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In viaggio per dare gambe a chi non ha gambe e voce a chi non ha voce: Il cammino di Marcella

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 Il cammino di Marcella
di Anna Rastello
Alieno Editrice, 2011


Il cammino di Marcella racconta un viaggio. Lento, perchè percorso a piedi. Significativo, perchè è la realizzazione di un voto fatto anni fa. Sociale, perchè è diventato un modo tutto particolare di indagare sulla quotidianità dei disabili in Italia e in Francia.
Tutto ha avuto inizio nella notte tra il 12 e il 13 aprile 1997, quando in seguito ad un incidente stradale Marcella, bambina di 8 anni, fu sbalzata dall’auto su cui viaggiava e cadde dal viadotto Piani, lungo l’autostrada A26, alto circa 28 metri. A causa del buio e della vegetazione i soccorritori non riuscivano a trovarla. Così la mamma della bambina, Anna Rastello, disperata, fece una promessa: se sua figlia fosse stata ritrovata viva, sarebbe andata a piedi a Lourdes. Marcella venne ritrovata, curata, e per lei e la sua famiglia iniziò il difficile percorso dell’accettazione della disabilità ma anche la comprensione di una realtà che fino ad allora non avevano avuto modo di conoscere bene.
E' passato il tempo e
per Anna è venuto il momento di compiere il suo voto. Così l’8 marzo 2011 è partita da Sarzana e, dopo avere percorso quasi 1600 km a piedi, ha concluso il suo viaggio l'8 maggio al Col du Somport. Tra le tappe Rossiglione, luogo dell’incidente, e Lourdes.
La scelta di percorrere il tragitto a piedi non è stata dettata solamente dalla volontà di rispettare appieno il voto, ma anche per simboleggiare il cammino percorso dalla famiglia, e poi dalla società, per accettare la disabilità di ciascuno senza creare ulteriori barriere (mentali, psicologiche, fisiche e architettoniche) che accrescono ancora di più le difficoltà di un disabile. E mentre Anna cammina, accompagnata di tappa in tappa da amici e sostenitori, dando "gambe a chi non ha gambe e voce a chi non ha voce", raccoglie informazioni nei comuni che tocca relativamente ad attività, strutture, e tutto quello che può servire a rendere un po' più agevole la quotidianità dei disabili.
Ma questo libro non è un tradizionale diario di viaggio, benchè racconti le tappe percorse. Perchè Anna condivide soprattutto le riflessioni, i pensieri, la fatica, e le belle e spesso inaspettate esperienze raccolte durante il percorso. Così il lettore, più che nello zaino e nelle scarpe di Anna, si trova nella sua mente e nel suo cuore.


Carla Casazza