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Quante avventure a Creta: Brutti incontri al chiaro di Luna W. Stanley Moss

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Brutti incontri al chiaro di luna
di W. Stanley Moss
Traduzione di Gianni Pannofino 
Adelphi, 2018

pp. 185
€ 19 (cartaceo)
€ 10,99 (ebook)

Creta, inizio primavera del 1944. Due ufficiali inglesi e tre andartes (partigiani) cretesi, travestiti da tedeschi, rapiscono un generale nazista e, superando uno dopo l'altro i numerosi posti di blocco che punteggiano l'isola, dopo essere sopravvissuti a venti giorni di feroce caccia all'uomo sulle pendici del Monte Ida, riusciranno miracolosamente a imbarcarsi per il quartier generale britannico de Il Cairo. Detta così sembra una storia incredibile, eppure è tutto vero, è una storia vera, scritta in presa diretta da uno dei due ufficiali inglesi, Stanley Moss. Detta così, gli uomini protagonisti di questa storia sembrano più eroi omerici, tutti genio&sregolatezza, eppure è tutto vero, quegli uomini nel '44 si comportarono più o meno così. Detto così, Brutti incontri al chiaro di luna di W. Stanley Moss edito da Adelphi sembra un libro pazzesco, irreale, una storia da bersi alla goccia come una sorsata di raki: eppure è proprio così, questo è un gran libro!
La cosa che sorprende all'inizio il lettore e che poi lo tiene avvinghiato, ferocemente, a queste vicende è il modo, molto inglese, in cui Moss racconta. Infatti l'ufficiale inglese non fa praticamente quasi mai alcuno sconto alla veridicità dei fatti, anche nei più piccoli e, solo apparentemente insignificanti episodi: ad esempio si racconta l'incredibile caccia all'uomo dei reparti nazisti lanciata per tutta l'isola, mentre gli inglesi e i partigiani cretesi, assieme al generale germanico Kreipe, se ne stanno rintanati al freddo e al gelo sul monte Ida, ma si descrivono anche i momentanei riti di pulizia, in cui, con sommo sbigottimento dei locali, gli inglesi si denudavano del tutto per darsi una solenne lavata e per eliminare le pulci e i pidocchi in eccesso.

Una storia davvero di altri tempi, quella di Brutti incontri al chiaro di luna, che sembrerebbe scritta apposta per un qualche kolossal della vecchia Hollywood con le parti di Billy e di Paddy che sarebbero calzate a pennello a un Burt Lancaster o a un Spencer Tracy (ma anche Michael Fassbender e Tom Hardy non sfigurerebbero certamente in questi ruoli). Tuttavia non è mai banale il modo in cui Moss racconta le cose: non è prolisso, ma non è neppure avaro di dettagli, in un stile, lo ripetiamo ancora una volta, davvero "british", con quel misto di eroismo, umorismo, spirito guerriero e disincanto che i sudditi di Sua Maestà hanno saputo esportare in mezzo mondo.

Fa da sfondo a queste artigliate vicende l'isola di Creta, una sfavillante terra del Mediterraneo che "sotto" la penna di Moss non perde la sua patina mitica e mitologica, ma non svanisce in un ritratto idealizzato: ecco, proprio qui sta la grandezza "da autore" di Moss che, come viene confermato anche dall'interessantissima prefazione e postfazione, qui fa bella mostra delle proprie doti di scrittore.
L'arrivo del buio ha portato con sé una confortevole sensazione di sicurezza. La notte era limpida e traboccante di stelle. Per un po' ce ne siamo rimasti distesi con gli occhi al cielo a parlare, e siamo giunti alla decisione di attendere almeno altre ventiquattr'ore prima di rimandare l'operazione. [...] Dopodiché siamo stati in silenzio a guardare le stelle [...] in balia di certe angosciose congetture, quando ti domandi che cosa c'è là oltre, e oltre ancora, finché il pianeta non diventa piccolo come un granello di sabbia e tu cessi quasi di esistere. Mi domando quanti milioni di Stravrogin vi siano al mondo in una notte stellata. Questo nichilismo rudimentale, però, viene facilmente sgominato dal sonno.
Ecco, questo è solo un piccolo esempio della qualità intrinsecamente letteraria del volume in questione. Volume che si può leggere come storia di guerra, come copione di un film non ancora girato o come diario di un giovane ragazzo ben educato e coraggioso. In tutti i casi, una gran bella avventura. 

Mattia Nesto