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Un inno alla fantasia creativa: "Gli aspetti irrilevanti" di Paolo Sorrentino

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Gli aspetti irrilevanti
di Paolo Sorrentino
Fotografie di Jacopo Benassi
Mondadori, 2016

pp. 274
€ 22

La premessa de Gli aspetti irrilevanti è curiosa: partendo da alcuni scatti del fotografo Jacopo Benassi (collaboratore di numerose testate tra le quali Rolling Stone, GQ, Wired Italia e Le Figaro) ed ignorando chi siano in realtà le persone immortalate, Paolo Sorrentino ne immagina nome e cognome e costruisce per loro strani ritratti, fatti di episodi, curiosità, epifanie fulminanti, pensieri scomposti e motti perentori. Nella fantasia dello scrittore-regista, sono tutti uomini e donne qualsiasi, senza particolari meriti per i quali essere ricordati. Eppure le loro storie valgono tutte la pena di essere lette.
La trovata alla base del libro fa emergere la vena comica di Sorrentino, presente dall'inizio e sempre più dominante con lo scorrere delle pagine; una comicità talvolta sommessa e talvolta aperta (esilarante la scenetta del latitante che tradisce la moglie con una pornostar, e non sveliamo in cosa consiste il divertissement finale, con la foto di Settimio Valori). I suoi buffi personaggi conservano però anche il marchio di fabbrica del creatore di Tony Pagoda, ovvero la capacità di parlarci della vita, questa inestricabile somma di tic, stranezze (la signora che avrebbe seguito ovunque Fred Bongusto e che però lo ama come uomo e lo detesta come cantante), gioie e dolori. Ma soprattutto di dignità. Come il pianista di piano bar protagonista di uno dei capitoli: abbandonato dalla moglie che gli ha lasciato un figlio con problemi mentali, affronta ogni giorno l'illusione della notte e le promesse spezzate dell'alba. Una storia davvero commovente.

E ne ha di cose da raccontare, Peppino, che intercetta il mondo nell'attimo della disibinizione, quando sgorgano tutta la seduzione e la volgarità, la perversione e la speranza.
Il narratore ha l'onniscenza per essere onesto sui suoi personaggi. Ne parla con un pudore che non c'entra con la reticenza ma con il rispetto, perché proprio come uno degli uomini di questa raccolta, Sorrentino "approva la vita altrui. Senza riserve". E' ecumenico, accetta tutte le esistenze, anche quella di Donna Emma, una portiera odiosa e maligna che, come ogni personaggio del regista napoletano, custodisce dentro di sé un dolore indicibile.

Uno degli effetti ottenuti dall'esporre immagini di persone reali è il far apparire molti degli aneddoti raccontati come rivelazioni: mai dietro a quelle facce comuni, spesso anziane, ci si aspetterebbero segreti e passioni (sovente il sesso è centrale) come quelle raccontate. L'età è d'altronde una caratteristica importante: c'è solo un personaggio giovane, una bambina (i meno anziani degli altri stanno attorno ai quarant'anni), perché la brevità dell'esistenza non consentirebbe un accumulo sufficiente di esperienze tale da rendere il protagonista interessante. E' nel carico del tempo che si nasconde ciò che Sorrentino vuole raccontare. L'attenzione che lui e i suoi personaggi pongono sui dettagli insignificanti delle loro storie sorprende il lettore: ci aspettiamo una cosa e invece ne viene illuminata un'altra. Ma sono proprio queste inspiegabili piccolezze, che colorano anche le comparse minori, a costituire quegli aspetti irrilevanti pregni di quella sostanza effimera che rivela la vita. 
Grande amico del famoso giornalista Gianni Minà, in più di un'occasione ha provato a rubargli l'agendina.
Sopraffatto dal senso di colpa, all'ultimo momento ha sempre desistito.

Al quarto tentativo, Minà l'ha colto sul fatto e si è limitato a scuotere la testa come si fa con un figlio bocciato per la quarta volta a scuola.
A tutt'oggi, Girolamo ritiene questo episodio la più grande, indicibile umiliazione della sua vita.

In seguito a questo spiacevole episodio, Minà ha trasferito i numeri telefonici sulla rubrica dell'iPhone. Operazione che gli ha preso sei mesi di vita e occupato tutti i giga di memoria.
Col passare delle pagine i capitoli si fanno meno episodici, diventando veri e propri racconti in cui Sorrentino dimostra la propria abilità narrativa. Anche con questo libro Sorrentino conferma di non essere un regista prestato alla scrittura ma uno scrittore vero e proprio, con una sua poetica ben definita ed uno stile sicuro (fatto di brevi enunciati assertivi, abbondanti di virgole) per esprimerla.
In realtà, le fotografie, bianchi e neri molto belli che hanno come soggetti persone dalle fisionomie particolari (un cast perfetto per un film di Sorrentino), sono solo spunti, una scusa per dare sfogo all'inventiva dello scrittore: Gli aspetti rilevanti, oltre ad essere un tassello coerente nel percorso letterario del regista, è un inno alla fantasia creativa.


Nicola Campostori