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Pasticcio d'autore: "Omero sconfitto. Ricerche sul mito di Troia dall'Antichità al Rinascimento" di Valentina Prosperi

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Omero sconfitto.
Ricerche sul mito di Troia dall'Antichità al Rinascimento
di Valentina Prosperi
Edizioni di Storia e Letteratura, 2013


pp. 108
€ 16



Omero sconfitto. Ricerche sul mito di Troia dall'Antichità al Rinascimento di Valentina Prosperi uscito per i tipi di Edizioni di Storia e Letteratura è uno degli esempi migliori per confutare l'opinione secondo la quale i saggi, in special modo quelli di critica letteraria e, ancor di più, quelli inerenti al mondo classico, siano di difficile accesso per un pubblico di non addetti ai lavori. Tutto il contrario; questo Omero sconfitto può essere letto su più livelli: quello specialistico, ad esempio, alla ricerca di fonti magari poco note ma anche quello, diciamo così, di puro intrattenimento che, pur non essendo probabilmente il fine dell'autrice, si può provare molto facilmente leggendo queste pagine. E proprio su tale sentimento, di puro e squisito diletto letterario, andremo a trattare qui, soffermandoci sull'assoluto interesse che anche il lettore medio può (se non "deve" avere) nei confronti della tradizione e fruizione dei pomi omerici in Occidente. Già perché qui, anche se le fonti e gli autori sono numerosi, non si va a trattare qualcosa di oscuro o poco noto: qui si evoca il "peso massimo dell'antichità", ovvero Omero ma in un modo e in una formula del tutto innovativa. Infatti in questo volume si afferma come la tradizione dei poemi omerici in Occidente sia stata per lunga, se non esclusiva, misura una storia di tradimenti, tradimenti operati, loro malgrado, da due, questi sì, oscuri autori. Stiamo parlando di Ditti Cretese e Darete Frigio.
Se, nonostante gli anni liceali, gli eventuali studi universitari e dottorati accademici, questi due nomi proprio non vi dicono nulla, non temete. Ditti e Darete sono infatti due autori che, oggigiorno, sono praticamente sconosciuti, non vengono inseriti in alcuna storia scolastica della letteratura greca né tanto meno in quella italiana, anche se, come vedremo, hanno avuto una rilevanza e un "peso specifico" importantissimo nella, nientepopodimenoché, tradizione dei poemi omerici in Occidente e in Italia.

Valentina Prosperi, attraverso un linguaggio semplice e piano che va proprio incontro al lettore, inizia il primo dei tre saggi, analizzando proprio tale eredità. Ovvero Ditti e Darete, nonostante siano autori ormai del tutto perduti, in realtà furono considerati per tutto il Medioevo e per larga parte dei primi 250 anni dell'età Moderna, le fonti principali e più sicure sulla Guerra di Troia, indicata da più parti come evento fondamentale della storia d'Occidente. Nonostante infatti l'insegnamento basato sull'oggettività dei fatti e sull'importanza dell'accesso a fonti dirette espresso, a loro tempo, da storici quali Erodoto e Tucidide, l'Ephemeris belli Troiani  di Ditti Cretese e il De excidio Troiae historia di Darete Frigio, entrambe opere scritte durante la Seconda Sofistica (dove l'oggettività e sicurezza delle fonti non era tenuta in considerazione), diventarono ben presto le principali fonti a cui gli studiosi successivi fecero riferimento.
La fiction psuedo-documentaristica messa in atto da Dite e Darete è stata accolta come storia, la fonte fittizia è stata presa per buona - e non occasionalmente, ma per secoli e secoli, travolgendo nel suo inganno coorti di letterati e storici. È un dato straordinario quanto incontrovertibile: Ditti e Darete hanno non condizionato ma controllato la diffusione del mito di troiano per tutto il Medioevo, l'Umanesimo il Rinascimento; hanno spinto la loro impudenza fino a prevaricare Omero ormai circolante e diffuso mostrando le prime crepe solo all'altezza del Seicento, pronti a risorgere ancora nel nostro Ottocento.
Questo importante passaggio certifica ancora di più il grande interesse di "Omero sconfitto", ovvero quello di presentare Ditti e Darete non solo come "maestri degli affari omerici" ma anzi come più "Omerici di Omero stesso" dato che, dopo che anche in Occidente, si ebbe libero accesso alle fonti originarie greche di Omero e quindi alla successiva traduzione in latino, gli intellettuali, che per secoli avevano aspettato, trepidanti, la voce del "vero poeta", ne rimasero altamente delusi, preferendone quindi, incredibile a dirsi, quei "farabutti" di Ditti e Darete.

Ora potete capire la posta in gioco in questo saggio. Si tratta di una fine ricostruzione di come due fonti spurie, nate quasi come "parodia" dell'originale, abbiano finito per influenzare Dante, Petrarca e pure Boccaccio, senza considerare i vari imitatori della materia troiana in età cortese. Valentina Prosperi, che insegna Filologia Antica all'Università di Sassari dopo aver studiato a Pisa, ha, per questo libro, fatto numerose ricerche e utilizzato "l'auctoritas" di tantissimi studiosi della materia, non appesantendo però il suo saggio (anzi i suoi tre saggi in uno) ma rendendolo per l'appunto agile e snello, alla portata di ogni lettore curioso della "sconfitta" di Omero ad opera di due perfetti sconosciuti, o quasi.

Per fare un esempio è un po' come se, mi scuserete per la rozzezza ma penso sia efficace, tra cento anni si perdessero tutti i film di "Star Wars" e si avesse accesso solamente a "Balle spaziali", la sua splendida parodia certo, ma pur sempre una parodia. Con l'Iliade e l'Odissea per secoli e secoli è stato proprio così e Omero sconfitto lo racconta. 

Mattia Nesto