in sala): 
Io non ho mai dato ordini: i capi danno ordini, io non ne ho mai avuto bisogno perché mi hanno sempre seguito. I membri del GIS sono Carabinieri, non giustizieri. Sparare è semplice, ma giudicare non è un nostro compito.

A casa del mostro (cioè a casa nostra) con Orazio Labbate e Simone Pace: un Grand Tour della paura sub specie architettonica

Atlante del mistero.
Viaggio illustrato nelle quaranta dimore le cui porte non vorreste mai aprire
di Orazio Labbate
illustrazioni di Simone Pace
introduzione di Andrea Morstabilini
Centauria, 2018

pp. 159
€ 19,00

Appena pubblicato da Centauria, con i testi di Orazio Labbate e le tavole a colori di Simone Pace, Atlante del mistero è il catalogo illustrato di un Grand Tour nella paura sub specie architettonica. Un viaggio-pellegrinaggio che, a dedicare un giorno a ciascuna tappa, assumerebbe le caratteristiche di una quarantena nomade nel deserto, con le sabbie circostanti chiamate a farsi altro allo scoccare della ventiquattresima ora, per magheggio e sortilegio. Un altro evidentemente letterario-cinematografico, oppure mitologico-leggendario, quasi sempre riconoscibile in quanto strutturato e costruito secondo un preciso disegno antropico, e solo successivamente (disgraziatamente) infestato dai miasmi di un maligno proteiforme, ostinato come una macchia abietta sulle lenzuola della nostra infanzia.

Quando la parola uccide: "Agnes" di Peter Stamm

Agnes
di Peter Stamm
Neri Pozza, 2002

Titolo originale: Agnes
Traduzione di Francesca Gimelli

pp. 176 
€ 13,43


Agnes è un romanzo che parla di un romanzo intitolato Agnes, con un gioco metaletterario che rappresenterà il filo conduttore dell’intera opera. L'incipit è fortissimo e inquietante: 
Agnes è morta. L'ha uccisa un racconto. Di lei non mi è rimasto nulla, se non questo racconto.
La narrazione che segue è dunque un lungo flashback che ci riporta a nove mesi prima, quando il narratore – uno scrittore di mezza età, che pubblica opere di divulgazione sugli argomenti più svariati e ha da troppo tempo perso la sua vena creativa più genuina – incontra una ragazza alla Chicago Public Library. Lei si chiama Agnes, ha venticinque anni e una laurea in fisica, lavora come assistente all'Istituto di Matematica dell'Università e suona il violoncello in un quartetto d'archi femminile. Ha un aspetto dimesso e due occhi che bruciano. C'è qualcosa dentro di lei che il narratore non riesce a definire né a descrivere realmente, generando nel lettore un senso di inquietudine che non lo abbandonerà – date anche le premesse – fino alla conclusione della storia. Agnes è figura umbratile e ipersensibile, dalla cultura raffinata e dalle moltissime paure.

Il Salotto - Massimo Torre e il mondo dei sogni tinto di giallo

Massimo Torre, autore ma soprattutto sceneggiatore, in questo libro consente al lettore di entrare in una dimensione di lettura quasi onirica.
Il protagonista, Mauro Sardonico, un passato da attore, un mondo  dal quale è dovuto fuggire perché accusato di essere uno iettatore, diventa un uomo d’affari, un venditore. Grazie alle sue capacità artistiche riesce a raggiungere importanti risultati professionali, ma solo piegandosi alle leggi del profitto.
Nel romanzo si intrecciano due dimensioni: quella reale e quella del sogno, nelle quali Dora, donna perfetta e sensuale, diventa il mito, l’ideale per Mauro.
Ma il libro non è solo una storia d’amore: la vita del protagonista viene sconvolta dall’assassinio dei suoi clienti, innescando così la dinamica del giallo.
Il lettore, si trova a condividere le paure più nascoste, più intime del protagonista, così come ad anelare come lui un momento di sogno per poter rivedere Dora, che puntualmente ritorna, perfetta ed inafferrabile. Ed ecco che con Mauro ci si ritrova in luoghi strani, a volte terrificanti, come il carcere trasparente,  forse metafora della vita stessa, forse un modo per capire che la trasparenza non è poi un valore assoluto come spesso si crede.
Incuriositi dal mondo distopico che caratterizza il libro, abbiamo fatto una chiacchierata con l’autore.

#CritiCINEMA - Una Giacca - Il primo cortometraggio realizzato dagli studenti di Armani/Laboratorio

Armani Laboratorio - The FIlming - Courtesy of Giorgio Armani

“Una Giacca”

Il primo cortometraggio realizzato dagli studenti di Armani/Laboratorio, prodotto da Armani/Silos


La giacca, l’indumento simbolo di una trasformazione profonda all’interno del costume sociale, il capo che per eccellenza contraddistingue la poetica sartoriale di Giorgio Armani, è protagonista del primo cortometraggio realizzato dagli studenti di Armani/Laboratorio.

Il progetto è il risultato del workshop di formazione cinematografica dedicato ai giovani studenti di cinema, promosso in forma di borsa di studio da Armani/Silos, attraverso la pubblicazione di un bando di concorso lo scorso Agosto 2017, successivamente conclusosi, dopo un’intensa attività didattica divisa in otto capitoli tematici e prove pratiche, nel Dicembre dello stesso anno.
Armani/Laboratorio ha ricevuto grandi consensi nel mondo del cinema, all’interno del quale lo stilista italiano gode di grande popolarità e stima, essendo nota la sua passione per la “settima arte”, così come la sua attività filantropica, che lo ha portato nel corso degli anni ad intessere rapporti di profonda amicizia ed attiva collaborazione con professionisti del settore, che hanno preso parte al progetto condividendone l’entusiasmo e lo scopo ultimo di supporto concreto alle nuove generazioni, così come all’industria cinematografica stessa. 

Parigi, gli anni Trenta, una donna affamata di vita: Marie aspetta Marie

Marie aspetta Marie
di Madeleine Bourdouxhe
Adelphi, 2018

Traduzione di Graziella Cillario

pp. 145
€ 16 (cartaceo)


Marie non ama niente, non aspetta niente? Marie ha il cuore gonfio di amore. E Marie aspetta Marie. (p. 32)
Amo e odio Marie. Partiamo dal perché la odio: perché mi è entrata sottopelle, con quella sua fame di vita e di passioni, la sua libertà sfrontata, e ci ha messo un tempo vergognoso a concedermi di osservarla con il giusto distacco per scrivere di questo libro; perché è arrivata esattamente nel momento in cui doveva arrivare, come tutti i libri e le cose migliori, ed è stato difficile lasciarla andare, come tutti i libri e le cose migliori appunto. Sì, nell’odio c’è ben più di una punta d’amore. La amo, naturalmente, e per motivi simili per cui la odio.
Marie aspetta Marie è un romanzo breve che a tratti ha il sapore della short story, inchioda alla pagina grazie a una scrittura lirica, intima, un viaggio nella psiche della sua protagonista che più volte mi ha fatto pensare ai racconti di George Egerton e, per certi versi, al Modernismo inglese di primo Novecento, ma anche a Elizabeth Strout di Tutto è possibile.

Invito al Nobel: "Dopo il divorzio" di Grazia Deledda

Dopo il divorzio
di Grazia Deledda
Studio Garamond, 2016

pp. 265
€ 14,50

Nella Sardegna post unitaria, tra rocce, pecore e sole battente, Giovanna Era si dispera per la sorte del marito. Costantino Ledda è stato accusato per l'omicidio del ricco zio Basile dopo anni di cattiverie e soprusi. Il neonato Regno d'Italia è veloce e netto nei giudizi e l'unico accusato di un caso di omicidio non ha speranza di assoluzione. Costantino viene spedito in carcere e lascia la moglie e il figlio di pochi mesi a vivere di stenti e senza possibilità di ricostruirsi una vita. Per fortuna il Regno pensa a queste situazioni ed emana una legge ad hoc:
- Farà divorzio, ecco tutto. Ebbene? C'è una legge che alle donne, il cui marito è condannato a molti anni di reclusione, permette di riprendere marito. (p. 76)
Giovanna, che è nelle mire del ricco, ma volgare e spilorcio Brontu Dejas, ha forse la possibilità di ricominciare da capo e lasciarsi alle spalle il suo primo, disgraziato matrimonio. Ma l'inaspettata liberazione di Costantino e il suo ritorno al paese mostreranno la fragilità di questa legge fatta per dividere ciò che Dio ha unito.

Follie di fine estate all'incrocio tra storie e Storia


Follie di fine estate
di Samuele Cau
Bonfirraro Editore, 2017


pp. 318 
€ 18,90


Samuele Cau, al suo primo romanzo, ci racconta una storia di dolore e perdita, di compromessi e restituzioni, di cesure e censure. Molte sono le cesure che la Storia ha imposto agli italiani, costretti a fuggire dalle conseguenze di una guerra infausta, a mettere radici in altre parti del mondo, che poi diventano zone d’ombra da cui scappare ancora. Emigranti forzati che hanno abbandonato l’Italia del fascismo e le sue follie, per trovare se stessi da un’altra parte. Nel caso del protagonista di Follie di fine estate si tratta dell’Argentina, a sua volta poi devastata dalla dittatura. Le censure sono quelle che i protagonisti di questa storia si impongono per continuare a vivere, per non indugiare troppo sui ricordi, su episodi dolorosi che parlano di morte e atrocità.
I protagonisti vivono una sorta di grande disegno, un ordito del destino, che man mano dipana la sua matassa, fino a sciogliere tutti i nodi che accomunano passato e presente delle loro vite. Santo Bellomo è un uomo logorato dai rimpianti, ha perso la sua amata Lucia, che lo ha lasciato, la sua famiglia d’origine ha subito una perdita incolmabile, la sua vita ha cambiato bruscamente rotta, fino ad approdare in Toscana, dove vive e lavora.   

Primavere attese, promesse mantenute. La raccolta poetica di Roberto Marri

Primavere Promesse
di Roberto Marri
Prospero editore, 2018

pp. 88 
€ 8,00 

Roberto Marri ci accoglie a ogni presentazione con una testa spaesata di ricci e un sorriso disarmante. Avevamo già letto e apprezzato il suo Sete (qui la recensione), ma la sua raccolta di poesie ci tocca in modo nuovo. È facile, fin dall'inizio, immergersi nel suo universo poetico. Ci troviamo anche noi "nell'ombra della stanza", dove "tra le persiane chiuse / s'infila il primo sole. / I raggi si distendono / come corde di un'arpa. / Li sfiori con le dita / io resto ad ascoltare". La poesia riesce, anche oggi, a far risuonare in noi corde che tendiamo a ridurre al silenzio. Lo fa con discrezione, senza prepotenza, introducendoci pagina dopo pagina in un mondo che riconosciamo. Certo aiuta a calarci nel clima giusto la bella illustrazione di Angelo Ruta, che ci riporta al tempo stesso al canto ipnotico di Orfeo e ai sognanti violinisti chagalliani. Dall'introduzione di Alessandro Quasimodo si derivano considerazioni formali e alcuni paragoni lusinghieri, in particolare quello con alcuni testi di Giovanni Pascoli. Se qualcosa di quest'ultimo si vuole ritrovare nelle poesie di Roberto Marri, non è però tanto il segnalato clima crepuscolare e malinconico, quanto lo spirito del fanciullino, pronto a ricercare la parola primigenia per definire le cose del mondo, a sgranare gli occhi sul reale, meravigliandosi continuamente delle piccole ma straordinarie occasioni che offre. E non c'è occasione che non sia degna della poesia: la zanzara che non comprende la parola "pace", il latte scaduto dentro il frigo come troppe relazioni, o il calcio giocato in un campetto di quartiere che dà spessore ai sogni e alle parole. 

Nel calderone dei luoghi comuni: la formula magica di De Silva sta nella giustapposizione

Superficie
di Diego De Silva
Einaudi, 2018

pp. 105
€ 12 (cartaceo)
€ 7,99 (ebook)


Vi è mai successo di passare per strada e sentire stralci di straordinari e rassicuranti luoghi comuni? O di origliare (magari anche vostro malgrado) la conversazione del vicino di treno? Capita, e capita di annegare giorno dopo giorno in dilaganti discorsi superficiali. Ma stare in superficie vuole anche dire tenersi a galla, mentre andare in profondità è un rischio, spesso richiede capacità polmonari notevoli per lunghe apnee e il mondo degli abissi è insidioso... 
Parte da questa consapevolezza il nuovo librino di Diego De Silva, il godurioso Superficie, che, appena uscito per Einaudi, è subito entrato in classifica. Lo si legge in poche ore, si sorride - restando in superficie, appunto -, ma appena si decide di prendere fiato e leggere oltre, si scopre che i frammenti scelti da De Silva sono tutt'altro che caotici o casualmente giustapposti.

“Il futuro è luminoso” nel paese della persuasione

Nel paese della persuasione,
di George Saunders
 Feltrinelli, 2018
 Traduzione di Cristiana Mennella

(Prima edizione italiana 2010)

pp. 208
€ 9,00 (cartaceo)
€ 6,99 (ebook)
  


L’America, per me, dovrebbe essere un vocio continuo, un sacco di voci che strillano, quasi sempre cose sbagliate, anche assurde a volte, ma per favore, non una voce monotona che t’incanta parlando in tono ragionevole.

Anno Domini 2006. Nel paese della persuasione dodici short stories raccontano di una società preda del consumismo e della corsa all’efficienza, in cui un impiegato risponde alle lamentele di un'acquirente insoddisfatta del risultato sul figlio di otto mesi del Parlo anch’io®, dispositivo per annullare la lallazione dei neonati sostituendola con un eloquio forbito e piacevole, dicendole che «con il PAI2100, suo figlio è tale e quale a suo figlio»; o in cui dei ragazzi allevati in centri per l’analisi del mercato e inconsapevoli del Fuori temono di affrontarlo per non essere privati delle griffe di cui dispongono in qualità di sponsor viventi e dello status di cui godono nella loro condizione:
Quando poi ci tolgono tutto? Di che parleremo? Non voglio solo esprimere il mio amore a grugniti!

"Casinò Hormonal": non si è mai troppo grandi per il porno

Casinò Hormonal
di Gianluca Mercadante
Introduzione di Luigi Carrozzo
Las Vegas Edizioni, 2018

€ 13,00
pag. 164

La critica di settore mi ha ribattezzato "il geyser della bassa piemuntèisa". Ai festival di genere, per orgoglio di appartenenza, per retaggio culturale, raddrizzo sempre la pronuncia "piemuntèisa" in colore che a bella posta citano questa curiosa quanto sintomatica definizione, nata un po' per gioco, un po' per caso, un po' perché, in effetti, il gentleman da me interpretato nei nostri film è solito annaffiare i primi piani delle sottomesse co-protagoniste con generose emissioni spermatiche. Da qui, l'azzeccata etichetta. 

Si è soliti dire "nomen omen" quando un nome calza con la professione svolta: quando uno si chiama Diego Paloalto, che lavoro potrà mai fare nella vita? Lui e il suo amico Sandrino sono nati e cresciuti in una piccola ed eccezionalmente tranquilla città del Piemonte, Vercelli: compagni quasi fraterni, da ragazzini avevano l'appuntamento fisso del pomeriggio per guardare Holly e Benji, ma un giorno Sandrino scopre la collezione di riviste del padre: il glorioso fotoromanzo erotico SuperSex che racconta le avventure di un superoeroe che, contrariamente a Superman, non si limita ad amare una sola donna. Tutti gli adolescenti rimangono ipnotizzati dalla pornografia, con conseguenti attività ludico-solitarie, ma in quanti trasformano questa passione in un lavoro? Sandrino e Diego si proiettano così nel mondo del porno, partendo da prime lavorazioni casalinghe (come non aver visto La Glabra Bernarda?) fino a grandi produzioni dagli alti richiami cinematografici (Ian Fleming ringrazia per la rivisitazione del suo agente segreto); i due giovani diventano dei grandi del settore. Ma un giorno qualcosa si inceppa: se uno diventa famoso con il nome di "gayser", la mancanza di pressione e consistenza può portare all'afflosciarsi di una carriera di successo.

La maternità nel libro di esordio di Laura Martinetti e Manuela Perugini

Nient'altro al mondo
di Laura Martinetti e Manuela Perugini
Garzanti, 2018

pp. 228
€ 16,90 (cartaceo)



Due autrici, due protagoniste, due vite, due storie, due esiti opposti nel momento in cui entrambe restano incinte.
Le due protagoniste, Alma e Maria, si alternano nei capitoli, e in questo modo veniamo coinvolti nelle loro vite prima, durante e dopo la gravidanza. Le due personalità, molto diversi e per certi versi complementari, emergono chiaramente sia nel modo di scrivere sia nelle parole usate, ma anche e soprattutto a livello narrativo nelle reazioni ai vari eventi che si susseguono.
La prima metà del testo risulta più interessante e vivace rispetto alla seconda, per due motivi connessi. Il primo è che all'inizio si dà molto più spazio alle vite delle protagoniste e ai loro pensieri relativi anche ad altri aspetti temi di rilievo, mentre nella seconda metà del romanzo tutto ruota intorno ai problemi relativi alla gravidanza di Alma; le ultime venti o trenta pagine rischiano a tratti di risultare ripetitive, anche se alla fine assistiamo alla chiusura del cerchio delle due donne, che escono dai rispettivi percorsi cambiate ed evolute.

#CriticaNera - Sara, che ha perso tutto, tranne il suo talento

Sara al tramonto
di Maurizio De Giovanni
Rizzoli, 10 aprile 2018

pp. 360
€ 19 (cartaceo)
€ 10,99 (ebook)


Sara non era un'investigatrice, era un'interprete. Non ricostruiva fatti ma conversazioni. Poteva intercettare uno stato d'animo, non penetrare le maglie di un articolato complotto. (pp. 319-320)

Cambiare personaggio e farlo quando si era ormai certi di incontrare il favore del pubblico: tutt'altro che semplice. Come anche la scelta di assumere per nuova protagonista una donna (fatto già raro in un noir), pensionata, anonima, di una bellezza mai esibita, facilmente trascurabile perché volutamente non appariscente. Quel che la gente non vede, in lei, è il rovello interiore per la morte dell'uomo che amava e di suo figlio, che ha lasciato sola la compagna incinta. La gente ignora anche un'altra cosa: Sara riesce a leggere il labiale, ma soprattutto a interpretare sorprendentemente bene i gesti, le parole e i non-detti delle persone, anche a distanza. Lo ha fatto per una vita, con la sua attività di intercettazioni spesso segrete perché non autorizzate: ora è in pensione, ma certe abitudini sono dure a morire. 

Raccontare la peste (e molto altro): "Annus Mirabilis", l'esordio di Geraldine Brooks

Annus Mirabilis
(Year of Wonders)
di Geraldine Brooks

trad. italiana di Francesca Diano

Neri Pozza, 2003

pp. 336

€ 11,90 (cartaceo)
€ 6,99 (ebook)


George Viccars, sarto girovago stabilitosi da pochi mesi a Eyam, un piccolo villaggio del Derbyshire, riceve un giorno un carico di preziosi tessuti. Da un giorno all'altro, cade in preda alla febbre e gli compare sul collo un bubbone: è la peste. Sul letto di morte, Viccars prega i suoi clienti e la sua padrona di casa, la giovanissima vedova Anna Frith, di bruciare i vestiti che ha cucito da quella partita di tessuto. Nessuno lo ascolta. Tutti portano a casa i vestiti che avevano ordinato (e pagato), ed è così che comincia un'epidemia destinata a dimezzare la popolazione locale.
Così hanno inizio gli eventi narrati in Year of Wonders, romanzo d'esordio pubblicato nel 2001 dalla giornalista australiana Geraldine Brooks e tradotto in italiano con il titolo Annus Mirabilis. Questa espressione latina è ormai usata da secoli per indicare un anno in cui si verificano eventi prodigiosi. Pare che il primo a usare quest'espressione sia stato il poeta inglese John Dryden per descrivere il 1666, un anno in cui in effetti ebbero luogo eventi capitali, come il grande incendio che distrusse la città di Londra, la scoperta della gravità di Isaac Newton, e l'epidemia di peste bubbonica che afflisse l'Inghilterra narrata da questo romanzo.

#IlSalotto - Il narcisismo? Un elemento di disturbo che si insinua tra una persona e la sua voglia di scrivere.


Lo spirito della scrittura
di Francesco Serino
Editore Area51 Publishing

€ 2,99 (ebook)




Lo Spirito della scrittura di Francesco Serino è un vademecum tascabile per ogni aspirante scrittore, una piacevole lettura ricca di consigli per l’approfondimento della materia, nonchè spunto di riflessione sul mondo della cultura, intimamente intesa. Piccole perle di saggezza disseminate lungo le pagine di un breve ma intenso e-book, il cui unico difetto è forse quello dell’impaginazione, perchè il desiderio di poter prendere appunti, cibandosi del testo fino a consumarlo, è veramente forte.
La passione di Francesco Serino, libraio da circa 15 anni, esonda in modo palpabile, divenendo contagiosa, riuscendo a restituire quell’aura di prezioso sapere ad una professione, quella dello scrittore, talvolta erroneamente sottovalutata.
Scrivere richiede talento ed il talento va ammaestrato. Lo scrittore mette al servizio dell’utente la sua competenza in campo editoriale, per tracciare quelle linee guida, che possono essere d’aiuto a diverse figure professionali, così come a tutti coloro, che amano conoscere l’essenza delle cose.  
Per approfondire alcuni dei temi trattati nell'opera, abbiamo posto alcune domande all'autore. 

Viaggio nel corpo di un innamorato: "Il cervello in amore" di Grazia Attili



Il cervello in amore. Le donne e gli uomini ai tempi delle neuroscienze
di Grazia Attili
Il Mulino, 2017

pp. 232
€ 16,00 (cartaceo)

Ma è davvero il cuore la parte del corpo più coinvolta quando si ama? È il cuore che determina le emozioni e le azioni degli innamorati? In realtà, dalle ricerche più recenti emerge che è il cervello, con le componenti chimiche che scatena, l’organo che suscita quella mescolanza di stati emotivi che caratterizzano le nostre storie d’amore. […] Esistono, infatti, profonde ragioni biologiche legate al nostro funzionamento cerebrale che possono dar conto di quello che accade nella nostra psiche e nel nostro corpo, quando amiamo. La poesia dell’amore è ben ancorata alla biologia! (p. 11)
Di questo legame tra emozioni e biologia ci parla il libro di Grazia Attili, docente di Psicologia Sociale alla Sapienza, accompagnandoci in un viaggio inconsueto alla scoperta delle reazioni fisiologiche che avvengono nel nostro corpo dal primo istante dell’innamoramento fino al momento della rottura del legame e della conseguente separazione. Lo stile agile e scorrevole, insolito per argomentazioni di tipo tecnico, consente al lettore, soprattutto a quello non esperto, di entrare subito in confidenza con i temi trattati e di comprendere con immediatezza concetti anche complessi. Come avviene, per esempio, con la descrizione del processo di innamoramento:
In questa fase iniziale, la persona che vi attrae costituisce un segnale potente che fa attivare tutto il vostro organismo e produce un’eccitazione che è mediata da alcuni neurotrasmettitori, da sostanze chimiche quali l’epinefrina, la norepinefrina, la feniletilamina e la dopamina […] La feniletilamina, che tra queste sostanze è quella che ha un maggior impatto sulle vostre reazioni, è una sostanza affine all’adrenalina. Viene sintetizzata e rilasciata dal sistema nervoso centrale quando si sperimentano situazioni piacevoli e raggiunge altissimi livelli durante l’attrazione e l’innamoramento (p. 45).
In queste fasi, dunque, la sostanza in questione, ostile nel nome ma non negli effetti che scatena, sarebbe all’origine un’iperproduzione di dopamina, generando nell’innamorato/a uno stato di euforia generale, con relativa iperattività e riduzione dell’appetito, e una maggiore tolleranza della fatica fisica… ciò spiegherebbe la capacità degli innamorati di sostenere lunghe notti di incontri amorosi.
E se il fato è avverso e non si riesce a trovare una persona di cui innamorarsi non bisogna scoraggiarsi! Esiste, infatti, un rimedio efficace e a basso costo: il cioccolato! Basterà infatti fare una buona scorta di cioccolato e nel corpo umano inizieranno a scorrere fiumi di feniletilamina, riproducendo “artificialmente” l’incantesimo sensoriale dell’innamoramento.

#IlSalotto - “Vi presento Sara, la mia nuova protagonista che odia i tacchi e le ipocrisie”

Una foto dell'incontro dall'account Twitter @Rizzolilibri

Sara al tramonto, l’ultimo romanzo di Maurizio De Giovanni, è uscito il 10 aprile ed è subito diventato uno dei libri più venduti in Italia. Diversi redattori di CriticaLetteraria lo stanno leggendo e siamo tutti concordi sul fatto che è un libro su cui c’è tanto da dire, interessante, da consigliare. Per questo siamo stati molto felici di ricevere l’invito da parte della casa editrice Rizzoli ad andare martedì 17 aprile a un incontro con l’autore e con altri blogger, che si è tenuto presso Palazzo Mondadori a Milano. E io molto felice di avere l’opportunità di fare delle domande a Maurizio De Giovanni. 

Eravamo in dieci, tutti seduti attorno all’autore, ci presentiamo e lui subito entra nel vivo del dibattito – “Bella la copertina alla Hopper, vero?” – e ci racconta di come è nata la sua protagonista Sara. Anzi di come l’ha conosciuta, perché “è stata Sara a venire con forza da me” ci dice, “in un incontro notturno: io ero arrivato sotto casa col mio scooter, era l’una di notte di un sabato e pioveva. Ho visto Sara dentro un’auto, con i suoi capelli grigi, senza trucco, non stava facendo niente, non stava guardando niente”. E allora De Giovanni non ha resistito, si è interrogato su questa donna misteriosa, si è dato delle risposte e ci ha scritto un romanzo. Lasciando da parte tutto il resto perché, ci dice, lui lavora su una storia alla volta e questa la doveva scrivere immediatamente, l’ha praticamente fatto sotto dettatura di quella suggestione, quasi fosse una necessità. “Non è un libro scritto a tavolino” –  tiene a ribadire – “e io non stavo cercando un altro personaggio”.

#CritiCOMICS - Perché, quando diventiamo genitori, possiamo fare solo del nostro meglio

Il nostro meglio
di Thi Bui
Mondadori, 2018

Traduzione di Veronica Raimo

pp. 336
€ 26 (cartaceo)


De Il nostro meglio se è tanto sentito parlare negli Stati Uniti per tutto il 2017. Non solo perché è stato tra i graphic novel più venduti su Amazon USA (e con il colosso di Seattle tocca oramai fare i conti per decifrare i gusti dei lettori di tutto il mondo), ma anche perché Bill Gates lo ha inserito tra le sue migliori letture dell’anno insieme a Vaclav Smil e Viet Thanh Nguyen
Che non si venga a dire che questa recensione sarà viziata dal giudizio di uno degli uomini più ricchi del mondo (e di sempre) che tuttavia non passerà alla storia per le sue conoscenze letterarie. Fatto è, però, che se un'opera appartentente a un genere poco diffuso come quello del fumetto arriva ad essere annoverata tra le migliori dell’anno, c’è da approcciarsi alla sua lettura con l’animo gonfio di aspettative. E le premesse ci sono tutte.

PagineCritiche - Un santo, un uomo: l'"altro" Francesco di Chiara Mercuri

Francesco d’Assisi. La storia negata
di Chiara Mercuri
Laterza, 2018

pp. 216
€ 11,00

Alla fine dell'Ottocento il pastore calvinista Paul Sabatier si mette alla ricerca di un manoscritto perduto, in grado di rivelare la verità sulla figura storica di Francesco d'Assisi, una verità testimoniata dai compagni a lui più vicini, "quelli che furono con lui", e troppo a lungo tacitata. Attraverso uno studio dalla perfetta struttura circolare, che parte da questa ricerca e con questa ricerca si conclude, Chiara Mercuri sostiene con determinazione una tesi forte: che il Francesco che noi conosciamo, quello del catechismo e dell'aneddotica popolare, non rende neanche vagamente conto della complessità del personaggio reale. E che questo abbia una causa precisa, da identificarsi in Bonaventura da Bagnoregio, che inventò la storia di "un altro" Francesco, "imponendo [...] un'immagine del fondatore che rispecchiasse in pieno la sua visione dell'Ordine e dell'impronta che intendeva conferirgli" (p. 175).

Quando si inizia e si finisce di essere madre?

Tanti piccoli fuochi
di Celeste Ng
Bollati Boringhieri, 2018

Traduzione di Manuela Faimali

pp. 374
€ 18 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)

Da piccola le avevano insegnato a rispettare le regole, a credere che il buon funzionamento del mondo dipendesse dalla loro osservanza, e lei le rispettava - e lo credeva. (p. 84)
Quando entriamo a Shaker Heights nelle prime pagine del libro, l'ordinatissimo e irreprensibile quartiere è sconvolto da tanti piccoli fuochi che stanno bruciando la casa dei Richardson. La padrona di casa, ferma a osservare lo scempio della sua realtà e della sua rispettabilità, si stringe nella sua vestaglia; attorno, i figli: la modaiola e rampante Lexie, il più assennato e posato Moody, il rubacuori Trip, sportivo e frivolo quanto si addice al figlio di una famiglia decisamente agiata. Dove si trova la piccola Izzy? Non si vede, ma Mrs. Richardson è certa che la ragazzina sia salva da qualche parte, a godersi lo spettacolo della casa che lei stessa ha incendiato. In fondo, sarebbe solo la più grave delle tante bravate con cui provoca continuamente la famiglia. 

Il "cazzeggio"? Oltre al dolce far niente c'è di più: un libro del neuropsichiatra Srini Pillay spiega come e perché

Il potere del cazzeggio.
Perché la distrazione ci rende più intelligenti
di Srini Pillay
Centauria, 2017

Traduzione di Rachele Salerno

pp. 284
Euro 17,00

A scorrere il titolo dell’ultimo lavoro di Srini Pillay – Il potere del cazzeggio, pubblicato lo scorso anno da Centauria con la traduzione italiana di Rachele Salerno – qualche lettore potrebbe correre il rischio di mancare la misura, sottovalutandone oppure sopravvalutandone il contenuto. Sebbene il suo autore sia un neuropsichiatra di fama mondiale con tanto di docenza ad Harvard, alcuni potrebbero considerare ozioso uno studio incentrato proprio sulle virtù del dolce far niente, date per ovvie e universalmente assodate. Altri, invece, potrebbero crederlo un libro-cuccagna e acquistarlo d’istinto, nella speranza di far fruttare la propria incorreggibile indolenza con la stessa malfidata convinzione che seminare monete d’oro faccia crescere i rispettivi alberelli. Entrambe le categorie avrebbero ragione, ed entrambe, allo stesso modo, torto, dal momento che la natura del volume è rivelata al meglio solo dal suo sottotitolo: Perché la distrazione ci rende più intelligenti. Bando dunque agli equivoci derivanti dall’espressione gergale stampigliata sul frontespizio: perché la “distrazione” di cui, con tutta evidenza, si andrà a parlare, implicherà il suo contraltare – la (nostra) “concentrazione”, per l’appunto, sebbene opportunamente “smitizzata” dall’autore –, e questo per uno scopo ben preciso e non poco ambizioso, ovvero aiutarci a essere (a essere di nuovo, ma anche a diventare) la versione più “efficace” (ed efficiente!) di noi stessi.

Un segreto che sa di mare e di caffè

La prima ora del giorno
di Anna Martellato
Giunti, 2018


pp. 298

€ 18,00 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)


Sgombriamo subito il campo: questo è un romanzo di genere. Di genere femminile, intendo. Un libro scritto da una donna (va da sé che non è questo che fa sì che un romanzo si definisca «femminile») e pieno di donne. Figure forti, decise, determinanti, a partire dalle quali si sviluppa il punto di vista sul mondo, sui rapporti e sulle relazioni, che siano d'amore, di famiglia e di lavoro, sulla maternità.
In primis Zoe, giovane organizzatrice di eventi in carriera, e sua nonna Anna, che condividono il ruolo di protagoniste dei due tempi paralleli in cui si sviluppa la storia: da una parte il presente occupato da Zoe, dal suo lavoro, dalla sua storia d'amore un po' stiracchiata e dal suo «problema» (ha appena scoperto di essere incinta). In questo spazio si muovono anche Virginia, il capo, con cui Zoe deve fare i conti, e Iris, la pasticciera chef che si affida a Zoe per l'inaugurazione del suo negozio. Dall'altra parte invece il passato che rivive attraverso i racconti della nonna vissuta sull'isola di Rodi. E qui prendono la scena la nonna Anna da piccola e sua sorella Angela, la loro nonna, la governante Merope, che aveva dedicato la sua vita alla famiglia presso la quale lavorava, e infine la mamma, donna bellissima, altera, ma un po' anaffettiva.

Una ragazza affidabile e i disguidi del possibile

Una ragazza affidabile 
di Silena Santoni
Giunti, 2018

pp. 276
€ 18


«Forse il tempo aggiusterà le tessere degli accadimenti fino a formare un quadro intellegibile, ma nel presente tutto è frammentario, inesplicabile.»
Agnese e Micaela sono sorelle ma non si vedono da molti anni. Come spesso accade, una vicissitudine familiare, in questo caso l'eredità di una casa, le costringe non soltanto a rincontrarsi a Firenze, la città in cui hanno vissuto insieme infanzia e gioventù e dove solo Micaela è rimasta, ma anche a riaprire il vaso di Pandora dei ricordi.

"Un padre e una figlia eccoli lì" in un saggio di Maria Serena Sapegno

Figlie del Padre
Passione e autorità nella letteratura occidentale
di Maria Serena Sapegno 
Feltrinelli, 2018

pp. 256 
€ 20 (cartaceo)
€ 19,99 (eBook)

"Un padre e una figlia eccoli lì: lui biondo, bello, sorridente, lei goffa, lentigginosa, spaventata. Lui elegante e trasandato, con le calze ciondolanti, la parrucca infilata di traverso, lei chiusa dentro un corsetto amaranto che mette in risalto la carnagione cerea". Con queste parole inizia La lunga vita di Marianna Ucrìa di Dacia Maraini, la storia di una figlia che non parla, legatissima al padre e con una madre disinteressata e abbandonata ai suoi languori che, fin dall’incipit, non c’è. E come Marianna Ucrìa sono tanti i personaggi femminili della tradizione letteraria le cui storie, di emancipazione o oppressione, si sviluppano in relazione al rapporto col padre. In un arduo lavoro li ha elencati e esaminati Maria Serena Sapegno, docente di Letteratura italiana e Studi di genere all’Università di Roma La Sapienza, nel suo ultimo libro, che è uscito a febbraio e si intitola Figlie del padre. Passione e autorità nella letteratura occidentale. Un titolo impegnativo che delimita subito due poli – le figlie e il padre, la passione e l’autorità – in un contesto enorme, la letteratura occidentale.

Sciabordio di parole e musica: Indifesa di Giuseppe Cesaro


Indifesa
di Giuseppe Cesaro
La Nave di Teseo, 2018

pp. 295
€ 16

Come fare per raccontare una storia di ambiguità e sfumature sessuali non ben definite, anzi completamente fuse assieme, dove l’identità non è mai una ma, sulla scia delle onde solcate da Odisseo, è sempre molteplice e multiforme? Sono principalmente due le strade: o ci si innalza sopra l’oceano del non definito con la leggerezza di un fantastico manga come Ramna ½ oppure, ed è il caso di Indifesa di  Giuseppe Cesaro, uscito in questi giorni per La Nave di Teseo usare la pesantezza del temo come testa d'ariete per abbattere le resistenze del pubblico. Indifesa infatti racconta l’indicibile, un uomo che diventa donna e una donna che diventa uomo senza un perché e senza un per come, ma semplicemente accade, con la soave leggerezza delle parole. 

PagineCritiche - Sacks e il fascino inesausto della ricerca nel suo ultimo libro

Il fiume della coscienza
di Oliver Sacks
Adelphi, 2018

Traduzione di Isabella C. Blum
pp. 213
€ 19 (cartaceo)
€ 10,99 (ebook)


In questi momenti, mentre sto scrivendo, i pensieri sembrano organizzarsi da soli in una successione spontanea, vestendosi all'istante con le parole appropriate. Sento di poter aggirare o trascendere gran parte della mia stessa personalità e delle mie nevrosi. Da un lato questo non sono io, ma allo stesso tempo è la parte più intima di me, e di sicuro la migliore. (da «Il sé creativo», p. 132)
Varietà d'interessi, sguardo aperto sulla realtà ed entusiasmo per gli studi: tre sono le caratteristiche che emergono evidentissime da Il fiume della coscienza, l'ultimo libro di Oliver Sacks, che esce oggi in libreria per Adelphi, nella traduzione accurata di Isabella C. Blum. Il libro non è una pubblicazione postuma senza la volontà dell'autore: fino a due settimane prima della sua morte, avvenuta nell'agosto del 2015, Oliver Sacks ha avuto le bozze di questo lavoro sulla sua scrivania, con l'intenzione di pubblicare gli interventi dedicandoli al suo editor Robert "Bob" Silvers. Ora, finalmente il proposito è realizzato e anche noi lettori possiamo ancora una volta apprezzare la plurivocità di interessi di Sacks, che è stato medico, chimico, scrittore e accademico, ma anche fine letterato e cultore delle arti. 

"Fai piano quando torni". L'esordio narrativo di Silvia Truzzi

Fai piano quando torni
di Silvia Truzzi
Longanesi, 2018

pp. 272
€ 16,40  (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)

Bologna, una stanza di ospedale. Margherita è orfana di tante cose: del padre, buono e amatissimo, morto otto anni prima; di Francesco, compagno di vita per cinque anni, che l'ha lasciata improvvisamente; è orfana della salute, in seguito a un terribile incidente che l'ha quasi uccisa e che il dottor Iodice, lo psichiatra che la segue, sembra considerare una conseguenza diretta del suo stato depressivo; è orfana soprattutto di stabilità e fiducia in se stessa. Ha trentaquattro anni, sta per compierne trentacinque, e sente che non si riprenderà mai più.  
Anna invece di anni ne ha settantasei. Nonostante il femore rotto, balzella allegramente in giro per i corridoi dell'ospedale, è corpulenta, indossa bigodini e vestaglie rosa ed è tutto ciò che Margherita detesta; si ostina nel chiamarla "bambina mia", ottenendo in cambio risposte al limite dell'educazione ("Intanto non sono una bambina e non sono sua. E nemmeno sono disperata. Lei in compenso è una donna testarda e invadente.").

Insieme, a salvare ciò che possiamo

Salvare le ossa
di Jesmyn Ward
NN editore, 2018

Traduzione di Monica Pareschi
Titolo originale: Salvage the Bones [2011]

pp. 313
€ 19 (cartaceo)


Katrina è la madre che ricorderemo finché non arriverà un'altra madre dalle grandi mani spietate, sanguinarie (p. 304).
C'è uragano e uragano. Quello che spazza la Fossa, zona paludosa del Mississippi, è ben più violento di Katrina, o perlomeno lo anticipa con una forza parimenti distruttiva e creatrice: la famiglia della protagonista Esch è alle prese con i preparativi, certo, ma ha ben altro da fare per rafforzare la propria casa, che è poco più di una catapecchia in una baraccopoli disagiata. Deve provare a tenere salde le proprie mura, quelle che hanno permesso a Esch e ai suoi tre fratelli di resistere alla forza rovinosa della morte della madre, squarciata dalla nascita dell'ultimo figlio. Ma non solo devono resistere ai fantasmi del passato, che sono ovunque e si cibano di ogni riserva di energia e di speranza: devono evitare che nuovi fantasmi arrivino nelle loro vite. La miseria è all'ordine del giorno e anzi la famiglia non sembra più farci caso: la sporcizia fa parte della Fossa, tutti vivono di espedienti, di cibo a basso costo e di furterelli, e anche l'acqua disponibile in cui fare il bagno è argillosa. Ma, se si guarda bene, ogni tanto per la Fossa sfreccia un lampo bianco: è China, il pitbull bianco che il fratello Sketaah tiene come se fosse una fidanzata, risorsa economica per i combattimenti tra cani di grossa taglia, ma soprattutto risorsa d'amore.

#CritiCOMICS - Coco Chanel: la vita, il mito, l'amore.

Coco
di Lorenza Tonani (testi) ed Elena Triolo (illustrazioni)
Pavia, Hop! edizioni, 2018

pp. 88
€ 18,00 (cartaceo)

«Sono sempre stata orgogliosa. Ho odiato abbassarmi, curvare la schiena, umiliarmi, mascherare il mio pensiero, sottomettermi, non fare di testa mia… L'orgoglio è la chiave del mio cattivo carattere, della mia indipendenza di zingara, della mia insocievolezza; è anche il segreto della mia forza e della mia riuscita; è il filo d'Arianna che mi consente di ritrovarmi sempre…» (p. 69)

Coco Chanel è oggi un mito, una donna che ha saputo imporsi sulle difficoltà che la vita le ha riservato, riuscendo a diventare un'icona immortale, perfetta e luminosa, nemmeno in un sol punto scalfita dallo scorrere incessante del tempo. Ancora oggi il suo nome è sinonimo di eleganza, garbo e raffinatezza e il suo stile, sobrio e mai volgare, ha fatto scuola. Non tutti, però, conoscono la vera storia della stilista francese, il cui vero nome era Gabrielle Bonheur Chasnel, poiché ella stessa ha costruito una biografia immaginaria, ad uso e consumo del pubblico, totalmente priva degli stenti e delle sofferenze che ha dovuto patire.
La vita di Coco Chanel inizia un giorno d'agosto del 1883 a Saumur, ma le sue radici affondano in un terreno molto più antico e lontano. Siamo a Ponteils, un piccolo villaggio del sud della Francia, la cui economia è basata sul commercio di castagne. In questo piccolo borgo dell'Occitania vive il bisnonno della futura stilista, Joseph Chanel, il quale fa incidere, in maniera a dir poco profetica, la doppia iniziale del suo cognome: due lettere che, successivamente intrecciate, saranno secoli dopo uno dei marchi più prestigiosi del mondo. La storia di Coco inizia qui, tra venditori ambulanti e commercianti, artigiani e donnaioli.

#PagineCritiche - Organizzare una crociata: un difficile gioco di... squilibri!

Come organizzare una crociata
di Christopher Tyerman
UTET Libri, 2018

Traduzione di Luisa Agnese Dalla Fontana

pp. 540
€ 26 (cartaceo, copertina rigida)
€ 9,99 (ebook)


Quando abbiamo studiato le crociate a scuola, c'è stato un momento in cui abbiamo pensato: che caos! L'elenco di date difficili da ricordare e che coprono più secoli, i tanti papi e sovrani che si sono avvicendati, i generali ricordati per le loro gesta eroiche e/o spietate (ché le due cose sono più spesso connesse di quanto potremmo sperare),... Ma ci siamo mai davvero chiesti cosa sia costato, e non solo in termini economici, organizzare una crociata? 
In Come organizzare una crociata, studio vibrante per passione e precisione, Christopher Tyerman, uno dei massimi studiosi delle crociate, ribalta parecchi luoghi comuni su guerre di religione che, come sappiamo, hanno anche ben altri moventi politici ed economici alla loro base. 
Intanto, Tyerman premette come l'uso della ragione, nel Medioevo, andasse di pari passo con pratiche che potrebbero sembrarci in piena contraddizione, come magia e predizioni: «La razionalità era ammessa per la sua utilità, ma non elevata a divinità secolare. Affioravano limiti oltre i quali speculazione e ricerca non potevano arrivare» (p. 44). Per convincere la gente a partire per la crociata, nuovamente, si fa ricorso a due stratagemmi: da un lato si cerca di «incanalare la violenza diffusa [...] verso il bene comune», dall'altro si promette la «salvezza personale» (p. 49), attraverso la redenzione dei peccati fino ad allora commessi e la salvezza dell'anima.

Un grande amore resta tale solo se non vissuto?


Il giorno uno di noi noi due. Una storia d'amore
di Stefania Rossotti
Mondadori Editore, 2018

pp. 108
€ 17,00 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)




Questo libro di  Stefania Rossotti è una storia d'Amore.  Una storia di due vite in un momento storico molto particolare: gli anni '70 a Milano, durante le manifestazioni studentesche. La città fu uno dei centri più vivaci nel momento delle contestazioni e nella storia si percepisce il fermento e anche lo smarrimento dei giovani dell'epoca .
Gli avvenimenti degli anni '70 potrebbero sembrare solo di contorno, eppure nel racconto pesano, entrano in pieno nella storia, diventano una sorta di terzo protagonista: 
"Eravamo (siamo, saremo sempre) una generazione di guerrieri. Avevamo arroganza, presunzione, devozione per la giustizia e un'infinita , strabordante propensione al ridere" (p. 19).