Due mondi tra controllo e libertà, tra Vita e Morte. "Sabriel" di Garth Nix, il primo volume della saga del Vecchio Regno

Sabriel Garth Nix

Sabriel
di Garth Nix 
Fazi Editore, maggio 2022

Traduzione di Daniela De Lorenzo

pp. 348
€ 18,50 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)

 
«Sì», disse Abhorsen. «Sono un negromante, ma non un negromante qualsiasi. Chi pratica quest'arte riporta in vita i morti mentre io, al contrario, li riporto al luogo del sonno eterno. E se non vogliono restarci, li costringo a farlo... o quantomeno ci provo. Sono Abhorsen...». (p. 18)
Sabriel ha passato tutta la vita ad Ancelstierre, il regno a sud del Muro. Ha frequentato un'accademia che le ha fornito l'educazione che ci aspetta da una giovane di buona famiglia e l'ha plasmata nella pratica base della magia. Lei appartiene alla stirpe dei Negromanti, come suo padre, maghi in grado di viaggiare tra la Vita e la Morte e garantire che le due realtà non si mescolino. Sabriel, in queste arti, si è esercitata con il padre che l'ha istruita nel corso degli anni, ma allo scoccare del suo diciottesimo compleanno arriva una comunicazione dalla Morte. Gliel'ha inviata suo padre che ha iniziato il percorso attraverso le Nove Porte. Se sia morto e se il suo spirito si possa recuperare, questo Sabriel non lo sa, ma deve partire per il Vecchio Regno e scoprire cosa sta succedendo.
Il Vecchio Regno è appena a nord del Muro ed è diviso da Ancelstierre da pietre e merlature, intrise di segni magici, certo, ma pur sempre un confine fisico. Eppure tra i due regni le differenze non potrebbero essere più grandi: freddo, oscurità e magia, da una parte, luce, tecnologia ed elettricità dall'altra. Sarà compito di Sabriel far sì che questa divisione continui a esistere. 
Cinque pilastri camminano in tondo
Creano la Briglia e tessono il mondo
Il capo del primo di oro è cinto
Il secondo brandisce oltre le Porte
Pietra e malta sono terzo e quinto
Il quarto nel ghiaccio legge la sorte. (p. 207) 
Uscito nel 1995 e vincitore nello stesso anno dell'Aurealis Award, Sabriel è il primo capitolo della saga del Vecchio Regno, composta da altri cinque volumi (più un prequel): l'ultimo Terciel and Elinor è uscito nel novembre del 2021. Al momento, Sabriel è l'unico edito in Italia per la collana Lainya di Fazi editore. Considerata una saga cardine nel panorama del romanzo fantasy, è stata da base e da ispirazione per tanti altri autori del genere; elementi comuni – il Muro che ritroveremo poi nella Barriera di Game of Thrones, l'uso della magia gestuale come i Witcher, libri pericolosi da sfogliare come nell'universo lovecraftiano e sicuramente molti altri che ai lettori di fantasy non sfuggiranno – sono riconoscibili, ma più che per le opere alle quali ha fornito ispirazione o alle quale si accomuna, Sabriel è interessante per il mondo netto e duale che crea e per le creature magiche che schiera in campo. 
Mentre aspettava che la calca di turisti davanti a lei defluisse attraverso la porta anteriore dell'autobus, Sabriel osservò un plotone di giovani soldati e si domandò cosa ne pensassero delle loro bizzarre mansioni. Molti di loro venivano dal profondo Sud, dove la magia non insinuava attraverso un muro per allargare le crepe di quella che si considerava la realtà. (p. 32) 
Ancelstierre è un mondo contemporaneo con turismo, autobus, strade di cemento ed elettricità. Il Vecchio Regno, appena al di là del Muro, è invece sprofondato in quello che potremmo ritenere un valido scenario fantasy. Magia, creature fantastiche, un'economia e una società che parrebbe di stampo medievale con sovrani, spadaccini, Anziani del villaggio e filastrocche dagli insegnamenti magici per i bambini. Questo almeno fino a duecento anni prima quando il Regno è caduto: da allora regna, a fasi alterne più o meno turbolente, un'anarchia da tempi bui. La dicotomia tra questi due mondi è possibile grazie a due forme di magia: quella primigenia e quella della Briglia – Free Magic e Charter nella versione originale.
La magia primigenia è quella più ferina, profonda e incontrollabile; per evitare che si propaghi nel mondo, serve la magia della Briglia che grazie a simboli e Pilastri di potere tiene a bada il caos. Lo fa nel caso del Muro che tiene Ancelstierre al sicuro e lo fa nel caso di oggetti e creature come nel caso del gatto Mogget che è tenuto nella sua guisa di metore e shapeshifter da un collare con simbolo della Briglia. 
Ma la dualità non si limita al mondo perché si estende ai personaggi e al loro ruolo. 
«Io non so... non ne so abbastanza. Non so niente di niente. Del Vecchio Regno, della magia della Briglia, addirittura di mio padre. Perché pronunci il suo nome come se fosse un titolo?». (p. 100)
Colui che Sabriel ha chiamato per tutta la vita "papà" e che credeva rispondesse al nome proprio di Abhorsen, altro non era che un portatore di titolo, del negromante in grado di mantenere i Morti oltre la Nona porta. Titolo di cui ora dovrà farsi carico Sabriel e che non sembra pronta né desiderosa di avere: per tutto il romanzo cercherà di convincere tutti a chiamarla solo per nome. Così Touchstone, lo spadaccino intrappolato nel legno per secoli, mostrerà una doppia natura. Mogget, i Sembianti, i Morti che prendono possesso dei vivi e li usano come burattini mostrano un mondo doppio in ogni suo aspetto. Un mondo dove la Morte è rappresentata da un fiume che gorgoglia per attraversare le Porte e dove la Morte non può passare l'acqua corrente.
È ormai quasi da canone parlare di fantasy e di elemento romance insieme. Essendo questo un romanzo del secolo scorso, i turbamenti e le tempeste amorose adolescenziali che a volte diventano fin troppo pervasive, qui hanno uno spazio quasi nullo. Anzi, lo sviluppo della parte romantica è piuttosto veloce e per nulla essenziale all'attraversamento e al godimento del Vecchio Regno.
La distinzione tra ruoli e mondi è netta e in opposizione solo in apparenza: la commistione, ben rappresentata da Ancelstierre dove si conosce la tecnologia, ma si insegna a tenere a portata di mano l'argento e proteggersi con l'acqua corrente e dove alcuni soldati fanno parte di linee di sangue magico anche se vestono in cachi e sparano con normali fucili, è molto radicata. Come avviene, d'altra parte, tra la vita e la morte e non solo nei mondi fantasy.

Giulia Pretta