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Tre amici in bilico davanti al futuro: "Outline" di Michèle Fischels

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Outline
di Michèle Fischels
Bao Publishing, 2025

pp. 208
€ 23,00 (cartaceo)
€ 11,99 (ebook)

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“L’incertezza del futuro è fatta di splendore e miseria”

Non so se è perché ho appena finito gli Esami di Stato, se perché ho visto i miei ragazzi, ormai giovani uomini, affacciarsi al mondo, attraversare, con la serietà dei loro occhi concentrati, delle loro camicie bianche stirate per l’occasione, una sorta di linea di confine, ma il graphic novel di Michèle Fischels mi ha toccata particolarmente. Il volume riesce infatti a restituire, fin dalle prime pagine, l’atmosfera vorticosa e a un tempo rarefatta che avvolge l’ultimo anno di scuola, per gli studenti, così come per i docenti che li accompagnano.

I mesi che precedono la maturità sono cristallizzati in una serie di istantanee, intense nel momento in cui vissute, ma fuggevoli se osservate da un campo largo. Tutto appare al tempo stesso definitivo e incerto, ciò che ancora non si conosce esalta e spaventa, e risulta difficile distinguere tra le due emozioni.

I protagonisti, Ben, Andreas e Clara, vengono colti in un momento di svolta della loro esistenza. Dopo anni di amicizia, di un terzetto che si immagina solido, gli equilibri sono cambiati e i tre si sono trovati improvvisamente ad andare a ritmi diversi. Ben e Clara si sono messi insieme e sono all’apice della loro felicità, Andreas invece arranca, incerto sulla strada da prendere, non ancora in grado di riconoscere le proprie qualità, e ingabbiato in una situazione personale complessa, a tratti autodistruttiva. Mentre gli amici, ormai lontani da lui, vivono i piccoli dilemmi e le gioie brucianti di un amore che nasce, lui nasconde a se stesso il gorgo oscuro che lo risucchia, quella verità che non ha il coraggio di confessarsi.

L’autrice, con un tratto sottile e tavole dipinte con toni pastello, riesce a imprigionare tutta la malinconia della fine di un’amicizia, e dell’adolescenza in senso lato. Ci sono i piccoli rituali che accompagnano la conclusione del percorso scolastico, le feste sul lago al tramonto, le band improvvisate, i lavoretti frustranti ma necessari per chi ha bisogno di un aiuto per potersi mantenere, i discorsi sul futuro, pieni di interrogativi. L’ultima gita di classe in Francia è forse un’occasione per ritrovarsi, ma i passi conducono in direzioni impreviste e si rischia di non incontrarsi mai davvero. Piccole crepe si insinuano nella serenità apparente, e ciascuno si trova a fare i conti con le proprie insicurezze, le proprie fragilità. Anche se le situazioni sono differenti per i tre personaggi, le domande che li animano sono le medesime («Che farai dopo la scuola? Dove fai domanda? Ti iscrivi? Ti trasferisci? Ci deve essere qualcosa da qualche parte che mi dia un senso di identità»). Acquerelli di paesaggi deserti e in continuo mutamento rendono conto del passare del tempo, ma anche della trasformazione emotiva dei protagonisti, che si perdono e si cercano (e il pronome può essere inteso tanto in senso riflessivo quando reciproco).

Delicato ed estremamente realistico, poetico, ma anche in grado di intercettare il sentire dei giovani d’oggi, Outline riesce a delineare, letteralmente, i caratteri dei suoi personaggi, mostrandoli come esseri in divenire, abbozzo ancora da mettere a fuoco di ciò che sarà (e di ciò che saranno).

È quasi per caso, ma forse inevitabilmente, che poco alla volta le risposte arrivano, attraverso ciò che più conta: l’amicizia, l’amore, il coraggio delle scelte; la presenza di fronte a se stessi e di fronte al futuro, verso cui si è irrimediabilmente proiettati; il senso del viaggio e dell’avventura che inizia a vibrare sotto pelle, proprio mentre sembra che tutto stia sfuggendo di mano. Con questo romanzo di formazione a fumetti, nato come progetto per una tesi di laurea, l’autrice riesce a comporre un’opera straordinariamente pacificatrice, rasserenante perché carica di speranza, in grado di cogliere con sensibilità una fase della vita in cui qualunque lettore (non solo i coetanei dei protagonisti) si può riconoscere.

Carolina Pernigo