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Laurie Charpentier: Gigola

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Gigola
di Laurie Charpentier

ed. Barbes

192 pagine
14.00 euro



Racconto di una giovane garconne pargina degli anni '60, il libro è stato originariamente stampato nel 1972 e ritirato dal mercato per censura. Troppo cruda era forse la storia di Gigola, prostituta, o meglio gigolò, vestita di smoking e amante delle donne, calcolatrice e un po' crudele, votata al denaro e alla costruzione del suo stesso mito.
Gigola è un libro di matrice estetizzante, che si sviluppa su modelli fortemente decadenti e che richiama, nel personaggio della protagonista femminile, figure tipicamente maschili come l'Andrea Sperelli dannunziano. Laurie-Gigola è, infatti, una donna che sfrutta il suo fascino irresistibile per rincorrere la sua insaziabile sete di denaro, la sua volontà di affermazione sociale o, meglio, di elevazione sociale rispetto agli “uomini comuni” in cui non si rispecchia e che non riconosce come simili. La tensione amorosa è assente per buona parte del romanzo, presente solo nella forma autoreferenziale, nella costante costruzione da parte di Laurie del personaggio-Gigola attraverso una precisa educazione ai movimenti fisici, al controllo delle pulsioni e delle reazioni, ad una conversazione minimale ed incisiva. Eppure, Gigola è un personaggio in negativo, costituito di sola apparenza e privo di qualsiasi sostanza, del corpo e perfino della carne, perché quel corpo che appartiene solamente a Laurie la rende simile agli “uomini comuni”, e viene quindi disprezzato, maltrattato, rovinato con quantità esagerate di alcool, carenza di sonno e sfida al pericolo e alla morte. Espressione esemplare dell'evanescenza di Gigola, della sua identità con gli abiti costosi che indossa, è il rapporto con il sesso. Gigola infatti non si spoglia mai nei numerosi incontri che costellano la prima parte del romanzo, fa anzi una bandiera di questa scelta, lo ripete più volte alle diverse amanti, e non transige. Viceversa, quando Laurie abbandona il personaggio-Gigola davanti al trasporto amoroso, abbandona con lei anche gli abiti, si lascia spogliare e arriva ad accettare un ruolo di passività, anche se apparente. Una passività che comporta, come afferma la stessa Laurie, “la morte di Gigola”.

Silvia Pilloni