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#CriticARTe - La bellezza ritrovata in mostra a Milano

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La bellezza ritrovata. Caravaggio, Rubens, Perugino, Lotto e altri 140 capolavori restaurati. 
Milano, Gallerie d'Italia
(fino al 17 luglio 2016)

Restauro, riconsegna, riappropriazione. Possiamo trovare modi differenti per denominare il processo con cui un’opera viene riportata al suo splendore originario, in ogni caso siamo di fronte a un gesto che aggiunge qualcosa all’immenso discorso narrativo della storia dell’arte.
Alle Gallerie d’Italia di Milano fino al 17 luglio 2016 va in mostra La bellezza ritrovata. Caravaggio, Rubens, Perugino, Lotto e altri 140 capolavori restaurati, ovvero la diciassettesima edizione di Restituzioni, il programma biennale di restauro di opere d’arte pubbliche (italiane e non) che Intesa San Paolo promuove dal 1989.
Dalla suo avvio Restituzioni si è preso cura di un migliaio di opere, inizialmente selezionate sul territorio veneto, quello dell’allora Banca Cattolica, per espandersi lungo tutta la penisola.
L’iniziativa non solo provvede al recupero, ma grazie all’organizzazione di mostre temporanee, punta a far conoscere il patrimonio finalmente restituito, coinvolgendo un gran numero di realtà museali e favorendo la valorizzazione dell’intero territorio.
Dimenticate nei depositi, rovinate dall’incuria, degradate dal tempo o dalle intemperie. In tutto sono 145, tra dipinti, sculture, frammenti di intonaco affrescato, mosaici, manufatti, arredi sacri, oggetti preziosi, tessuti che hanno beneficiato degli interventi di restauro e sono la testimonianza di come i riconoscimenti artistici siano in continuo divenire.


Ogni opera d’arte ha qualcosa da raccontarci: chi l’ha voluta, quale impegno ha richiesto, quale doveva essere la sua collocazione, tutte informazioni che possediamo quando si tratta di opere in buone condizioni. Pensiamo, invece, a cosa può nascondersi dove c’è ancora tanto da decodificare. È il caso allora di vedere qualche esempio di ciò che si può trovare alle Gallerie d'Italia.
Tra le opere di maggior rilievo incontriamo il Ritratto del Cavaliere di Malta di Caravaggio datato 1608 e di proprietà della Galleria Palatina a Palazzo Pitti. Il restauro è servito a chiarire, oltre ad alcuni aspetti tecnici, l’identità del personaggio, verosimilmente il Gran Maestro dell’Ordine di Malta Alof de Wignacourt, e l’attribuzione a Merisi di cui si riconosce lo stile e la gamma cromatica.
Cosa ha a che fare Caravaggio con Malta come, inoltre, dimostra la presenza di altre sue opere? Nel 1607 arrivò sull’isola in cui sperava di diventare cavaliere per liberarsi definitivamente dalla condanna a morte. In realtà riuscì solo a ottenere la carica di cavaliere di grazia, ma finì in carcere per aver aggredito un cavaliere di rango superiore. Evase dalla prigione e venne allontanato per sempre dall’Ordine. È pertanto probabile che proprio a La Valletta conobbe Alof de Wignacourt il quale poteva rappresentare un aggancio per la sua ascesa.


Oltre alle opere dalla paternità incerta (si veda il Cristo risorto di Rubens a lungo considerato un lavoro di Van Dyck), il restauro è letteralmente servito a ricomporre sculture, mosaici e affreschi altrimenti andati perduti. Ne è prova il Cavaliere Marafioti, un gruppo statuario in terracotta rinvenuto in Locride che raffigura un cavaliere nudo sostenuto da una sfinge femminile. Negli anni Venti, circa 180 pezzi furono rinvenuti tra le macerie di un tempio dorico in parte crollato che, sul tetto, doveva ospitare la scultura in questione. Ci sono voluti 15 anni per rimettere insieme il Cavaliere che continua a mantenere il suo mistero: chi è il personaggio della scultura (forse un Dioscuro?) e perché è a cavallo di una sfinge femminile? Al momento la scultura risulta incompleta, solo ulteriori indagini sul territorio potranno dare nuove risposte.

Per quanto riguarda, invece, gli affreschi di San Pietro all’Olmo a Cornaredo (Milano), la scoperta è stata del tutto casuale. Durante il rifacimento dell’impianto di riscaldamento, vennero ritrovati 10.000 tasselli che appartenevano all’edificio prima che un terremoto nel 1117 lo distruggesse. La chiesa fu ricostruita utilizzando anche i resti del crollo e suoi affreschi finirono dimenticati, ma non per sempre. Il restauro ha ripulito l’intonaco decorato e dato coerenza ai cicli pittorici che oggi si sa rappresentare storie dei Vangeli sinottici e degli Atti degli Apostoli. Anche per San Pietro all’Olmo non è finita qui: altri affreschi devono essere ricomposti e negli spazi delle Gallerie di Piazza Scala i visitatori avranno il privilegio di assistere al lavoro dei restauratori in un laboratorio appositamente allestito. Un’occasione in più che fa di Restituzioni un viaggio affascinante di riscoperta tra le meraviglie dell’arte.


Informazioni sulla mostra
La bellezza ritrovata. Caravaggio, Rubens, Perugino e altri 140 capolavori restaurati è la sedicesima edizione del programma Restituzioni a cura di Intesa San Paolo.
La mostra è aperta al pubblico dal martedì alla domenica dalle 9.30 alle 19.30, il giovedì fino alle 21.30. Il costo del biglietto è di 5 Euro, il ridotto 3 Euro.
Tutte le domeniche, fino alla chiusura, sono previste visite guidate e laboratori per bambini, oltre a itinerari a tema e percorsi didattici.
Per i dettagli consultare il sito delle Gallerie d’Italia.