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I racconti della balaustra

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I racconti della balaustra
di Marco Bernini
Firenze, Società Editrice Fiorentina, 2007
- seconda ristampa -

Pagg. 153
€ 10.00


Si inizia con un sorriso e si prosegue con un divertimento salace e spontaneo, punteggiato di intelligenza e di autoironia. Così potrei brevemente descrivere quest’opera prima di Marco Bernini, giovane livornese che davanti ai miei occhi ha cancellato dal biglietto da visita la qualifica di ‘ingegnere’ per sostituirla con un ‘aspirante scrittore’. E direi che può già considerarsi sulla buona strada: questo suo libro, rivolto per lo più a un pubblico giovane (meglio se cresciuto negli anni ’90) è una lettura davvero godibile.

Tanti sono gli episodi trattati, tutti accomunati dalle variabili dell’amore e dell’amicizia, come in ogni romanzo di formazione che si rispetti: si passa dai primi turbamenti amorosi e fisici alle rinunce per gli amici, ma non mancano le goliardate adolescenziali, gli allontanamenti e i ritorni… I continui flashback, filtrati dallo sguardo ironico e qualche volta amarognolo di un io-narrante ormai adulto, non fanno che ammiccare al lettore, che diventa, pagina dopo pagina, parte del gruppo d’amici, e non solo spettatore.

Così capita – e capita spesso, vi assicuro – di immedesimarsi nel protagonista Marco, per certi versi tanto simile allo scrittore (ma si ricordi di distinguere sempre tra scrittore-narratore-personaggio!), e per altri identico a qualunque giovane si trovi ad affrontare queste necessarie tappe di crescita. Innanzitutto, l’accettazione di sé e dei propri difetti è premessa alla comprensione dei propri desideri. E poi la scoperta delirante del sesso e la conseguente ricerca quasi spasmodica di una donna portano spesso le pagine a travestirsi di confessione scherzosa, fatta a posteriori, sulla scia di quelle canzoni che tutti quanti abbiamo ascoltato almeno una volta (per facilitarci la scelta, Marco Bernini suggerisce come sottotitolo di ogni capitoletto la traccia musicale che accompagna i suoi ricordi).

Una vera e propria risorsa per questa ironia contagiosa sono tutte le descrizioni fisiche, così spesso puntellate su elementi caricaturali che non stonano mai con il contesto, ma creano personaggi veramente non banali, nonché pittoreschi (a volte oserei dire, ma sottovoce, “picareschi”). A questo si aggiunge uno stile estremamente vivace e agile, nonché curato: più che scorrevole, lo assocerei a una piacevole chiacchierata. C’è lo slang tipico dell’adolescenza negli anni ’90, con espressioni un po’ scurrili, ma così quotidiane ormai da essere più che verosimili, direi addirittura irrinunciabili. Troviamo anche qualche simpatica nuova coniazione che facilmente potrebbe entrare nel nostro quotidiano, come ad esempio Marco e gli amici chiamano con disprezzo “stenterelli” quei ragazzi di per sé amorfi, con grandi occhiali da studiosi e vestiti firmati, che riescono a sedurre le ragazze più belle della città. Si sommano inoltre espressioni dialettali livornesi, sempre facilmente comprensibili, proprio come auspica lo scrittore in una sua scherzosa premessa.

Ma quel che sconvolge, lo devo ammettere, è scoprire, d’un tratto, che Marco-personaggio è cresciuto: la conclusione, che qui non vi anticipo, è quanto di più tradizionale ricordi il romanzo di formazione. Non si pensi a bilanci da adulti, inghirlandati da pensieri retrò, tutt’altro. Piuttosto, è con la solita vena di ironia e di complicità che si scopre un Marco adulto, adulto in nome di queste risate che ci hanno accompagnati per tutte le 153 pagine. E lo si lascia come si saluta un amico, augurandosi reciprocamente un “a presto”, complice.

Anathea [Gloria Ghioni]

E restate con noi: prestissimo pubblicheremo l'intervista a Marco Bernini!!!
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