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Viaggiano sulla Svezia a cavallo di un papero: "Il meraviglioso viaggio di Nils Holgersson"

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Il meraviglioso viaggio di Nils Holgersson
di Selma Lagerlöf
Iperborea, 2017

Traduzione di Laura Cangemi
Illustrazioni di Bertil Lybeck

pp. 667
€ 18,00
Ora vi racconterò che, per una strana coincidenza, proprio l'anno in cui Nils Holgersson viaggiava con le oche selvatiche, c'era qualcuno che stava meditando di scrivere un libro sulla Svezia che fosse adatto per i bambini delle scuole. Ci aveva pensato da Natale fino all'autunno, ma non aveva scritto neanche una riga del libro, e alla fine era così stanca di tutta quella faccenda che si era detta: "Non sei capace. Rimettiti a inventare storie e racconti come fai di solito e lascia scrivere a qualcun altro questo libro che deve essere istruttivo e serio e che non può contenere una sola parola non vera.
Questo qualcuno era una giovane maestra elementare; originaria del Värmland, regione svedese al confine con la Norvegia, dopo studi e sacrifici si trasferisce a Stoccolma dove inizia ad insegnare. Ogni sera, per quanto stanca dopo aver seguito, spiegato e, a volte, anche urlato ai suoi alunni, si siede alla scrivania e scrive. Scrive favole, leggende, saghe epiche. Scrive così tanto e così bene, che nel 1909 è la prima donna a vincere il premio Nobel per la Letteratura e, pochi anni dopo, viene ammessa all'Accademia di Svezia.
Per fortuna questa giovane maestra, Selma Lagerlöf, non si è lasciata prendere dallo sconforto come dichiarava nelle frasi che avete appena letto; provengono da una delle opere che le hanno fruttato il Nobel e hanno portato il suo nome a varcare i confini della Scandinavia: Il meraviglioso viaggio di Nils Holgersson da poco ripubblicato da Iperborea.
Per l'elevato idealismo, la vivida immaginazione e la percezione spirituale che caratterizzano le sue opere (Motivazione del Nobel per Selma Lagerlof, 1909)
Nils Holgersson è un ragazzino svedese di circa 14 anni. Non è un gran lavoratore, non è particolarmente osservante dei Comandamenti e si comporta male con gli animali. Oggi gli si prescriverebbe del Ritalin e lo si definirebbe "iperattivo", ma nei secoli passati un bambino simile spezzava il cuore a una madre e rendeva un padre preoccupato del futuro della propria fattoria. Un giorno Nils, per evitare di andare in Chiesa, promette di leggere il sermone a casa e di comportarsi bene. Ma mentre sta pensando di svignarsela per sparare qualche colpo con lo schioppo del padre, ecco che vede entrare un folletto in casa. In Svezia sono abbastanza comuni e se li si lascia in pace, proteggono la casa e i loro occupanti. Nils, immemore di questi racconti, ma desideroso solo di farsi rivelare la posizione del tesoro del folletto, cerca di intrappolarlo. Ma la cosa non va come lui aveva previsto:
Nello specchio, infatti, vedeva chiaramente un tipo minuscolo in berretto a punta e calzoni di pelle.
«Questo qui è vestito proprio come me!» esclamò il ragazzo giungendo le mani per la sorpresa. Ma in quel momento vide che il piccoletto nello specchio faceva la stessa cosa.
Tramutato per vendetta in folletto, nel tentativo di fermare Mårten, il loro papero bianco e maestoso che scappa per migrare con le oche selvatiche, Nils (ribattezzato Pollicetto) inizia un fantastico viaggio per la Svezia. Sotto la guida della saggia e vecchia oca, Akka del Kebnekajse, imparerà la bontà d'animo e l'altruismo, alla ricerca di un modo per spezzare l'incantesimo che lo ha reso alto come un ditale da cucito.

Questo corposissimo romanzo, commissionato all'autrice dall'Unione degli Insegnanti Svedesi, ha un intento didattico. Nils, scandinavo Pinocchio, accompagna i giovani lettori (e anche i loro genitori che leggevano la favola della buonanotte) alla scoperta della Svezia sotto ogni punto di vista. Ogni tappa del viaggio è dettagliatamente spiegata dal punto di vista geografico, naturalistico e artigianale/industriale. Invece di scrivere, come nei migliori sussidiari della nostra infanzia, che nello Jemtland ci sono i monti Frostviksfällen è molto più poetico e divertente sapere che sono stati messi lì dal dio Asa-Thor per mostrare tutta la sua forza ad una coppia di Giganti. Invece di fare una noiosa lezione sulle risorse minerarie di Falun è meglio raccontare di come la figlia del Gigante rivelò al contadino di come arrivare ai filoni di rame sotto la montagna. 
Profondamente legata alla spiritualità pagana e al ricco bagaglio di leggende della propria terra, l'autrice fa corrispondere ad ogni tappa del viaggio leggende, storie, racconti di usi e costumi e feste popolari, il tutto incorniciato da descrizioni naturalistiche di struggente bellezza.
Il cielo non era più azzurro, ma si incurvava sopra di lui come una coppa di vetro verde. Il mare era bianco latte. Fin dove arrivava lo sguardo, si vedevano rotolare piccole onde bianche con scintillii argentei sulla cresta. Sparse in tutto quel bianco c'erano le tantissime isole dell'arcipelago, nere come il carbone. Sì, persino le case, le chiese e i mulini, in genere bianchi o rossi, si stagliavano neri sul cielo verde. Al ragazzo sembrava quasi che gli avessero cambiato la terra sotto i piedi e fosse arrivato in un altro mondo.
Per chi è stato al Nord, dove i colori in estate sono così forti da far male agli occhi e al cuore, leggere di questa splendida natura provocherà momenti di vera commozione.
Oltre all'insegnamento antropologico, sociale e folkloristico, Nils durante il suo viaggio odissiaco, diventa un vero eroe. Impara la bontà d'animo, la solidarietà e il senso del sacrificio per gli altri, tanto da diventare un nome amato e rispettato sulla bocca degli animali di tutta la nazione. Lui sa che se difenderà le oche e si comporterà bene potrà tornare un ragazzo normale, ma questa è solo la sua motivazione iniziale: dopo poco tempo assume una statura morale così senza macchia da farci quasi rimpiangere l'allegro monello che abbiamo incontrato nelle prime pagine. Mano a mano che si procede nella storia e con il recupero dell'innocenza di Nils, diviene sempre più evidente l'intento didattico e morale.
Il meraviglioso viaggio di Nils Holgersson era ed è una meravigliosa avventura, di quelle che avremmo voluto vivere da bambini e che avremmo voluto non finissero mai. Ed è uno splendido manuale di geografia, di quelli che avremmo voluto al posto dei classici sussidiari. Ed è, soprattutto, uno sfavillante dipinto della Svezia, tracciato con una maestria e un amore che stringono il cuore anche ora che siamo adulti e non possiamo scappare con uno stormo di oche selvatiche.
Giulia Pretta