#EditoriInAscolto - Il viaggio ventennale de L'ippocampo



Nasce nel 2003 come casa editrice indipendente e impresa di famiglia. Cresce progressivamente ma
inesorabilmente, puntando su un catalogo che si basa sulla combinazione e la reciproca valorizzazione di testo e immagine, negli ambiti più disparati (dalla moda alla cucina, dall’istruzione alla storia, dalle fiabe per bambini all’erotismo). In tutti i casi, i volumi si caratterizzano per la qualità e la cura estetica e formale, che li rendono non solo preziosi per i contenuti, ma anche oggetti in grado di soddisfare il feticismo librario di molti bibliofili, tra cui la quasi totalità dei membri della nostra redazione. In occasione di un compleanno importante, rivolgiamo qualche domanda a Sebastiano Le Noel, direttore creativo de L’ippocampo, per capire meglio quali valori guidano le scelte editoriali e per farci svelare qualche segreto.
 
Se dovessi scegliere un filo rosso per la nostra intervista, sceglierei sicuramente il tema del viaggio, che mi pare essere un elemento che collega molti dei vostri titoli. Viaggi reali, che attraverso fotografie in grande o piccolo formato conducono i lettori da un capo all’altro del mondo; viaggi letterari, sulle orme di grandi scrittori o pensatori, di cui esploriamo gli studi, le case, i giardini; viaggi fantastici, che grazie a fiabe e narrazioni ci riportano al mondo della nostra infanzia; viaggi culturali, soprattutto verso Oriente, che attraverso le espressioni artistiche e creative portano a conoscere un immaginario radicalmente altro e per questo tremendamente suggestivo… oggi, poi, siamo qui per celebrare un altro viaggio, che è quello della casa editrice, che nel 2023 compie vent’anni: cos’è L’ippocampo? Da dove è partita e dove sta andando?
Grazie Carolina, credo abbia colto la parola chiave che meglio identifica L’ippocampo, il viaggio. L’ippocampo è in effetti una casa editrice fondata e tuttora diretta da mio padre Patrick Le Noel e da mia madre Giuliana Bressan nel 2003. Mio padre è stato direttore commerciale di prestigiose case editrici in Francia, lavoro che ha portato la nostra famiglia a traslocare spesso, ogni tre anni tra Francia e Italia, a volte da un giorno all’altro. Forse questo nomadismo ha dato quest’impronta del viaggio e del continuo adattamento alla casa editrice.
L’ippocampo nasce in effetti a Genova e si specializza nel libro fotografico di viaggio debuttando il primo anno con un bestseller: Offerte – 365 pensieri di maestri buddhisti di Danielle e Olivier Föllmi, che inaugura un’età d’oro di quel tipo di libri.
Negli anni successivi, la produzione editoriale si è aperta su vari mondi, dai ragazzi alla cucina, dalla storia alla moda… cercando ogni anno di rinnovarsi e di sorprendere librai e pubblico. Così, se nel 2003 abbiamo iniziato con 1 titolo, nel 2023 arriveremo a una produzione di 100 novità annue, tra le quali, coincidenza che fa un clin d’oeil alle origini, i piccoli atlanti edonisti: una nuova collana di guide di viaggio, raffinate e insolite “per godersi il viaggio e perdere la rotta”, come recita la quarta di copertina. La prossima rotta che sta prendendo L’ippocampo è sempre quelle delle nuove sfide e la ricerca dell’alta qualità.
 
Parliamo di simboli: cosa rappresenta per voi il cavalluccio marino? Di quali valori si fa portatore? So poi che, proprio per quest’occasione, c’è in cantiere qualcosa di speciale a tal proposito…
In realtà la storia del logo è piuttosto semplice. Tutto partì da un pranzo di famiglia nel quale nostro padre ci annunciò che stava per creare una casa editrice. Essendo cresciuti a suon di mitologia greca, le mie sorelle scelsero il nome di L’ippocampo, e io mi misi a disegnare il logo; avevamo 15 anni.
Per quanto riguarda il significato, anche qui potremmo deludere le aspettative. L’ippocampo è un animale che insieme alla femmina si prende cura dei suoi figli tenendoli in grembo. Forse rappresenta il prendersi cura (delle proprie pubblicazioni)? L’unione familiare e l’impegno amorevole in qualcosa di sacro? Ognuno in realtà può vederci quello che vuole o non vederci niente, è un animale molto simbolico.
In occasione dei nostri vent’anni, abbiamo chiesto all’artista giapponese Yuko Higuchi, nota per le sue collaborazioni con Gucci, di disegnare il logo del nostro anniversario.

Nell’opera si vede il cavalluccio marino che porta il personaggio iconico dell’artista: il gatto Gustave, a rappresentare l’incontro di entrambi. Questo logo verrà stampato su sticker speciali, apposti sulle copertine delle nostre novità, che possono essere rimossi e incollati come ex libris all’interno dei volumi. Inoltre, verrà prodotta una borsa di grande qualità che verrà distribuita anche in libreria.

Tra le vostre opere che riscontrano maggior successo ci sono i classici illustrati, per i quali sperimentate diverse vie: da un lato i pop-up creativi e variegati, coloratissimi, di MinaLima, dall’altro le illustrazioni suggestive, malinconiche, a volte un po’ inquietanti di Benjamin Lacombe… ho l’impressione che, in entrambi i casi, oltre che dai bambini, opere come queste ottengano grande attenzione anche dal pubblico adulto. Quali sono, a vostro avviso, le ragioni di questa suggestione, che continua nel tempo?
“E che sarebbe un libro senza chiacchiere né figure?” si chiede Alice prima di addormentarsi e sprofondare nel Paese delle Meraviglie. Un libro con le illustrazioni non è per forza un libro per bambini. Prima di tutto lo siamo stati tutti. In inglese, gli adulti si chiamano grown ups, bambini cresciuti, e il bambino che è in noi è sempre vivo.
Educare l’occhio al bello sin dall’infanzia è importante secondo noi. La nostra produzione di libri per ragazzi sia fiction che non fiction pone grande importanza al contenuto ma anche all’estetica, con illustrazioni di buon gusto ma che piacciano anche ai bambini.
Nel caso dei classici di MinaLima, l’esperienza di leggere un classico in questo modo era del tutto innovativa e magica. Una grande parte del pubblico è costituita da adulti che riscoprono le storie che li hanno fatti sognare da bambini. Per quanto riguarda Lacombe, buona parte dei titoli si rivolge a un pubblico adulto, così come gli altri libri del nostro catalogo illustrati.
 
Per viaggiare sicuri, è fondamentale allacciare le cinture di sicurezza, ma anche disporre dei giusti strumenti di navigazione. I vostri Atlanti (ad esempio quelli di botanica elementare, poetica, o profumata, quello di zoologia poetica, ma anche quelli delle fortune di mare o delle zone extraterrestri) riescono a coniugare molto bene l’aspetto informativo e teorico con quello estetico-figurativo. Come selezionate gli ambiti da esplorare? In quali vi piacerebbe avventurarvi?
In realtà le nostre scelte sono di cuore. Se un progetto coniuga un contenuto interessante e ben fatto con una grafica curata, allora ci conquista. La nostra filosofia è quella di sorprendere pubblico e librai proponendo libri originali e dal forte impatto. Non guardiamo le classifiche né cerchiamo di ritagliarci una fetta in un segmento o trend già battuto.

Un aspetto particolare, che si riscontra in diverse delle vostre pubblicazioni, è sicuramente la passione per l’Oriente, che si trova declinata in vari modi (penso per esempio ai meravigliosi cofanetti su Hokusai o Hiroshige, alle Botteghe di Tokyo, all’esplorazione sulle ricette, i costumi, la filosofia di vita giapponese…). In alcuni casi questo ha portato anche alla traduzione in mostre immersive, che hanno potuto contare su una grandissima affluenza… Cosa ha suscitato questo trasporto, peraltro estremamente condiviso dal pubblico? Avete un volume preferito che, secondo voi, traduce meglio di altri il senso della vostra esplorazione?
Tutto è partito dai MinaLima e dall’idea di trasformare la lettura in un’esperienza multisensoriale. Così, l’approccio immersivo è stato sperimentato con successo prima nelle fiere editoriali di Bologna e Torino con stand scenografici che cambiano ogni anno e consentono ai lettori di viaggiare fisicamente nei nostri libri. Da qui partirono le prime mostre immersive ispirate da un nostro libro.

I grandi formati, lo splendore dell’immagine, la ricerca della bellezza e della perfezione sono un trait d’union anche delle opere che dedicate alle grandi sfilate, o alla scoperta di oggetti iconici. Che valore ha per voi la moda? Quanto conta nella definizione dell’immaginario di una nazione?
Non pretendiamo dare la risposta a una domanda così importante. Ma la ricerca della bellezza e della perfezione è una nobile causa e un bisogno per molti. La collana delle Sfilate in effetti rappresenta uno dei nostri cavalli di battaglia. La bellezza può anche essere molto semplice, come le copertine monocromatiche dei volumi della collana, che racchiudono però un’attenzione maniacale e anni di lavoro per ricostruire gli archivi. Ogni volume è infatti creato insieme alle Maison di moda e ci vogliono numerosi passaggi di approvazione prima di arrivare al pronto si stampi.
 
In termini di scelte coraggiose, si inseriscono sicuramente le vostre recenti pubblicazioni di tematica erotica, come la “cartografia del piacere” di Club Godo, o addirittura il gioco di carte annesso. Cosa vi ha spinto in questa direzione? Che riscontro avete avuto dal pubblico? Pensate che opere come queste possano aiutare a sviluppare un discorso più aperto sul tema, ad abbattere qualche tabù?
Club Godo è stato un grandissimo successo; perché lo abbiamo scelto? Perché era una sfida da osare, un libro che affrontava in maniera del tutto innovativa questa tematica… ed è illustrato! J
Il riscontro è stato incredibile perché l’approccio è del tutto inclusivo e soprattutto positivo, lontano da ideologie e convenzioni. Siamo assolutamente certi che questo libro abbia aiutato molte persone, in quanto la tematica principale è in realtà quella della comunicazione, il conoscere se stessi, rispettare e sapere ascoltare l’altro.

Avviandoci verso la conclusione, mi permetto una domanda un po’ birichina: c’è qualche volume, illustrato o meno, pubblicato da altre case editrici che vi ha suggestionato, o che vorreste aver pubblicato voi?
Come detto prima, le nostre scelte sono di cuore. Cerchiamo di non guardare l’erba del vicino; a guardare quello che fanno gli altri ci si pone come inseguitori e soprattutto si sta male. Ci sarà stato sicuramente qualche libro che non abbiamo scoperto in tempo e che sarebbe stato in linea con il nostro catalogo, ma siamo orgogliosi dei numerosi libri invece che siamo riusciti a pubblicare e che hanno dato soddisfazione a noi e ai lettori.

Vi farei infine una domanda sul prosieguo del viaggio: quali strade vi piacerebbe percorrere? Come o dove vi vedete fra altri vent’anni?
Nessuno può predire il futuro e non è nella nostra filosofia fare previsioni. Cogliamo le sfide che ci si presentano e cerchiamo sempre di migliorare in qualità, cercando titoli che stupiscano sempre di più i lettori.


Carolina Pernigo

Tutte le immagini presenti nell'articolo sono riprodotte su gentile concessione della casa editrice L'ippocampo.