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Un altro personaggio femminile da scoprire. "L'ultima fuggitiva" di Tracy Chevalier

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L'ultima fuggitiva
di Tracy Chevalier
Neri Pozza, 2025 (nuova edizione)

Traduzione di Massimo Ortelio

pp. 320
€ 15,00 (cartaceo)
€ 8,99 (ebook)

Nella collana Biblioteca di Neri Pozza approda Tracy Chevalier, con uno spazio a lei dedicato: La biblioteca di Tracy Chevalier. Le prime riedizioni a riapparire in questa collana sono state La ragazza con l'orecchino di perla, La ricamatrice di Winchester, e L'ultima fuggitiva. 

Quest'ultimo narra la storia di Honor Bright, una giovane donna quacchera, che lascia il Dorset insieme alla sorella perché quest'ultima deve andare in Ohio per sposare un uomo più anziano, Adam Cox. Ma la febbre gialla uccide Grace, la sorella di Honor e quindi la nuova vita tanto agognata inizia subito con un abbandono in uno stato straniero e in una solitudine che sembra definitiva ed incolmabile. Ma nei romanzi, si sa, nulla è come sembra e tutto può essere rovesciato da un momento all'altro. È quanto accade prima con l'amicizia con Belle, una simpatica ed energica cappellaia, che accoglie in casa e nel suo negozio Honor; poi con il matrimonio con Jack.

Non poteva più tornare indietro. Mentre annunciava ai genitori la sua intenzione di accompagnare la sorella in America e sceglieva le poche cose da portare con sé, mentre salutava gli zii e baciava cugini e nipoti montando sulla carrozza a Bridport e ancora salendo sulla nave a Bristol sottobraccio a Grace, un pensiero l'aveva confortata: posso comunque tornare indietro. Eppure, un sospetto cova-va già nel cuore di Honor: la sua vita sarebbe cambiata per sempre nell'attimo in cui lasciava il suolo inglese. Se non altro, l'idea del ritorno aveva reso meno tormentose le settimane prima della partenza, come il pizzico di zucchero che si aggiunge a una salsa per attenuar-ne l'acidità. Le aveva consentito di rimanere calma, invece di piangere come l'amica Biddy quando le aveva regalato la sua ultima creazione: una trapunta con la Stella di Betlemme a otto punte fatta di rombi marroni, gialli e color panna, contornata dalle splendide decorazioni che erano la sua specialità. (p.7)

Sullo sfondo, vi è la comunità di quaccheri, con i loro usi, i loro riti religiosi e soprattutto la distanza fra la bontà predicata e la pavida sottomissione allo schiavismo allora permesso nell'Ohio. È la vicenda dello schiavismo e dell'aiuto che Honor dà ad alcuni schiavi per sfuggire alla loro situazione, uno dei filoni narrativi che si intrecciano ne L'ultima fuggitiva. Proprio un cacciatore di schiavi, Donovan, farà perdere la testa a Honor e avrà un ruolo chiave nella vicenda.

Come in ogni romanzo di Chevalier, al centro vi sono la psicologia femminile e un'attività manuale che diviene la lente per indagare e accedere a tale psicologia. Qui, come ne La ricamatrice di Winchester, sarà la capacità di usare l'ago e il filo (stavolta come sarta) a caratterizzare i silenzi e l'attenzione di Honor e a veicolare il suo inserimento nel negozio di Belle. 

L'idea felice del romanzo è tratteggiare due storie parallele di formazione: quella dell’America appena nata, le cui cittadine sono formate solo da poche case immerse in campi e foreste, e quella di Honor che sta costruendo - o ricostruendo - sé stessa, dopo l'abbandono della madre patria.

Tracy Chevalier mostra la sua nota capacità di tratteggiare affreschi storici credibili e realistici, e di muovere in essi personaggi che sono intessuti di quella storia. Tuttavia, meno felice mi appare la capacità di usare il "chiaroscuro" per raffigurare i personaggi, che appaiono spesso appiattiti in una idea o in una funzione narrativa. Perfino la protagonista, sebbene spesso confusa, non appare mai in profonda crisi, non cogliamo le sue svolte esistenziali come risultato di un travaglio sofferto.

Resta una scrittura nitida e ben calibrata, con una trama articolata e interessante. Resta, e forse è proprio questo il senso di una riedizione, il senso di una rilettura nella visione d'insieme della poetica di una scrittrice oramai riconoscibile e amata.

Deborah Donato