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"Tutto risuona nella produzione artistica pasoliniana": un bello studio di Claudia Calabrese esplora la dimensione sonora dell'artista e intellettuale

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Pasolini e la musica, la musica e Pasolini. Correspondances
di Claudia Calabrese
Diastema Editrice, 2019

pp. 366
€ 23,00

Chissà quante tesi di laurea triennale, magistrale o dottorale su Pier Paolo Pasolini vengono discusse ogni anno negli atenei italiani ed esteri. Data la caratura e il carisma del personaggio è probabile che non siano affatto poche, anche se forse non tutte dotate di quel brio capace di emanciparle dalla serie degli omaggi compilativi o dei contributi estremamente specialistici e dunque un po’ (o un po’ troppo) autoreferenziali. Per non parlare della disciplina da prediligere: letteratura, storia o cinema? E dunque: poesia o prosa? Storia politica o storia sociale? Teoria o prassi dell’audiovisivo? Nel prevedibile imbarazzo della scelta, esiste, forse e tuttavia, un modo per riuscire a raccontare nel contempo lo scrittore, l’intellettuale e il cineasta: la prospettiva sonora. Proprio questa, difatti, è stata l’idea di Claudia Calabrese, la cui tesi di dottorato in Storia e analisi delle culture musicali discussa nel 2018 presso l’Università La Sapienza di Roma è stata appena pubblicata da Diastema Editrice.

Si intitola semplicemente Pasolini e la musica, la musica e Pasolini il bel lavoro dell’eclettica studiosa e insegnante: una scelta solo apparentemente lapalissiana e in verità “speculare”, che si anima di significati ulteriori non appena la si correda di quel Correspondances messo a seguire dopo il punto fermo. Il tentativo ambizioso, difatti, come evidenzia anche Stefano La Via nella sua Prefazione, è:
«iniziare a far luce sul ruolo svolto dalla musica – dal suono nelle sue più varie espressioni verbali, vocali, strumentali – anzitutto nella personale, quanto mai poliedrica, ricerca artistica ed esistenziale di Pier Paolo Pasolini, in secondo luogo nella concreta intonazione delle sue opera da parte di compositori di ambito tanto “classico-colto” quanto “popolare” e/o “popular”» (p. 15).
Proprio il desiderio di rendere conto del sistema di rimandi “uditivi” che intercorrono tra l’esistenza dell’uomo e quella dell’intellettuale-artista è alla base dell’articolazione del testo in modo “binario”, ovvero in due distinti Movimenti (che non mancano tuttavia di rimandare l’uno all’altro): il PrimoSuoni e musiche nella vita e nell’opera di Pasolini – in cui Calabrese si interroga «sul significato costante della presenza sonora nella narrativa, nella poesia, nella riflessione razionale e nella vita» dell'autore, «senza rinunciare a interpretare, ma mai appianando contraddizioni e ambiguità» (p. 33) ; il SecondoMusica per Pasolini – incentrato su una selezione mirata di casi di studio, rappresenta invece «la sezione più “tradizionalmente musicologica”» (p. 35) del libro, e consente di valutare l’influenza dell’opera e della poetica pasoliniana sul lavoro di compositori e musicisti. Spesso supportata da testi, spartiti e tabelle, la trattazione di Calabrese riesce davvero a rendere conto della produzione pasoliniana nella sua interezza, e pur sfruttando un comune denominatore peculiare e solo apparentemente riduttivo (per eccesso di focalizzazione) come quello sonoro e musicale non tralascia di esplorare nessuno dei territori espressivi in cui l’autore volle lasciare le sue impronte: così, se è vero che «tutto risuona nella produzione artistica pasoliniana» (p. 28) le riflessioni sulle funzioni e applicazioni della colonna sonora e quelle sulla lingua della poesia e della prosa (con focus mirati sul dialetto friulano e romanesco) sono perfettamente armonizzate con le argomentazioni sulla musica classica, sulla canzone popolare, sulla canzonetta commerciale, sul ruolo pedagogico della musica e sulla nascita della tradizione cantautorale o avanguardistica-sperimentale. Ancora, gli stessi casi di studio tracciano una linea evolutiva ideale che consente di confermare il senso di quelle “corrispondenze” evocate dal titolo e che, sotto il segno del pastiche tanto caro all’artista e intellettuale alla pari del binomio “Carne” e “Cielo”, ne influenzarono la produzione nel corso degli anni: ecco dunque la disamina dello scritto giovanile Studi sullo stile di Bach, composto a metà degli anni Quaranta e dal contenuto tutt’altro che dilettantistico; ecco la serie di canzoni ideate per l’amica Laura Betti (Macrì Teresa detta Pazzia, Valzer della toppa, Cristo al Mandrione, Ballata del suicidio, Marylin); ecco i casi di Memoria di Sylvano Bussotti – lavoro per voci e orchestre dall’epigramma pasoliniano Alla bandiera rossa –  e di Danze della sera di Ettore De Carolis (1968) – dal componimento Notturno; ed ecco, infine,  il caso del cortometraggio del 1967 Che cosa sono le nuvole?, di cui l’omonima canzone concertata con Domenico Modugno è solo uno degli aspetti più rilevanti e rivelatori di nuove possibili interpretazioni. Ancora, a chiusura del volume, l’autrice inserisce una piccola appendice dal titolo Pasolini dopo Pasolini. Interviste, comprensiva delle conversazioni avute con Gianni Ripani e Gianfranco Coletta (bassista e voce dei Chetro & Co.), Dacia Maraini – che interrogata sull’importanza e sulla funzione della musica nel cinema pasoliniano risponde che questa dava «il ritmo alle immagini» (p. 317) – e Giovanna Marini – piuttosto certa del fatto suo nel dichiarare che «Pasolini raramente collaborava con i musicisti, perché il musicista era lui. Diceva di non capirci niente ma non era vero per niente (…)  Aveva un gran gusto musicale» (p. 323).

Originale e innovativo senza essere pretestuoso, rigoroso e documentato senza essere pedante, il lavoro di Claudia Calabrese è un contributo che riesce a distinguersi nella mole di pubblicazioni di argomento pasoliniano. Se la menzione speciale conferitagli dalla Giuria del XXXIV Premio Pasolini (bandito dal Centro Studi – Archivio Pier Paolo Pasolini della Fondazione della Cineteca di Bologna) non fa che confermarne la bontà accademica, ciò che più piacerà al pubblico non specialista sarà soprattutto la scorrevolezza della sua prosa: senza mai banalizzare i temi o semplificare le argomentazioni, l’autrice riesce a conferire (più che imporre) un ordine di pensiero e di metodo a un argomento altrimenti caotico e dispersivo, così che la lettura dei capitoli e dei paragrafi si affronta in un crescendo di curiosità e, per l’appunto, di “corrispondenze”. Scaldato da quella passione conoscitiva che raramente fa sentire il suo accogliente tepore nei testi che hanno origine e matrice universitaria, il lavoro trae vantaggio dalla sua natura interdisciplinare, incoraggiando approfondimenti plurimi anche grazie alla ricca bibliografia posta in coda: c’è chi rileggerà le poesie, chi riguarderà i film, chi riascolterà determinate tracce musicali. Bella perché consapevolmente priva della pretesa di esaustività, la ricerca di Claudia Calabrese è la dimostrazione di come l’orizzonte pasoliniano sia ancora contemplabile oltre le solite prospettive; un paesaggio sonoro di cui porsi in ascolto, fosse anche, talvolta, per sondarne gli eloquenti silenzi. 

Cecilia Mariani






Esito della rielaborazione di una tesi dottorale, "Pasolini e la musica, la musica e Pasolini" è un'autentica perla accademica: non è un caso che abbia ricevuto una menzione per l'originalità e il rigore analitico dalla Giuria del XXXIV Premio Pasolini bandito dal Centro Studi - Archivio Pier Paolo Pasolini della Fondazione della Cineteca di Bologna. Articolato in due "movimenti", il lavoro di Claudia Calabrese si legge però nella totale assenza di quelle noie e di quei cavilli che rendono quasi sempre odioso lo specialismo quando lo si vuole fine a se stesso. Non era affatto semplice dare conto di tutte le "corrispondances" che hanno animato la ricerca sonora dell'artista, ma proprio in ciò sta il quid di un lavoro animato da una grande sensibilità musicale. La recensione di Cecilia Mariani al volume pubblicato da Diastema Editrice @diastemaeditrice tra pochi giorni sul sito! 🎶🎬🎥 #libro #book #instalibro #instabook #leggere #reading #igreads #bookstagram #bookworm #booklover #bookaddict #bookaholic #libridaleggere #librichepassione #libricheamo #bookbreakfast #criticaletteraria #recensione #review #recensire #recensireèmegliochecurare #pierpaolopasolini #pasolini #musica #music #claudiacalabrese #diastemaeditrice
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