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"Quando guardo verso Ovest": racconti come videoclip

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Quando Guardo Verso Ovest
di Massimo Lazzari

Antonio Tombolini Editore 

€ 4,99


Leggendo Quando guardo verso Ovest mi è venuto subito in mente un videoclip, anzi un film composto da 33 videoclip. 33 istantanee, 33 ritratti di altrettanti frammenti di vita a cui fanno da colonna sonora alcuni dei più celebri brani della storia del rock: Doors, Pearl Jam, Beatles, Rolling Stones, Jimy Hendrix, Queen, Led Zeppelin, Pink Floyd, Aerosmith, Guns n’Roses, Nirvana, U2, Red Hot Chili Peppers. Quanto di meglio, in fatto di musica, ci hanno offerto gli ultimi decenni del XX secolo. 

Hanno il ritmo delle canzoni di cui portano il titolo questi racconti brevi in cui Lazzari tratteggia personaggi comuni sorpresi a vivere un breve tassello della loro esistenza. All'apparenza accomunati solo dal fil rouge della musica, ma in realtà legati ben più strettamente da un'emozione particolare. La donna che fa parapendio, il ragazzo che continua a suonare una canzone sulla sua chitarra, la coppia di neo genitori un po' spaesati, il figlio che continua a dialogare col padre anche se lui non c'è più, il maratoneta, la pattinatrice, la ragazza dell'Est, e tanti altri personaggi di oggi o di un passato non troppo lontano che Lazzari riesce a rendere con grande realismo, un'istantanea fatta di parole. 


Nel fermo-immagine, come dicevo, li lega tutti un'emozione particolare: quella di chi ha trovato un varco, un passaggio verso i propri sogni, di chi ha capito che forse ce la fa e sta muovendo il primo passo verso la libertà, reale o virtuale che sia. Non sapremo mai se spiccheranno il volo o se sarà una falsa partenza, ma li conosciamo proprio nel momento più bello, quello in cui c'è la consapevolezza di riuscire, nel momento in cui - per dirla con le parole di Lazzari che a sua volta cita "Stairway to heaven" dei Led Zeppelin - si trovano a fare i conti con “quel sentimento che provano quando guardano verso Ovest e il loro spirito grida per andarsene”.

Non a caso ho parlato di istantanee, perché la scrittura di Lazzari è fotografica, asciutta ma espressiva, traccia immagini vivide e precise senza perdere tempo in inutili divagazioni, con poche frasi inquadra un contesto e fa entrare immediatamente il lettore all'interno di esso.
Sei arrivato alla fine del mondo. Hai compreso il significato dello zaino, del fardello che ti sei portato sulle spalle fino a qui. Hai compreso il significato delle frecce gialle, che ti hanno indicato la via del tuo cammino interiore. In questo caso c’è solo una cosa che ti resta da fare. Siedi tranquillo sullo scoglio e aspetta che il sole si tuffi nell’oceano. Forse ci vorrà un po’ di tempo ma d’altronde, dopo tutta la strada che hai percorso, ti sei guadagnato il diritto di riposare il corpo e la mente. Per ingannare l’attesa, nel frattempo, potresti guardare verso Ovest e chiederti qual è quel sentimento che spinge il tuo spirito a gridare di andarsene.

Carla Casazza