#bookcity: dall’editoria digitale a Giancarlo Ferretti, passando per la grafica! (2^ giornata)


Come previsto, la mia seconda giornata di Book City Milano, si è rivelata particolarmente ricca. Ho dedicato gran parte del tempo a “Librinnovando: Il futuro dell’editoria”, evento che aspettavo con ansia perché particolarmente interessata ai temi trattati. Self publishing, e-book, Open Access, biblioteche e librerie digitali, social media: questi sono solamente alcuni degli argomenti centrali del convegno. Una giornata di formazione e dibattito, iniziata alle 9.00 e terminata alle 18.00, che ha visto protagonisti tanti esperti del settore, da docenti a studiosi, da giovani che hanno presentato i loro progetti a professionisti che lavorano su note piattaforme digitali e social. 

A inaugurare le discussioni ci ha pensato Paola Dubini, docente di Economia delle imprese editoriali dell’Università Bocconi, che con una presentazione intitolata Voltare pagina…(titolo del suo prossimo libro) ha definito un quadro generale dei cambiamenti in atto, spiegando come si trasformano il libro e l’editoria nel passaggio al digitale, quali sono gli attori coinvolti e in che misura, in che modo si riorganizza la filiera produttiva. Subito dopo ho seguito lo stimolante dibattito sul ruolo dei social network nell’editoria moderato dalla giornalista Sara Bauducco. I relatori hanno illustrato alcune delle principali strategie delle case editrici presenti sulla rete, facendo riferimento a progetti interessanti come "20 lin.es", presentato dal fondatore Alessandro Biggi. Si tratta di una start up nata con l’obiettivo di cambiare alcune dinamiche editoriali dando agli autori e ai lettori un meritato ruolo di indiscussi protagonisti. Come? Creando una piattaforma di social publishing che unisce lettura e scrittura. Gli utenti diventano i veri protagonisti di forme di scrittura interattive, raggruppandosi in community e dando vita a storie continuamente modificabili, dai caratteri multimediali, create sulla base di infinite combinazioni. A seguire, Tommaso Caravani ha parlato degli autori “socialmente utili”, spiegando le diverse modalità con cui gli scrittori possono essere presenti sulla rete e i canali che adoperano. Il relatore ha anche introdotto il concetto di “Social media policy”, fondamentale strumento di cui le aziende si servono per controllare l’utilizzo che i dipendenti fanno dei social network; un insieme di regole che renda tutti più consapevoli delle opportunità e dei rischi di una strategia condivisione di contenuti, spesso e volentieri distratta o nociva per l’immagine dell’azienda e del singolo. Mi ha molto colpito la presentazione che Barbara Sgarzi ha fatto di "Zazie", social network che coniuga passione per la lettura, social reading e gamification (termine più volte presentatosi durante la giornata). A un anno dalla nascita della piattaforma (ancora in evoluzione, soprattutto grazie all’aggiunta di nuovi features) appare sempre più evidente che la condivisione dell’esperienza di lettura viene avvertita come un’esigenza diffusa e la creazione di strumenti che la facilitino e la incrementino non può che creare un circuito di scambi che fa bene al libro. I progetti presentati scommettono ancora una volta sulla centralità dell’utente e della sua esperienza e rilanciano dibattiti su temi molto caldi, come il ruolo della critica letteraria in rete e la circolazione dei pareri di lettura. Ha chiuso la sessione Luisa Capelli, docente presso l’Università di Roma Tor Vergata, che fa parte del comitato organizzatore di Librinnovando, progetto che ha provato a raccontarci, anche sulla base di un’attività di monitoraggio che sta compiendo nell’ambito delle sue ricerche professionali.
A Librinnovando sono poi tornata nel pomeriggio, giusto in tempo per assistere a un vivace dibattito sul mestiere del libraio ai tempi dell’e-book, e-reader e delle piattaforme di lettura. Il primo a intervenire è stato Alberto Galla, Presidente dell’Associazione Librari Italiani, che ha raccontato il suo modo di vivere la professione di libraio come vocazione “tradizionale”. Preoccupato dalla “deriva della disintermediazione”, ha tuttavia la ferma convinzione che siano necessari nuovi modelli di business per approcciare il lettore/cliente. È stato affascinante, ascoltare in seguito, l' esperienza professionale di  Matteo Scurati di "Bookrepublic", libreria digitale che cerca di favorire un dialogo più stretto tra autori, editori e lettori, non solo tramite il circuito dell’acquisto, ma soprattutto attraverso l’inserimento e la condivisione dei cosiddetti “contenuti forti” all’interno dello store. Hanno concluso il ciclo Giuseppe Spezzano con il suo "Bookolico", che nasce per proporre un nuovo modello di vendita del libro, e Stefano Tura di "Kobobooks", soffermatosi ulteriormente sulla “social life” del libro digitale e degli attori che lo circondano: i librai che possono proporre in modo più efficace i libri ai lettori, gli editori che possono ottenere dalla rete dei consigli su come migliorare il proprio lavoro, gli autori che acquistano, ancora una volta, un canale aperto e diretto al lettore. Alla conclusione della mia giornata a Librinnovando rifletto sul fatto che non ha molto senso contrapporre fisico e digitale perché si tratta di un modo dicotomico (ed errato) di proporre il problema. Piuttosto occorre soffermarsi sul cambiamento delle forme di mediazione (informativa, produttiva, organizzativa), per trovare quelle soluzioni che ci permettano di allargare e intensificare la lettura.


Tra gli altri eventi della giornata, “I mestieri del libro. Vestire gli ignudi, come si sceglie la veste grafica di un libro, un incontro con quattro grafici che lavorano per  alcune case editrici italiane: Alice Beniero per ISBN Edizioni, Alberto Lecaldano per Voland, Paola Lenarduzzi per John and Levi Editore e Dario Zannier per Nottetempo. Pamuk ha detto che: Tutte le nostre grandi letture finiscono per confondersi nei nostri ricordi con le copertine di quei libri




Frase sui cui sarebbe interessante confrontarsi, essa solleva il problema della riconoscibilità grafica del libro, elemento determinante della sua identità. La copertina, come spazio extratestuale, ha una valenza fondamentale come veicolo della missione della casa. Dal riconoscibilissimo codice a barre di ISBN edizioni, alla collana Sirin di Voland Edizioni (che ricalca la vecchia Bur del 1949), alle foto incorniciate delle “Biografi d’artista” di John and Levi, per finire con le copertine ironiche e un po’ stranianti di Zannier per Nottetempo, è stato curioso notare come i grafici sposino l’identità della casa ma, al contempo, contribuiscano a determinarla.

 



Per concludere la giornata in bellezza, ho assistito alla presentazione dell’ultimo libro di Giancarlo Ferretti intitolato Siamo spiacenti… controstoria dell’editoria italiana attraverso i rifiuti (edito da Mondadori), testo estremamente originale, contraddistinto da quella attitudine a una minuziosa ricomposizione dei fatti, tipica di Ferretti. A introdurre e moderare, Luisa Finocchi, Direttrice della Fondazione Mondadori che ha messo a disposizione il suo prezioso archivio allo studioso e agli altri storici che si occupano di ricerche sull’editoria. I circa venticinquemila pareri di lettura conservati sono un giacimento di inestimabile valore storico e letterario. Sono intervenuti anche Stefano Mauri, editore del Gruppo editoriale Mauri-Spagnol, Marco Belpoliti, docente, studioso, saggista, e Giulio Mozzi, scrittore e consulente letterario per la collana einaudiana “Stile libero”. La varietà dei temi affrontati e la vivacità del dibattito hanno conquistato il pubblico. 


Si è parlato delle dinamiche editoriali negli anni del dopoguerra, dell’attuale esternalizzazione del lavoro editoriale, delle nuove modalità di pubblicazione, delle ragioni del successo o dell’insuccesso dei libri. Si è fatto riferimento a famose vicende editoriali che hanno visto protagonisti Vittorini, Calvino, Levi, Ginzburg e tanti altri, si sono confrontate le forme di sperimentazione tipiche degli anni ’50 e ’60 – quando l’autore cresceva dentro la casa editrice – con l’attuale processo di “caccia” allo scrittore. Le personalità coinvolte hanno illustrato i propri punti di vista, scontrandosi anche quando in disaccordo, ma in fondo concordando tutti sulla centralità del ruolo dell’editore, elemento che Ferretti instancabilmente rivendica nel suo libro. Dopo aver studiato sulla sua Storia dell’editoria italiana, è stato emozionante ascoltarlo raccontare in prima persona le proprie ricerche.

 
















I dibattiti cui ho assistito, tutti 
profondamente diversi, hanno suscitato temi e interrogativi importanti per chi si occupa di libri e di editoria, ma anche per chi semplicemente ama i libri ed è interessato a comprendere il sistema in cui nascono e circolano. Se uno degli obiettivi della manifestazione era instaurare un dialogo ad ampio raggio, direi che oggi è stato raggiunto.

 

Vi aspettiamo domani con  la cronaca di altri incontri: una visita alla Mondadori, David Grossman, Paolo Giordano e molto altro!

 

Claudia Consoli