Il metodo della paura
di Rosario Aitala (prefazione di Lucio Caracciolo)
Laterza, 2018
pp. 258
€ 18 (cartaceo)
€ 10,99 (ebook)
Da sempre provo un forte interesse per i libri che trattano tematiche di attualità, e ancor di più amo che queste tematiche vengano analizzate da giudici.
Era perciò quasi scontato che corressi a leggere Il metodo della paura - Terrorismi e terroristi (Laterza, 2018), un interessante saggio scritto dal magistrato Rosario Aitala, già capo del dipartimento Giustizia penale della missione di polizia della Commissione UE a Tirana e responsabile del programma Giustizia della Farnesina per l'Afghanistan, eletto il 6 dicembre 2017 a New York giudice della Corte Penale Internazionale.
Aitala sviscera l'argomento del terrorismo e lo fa avvalendosi di una chiave di lettura particolare ed insolita, ovvero declinando la paura nelle mille sfumature che nel corso della Storia e dei Paesi hanno caratterizzato questa azione strumentale all'esercizio del potere.
Gli studi di Cassese sul terrorismo internazionale sono illuminanti: spiegava che il carattere distintivo del terrorismo è la "depersonalizzazione della vittima", perché il terrorista non colpisce una specifica persona per via di relazioni personali o di animosità, perché possiede certi beni, perché è di un certo sesso o età, ha una determinata nazionalità, posizione sociale o censo. Il terrorista agisce come se fosse cieco: per lui una vita vale un'altra.