#RileggiamoConVoi - Aprile dolce dormire? Questo mese vi proponiamo libri brevi


Foto di © Debora Lambruschini
Buon nuovo mese, lettori! 
La primavera è iniziata e, come da tradizione, "aprile dolce dormire"... Ma c'è sempre tempo per un bel libro, vero? Meglio ancora se è abbastanza snello, da permetterci in questo mese di stanchezza di leggere qualche pagina prima che crolli la palpebra. 
Se trovate qualche titolo che vi interessa, fate clic sulla recensione per saperne di più o direttamente sul link per l'acquisto. 
Dunque, eccoci qui con i nostri consigli di romanzi e raccolte di racconti per un nuovo mese di letture! 

Buon aprile e, come sempre, ottime letture! 
La Redazione

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Carolina consiglia: 
"Il giunco mormorante" di Nina Berberova (Adelphi)
Perché, pur essendo breve, questo romanzo si distingue per l’incredibile densità, per il senso profondo, per la forza con cui ricorda a ognuno di noi l’importanza di farsi artefice della propria sorte. Perché quella che sembra una storia d’amore interrotta dalla guerra poco alla volta si configura come un grande atto d’amore per se stessi e per il proprio spazio di scelta. 
A chi è in crisi, a chi ha perso un amore, a chi si è sentito manipolato o in balia della sorte. A chi cerca un’opera compatta e motivante in un momento di stanchezza o di assenza di punti di riferimento. A chi coltiva dentro di sé una “no man’s land” e vuole ritrovarsi pienamente in un romanzo. 

Carolina consiglia anche i primi due volumi della “Quadrilogia della famiglia” di Fabio Bartolomei: 
"Morti ma senza esagerare" (Edizioni e/o)

"Diciotto anni e dieci giorni" (Edizioni e/o)
Perché questi due volumi così esili sono un condensato di ironia, delicatezza, profondità, che tange diversi momenti e aspetti della vita di famiglia: da un lato la perdita, inaffrontabile, dei genitori da parte di una giovane donna, dall’altro il risveglio all’età adulta di una diciottenne sprovveduta. Perché dopo averli divorati, aver sorriso, essersi commossi, non si potrà far altro che aspettare ansiosamente gli altri racconti della quadrilogia. 
A chi ama storie brevi ma mai banali, a chi ha famiglie sconclusionate ma a cui è affezionato, a chi ha fatto fatica a staccarsi dai modelli educativi, o ne ha avuti di non proprio convenzionali. A chi ancora non conosce Fabio Bartolomei e vuole trovare un autore di cui innamorarsi. 

Cecilia consiglia: 
"Il giro del mondo in 80 piante" di Jonathan Drori (L'Ippocampo)
Perché: perché, restrizioni permettendo, non c'è mese migliore di aprile per dedicarsi al piacere della lettura in un bel parco o giardino, meglio ancora se con un libro che parla proprio di natura e che promette un tour mondiale alla scoperta di 80 piante bellissime, ciascuna con una storia così ricca e affascinante da somigliare a un racconto d'invenzione (e invece è tutto vero e a portata di fotosintesi clorofilliana!): le parole di Jonathan Drori e le illustrazioni di Lucille Clerc sono perfette per la misura di queste schede botaniche/biografiche, che con un massimo di quattro pagine per esemplare fanno viaggiare il lettore per i cinque continenti, in un tripudio di forme, colori e profumi ma anche di tradizioni, miti e leggende.  
A chi: a chi è affetto da "fanatismo botanico" e non perde occasione per saperne di più su tutto il verde che c'è, soprattutto se esotico e sconosciuto; a chi durante l'ultimo anno di clausura forzata ha riscoperto quanto sia importante prendersi cura delle piante da balcone e da appartamento, e adesso non ha più intenzione di farne a meno; a chi aspetta che sia di nuovo possibile viaggiare per prenotare il prossimo tour in un giardino botanico e trascorrerci ore di pura ossigenazione del corpo e dello spirito.  

Foto di © Debora Lambruschini
Claudia consiglia: 
"Cara Ijeawele (ovvero quindici consigli per crescere una bambina femminista)" di Chimamanda Ngozi Adichie (Einaudi)
Perché: è un volume che nella sua brevità e leggerezza - calvinianamente intesa - riesce a toccare alcuni dei nodi chiave della questione femminile, quei punti talmente fondanti da essere la base di partenza per qualsiasi discorso che abbia un fine costruttivo e partecipativo. 
A chi: a tutti, ma soprattutto a chi deve crescere una figlia o un figlio, perché non dimentichi mai di insegnare loro il valore della differenza e dell'alternativa. Un mondo migliore per le donne non si costruisce solamente edificando attorno a loro tutte quelle strutture necessarie per farle vivere nel rispetto di sé, nella realizzazione delle proprie potenzialità e nell'esercizio di diritti e opportunità, ma anche spiegando alle bambine sin da piccolissime che tutti i sentieri che desiderano intraprendere sono validi e che i modelli di esperienza che in tanti cercheranno di imporre loro non andranno mai universalizzati. 

Debora consiglia: 
"Il silenzio" di Don DeLillo (Einaudi)
Perché: in un libro così piccolo è racchiuso un mondo, il nostro, le paure e i fantasmi di una società sempre più tecno dipendente. E, soprattutto, spinge il lettore a interrogarsi, su chi siamo diventati, sulla reazione che avremmo di fronte a un blackout digitale come quello che vivono i personaggi di questa storia, ma anche su tematiche altre, come le relazioni, la propria identità, le paure e le maschere che scegliamo di indossare. Interrogativi a cui DeLillo non fornisce una risposta, ma pone le domande giuste, quelle più scomode. 
A chi: ai lettori di DeLillo, che non mancano di farsi sorprendere ogni volta dalle dinamiche che mette in scena. A chi non teme le narrazioni frammentarie, inaffidabili e parziali. Per scoprire, ancora, che viviamo esattamente in un mondo delilliano. 

Debora consiglia anche: 
"Spiare la prima persona" di Sam Shepard (La Nave di Teseo)
Perché: un libro minuscolo, ma di un'intensità straordinaria. Il testamento letterario e umano di un grande autore, che si confronta con la caducità umana, riflette sul ruolo della scrittura, su legami famigliari e distanze, sulle manchevolezze dell'uomo e sulle sue fragilità. 
A chi: a chi accetta di confrontarsi con il dolore, con una narrazione frammentata, intima e universale insieme, per riconoscere il ritratto umanissimo di un uomo e delle sue mancanze e colpe, attraverso una prosa lirica che apre a squarci di bellezza incredibile. 

Elisa consiglia: 
"Io e te" di Niccolò Ammaniti (Einaudi Stile Libero Big) 
Leggi la recensione (Disponibile anche in versione Audiolibro: clicca qui
Perché: in un'epoca di isolamento imposto, attraverso la storia della breve ma catartica convivenza forzata in cantina tra il quattordicenne problematico Lorenzo e la sorellastra tossicodipendente Olivia, "Io e te" ci ricorda di tutti coloro che scelgono la solitudine per nascondersi dal giudizio degli altri, dalla paura del rifiuto, ma anche per difendersi da se stessi e dalle proprie dipendenze. 
A chi: a chi ama la scrittura di Niccolò Ammaniti e vuol assaporarne una versione spogliata dall'ironia grottesca che la caratterizza, ma ancora più spontanea e potente; per chi ha bisogno di isolarsi per affrontare i propri demoni e non dover fuggire ancora; a chi cerca una storia breve che resti per sempre.

Giulia consiglia: 
"Il procuratore della Giudea" di Anatole France (Sellerio) 
Perché: Anatole France è stato vincitore del Nobel nel 1921, ma in epoca contemporanea non gode del prestigio di altri suoi colleghi insigniti del premio. "Il procuratore della Giudea" offre una nuova visione della figura di Ponzio Pilato. Ottimo impiegato statale, attento alle regole, con anche buone idee, ma con una carriera tutt'altro che brillante, non di certo all'altezza delle sue aspettative. Il "lavarsi le mani" e il processo a Gesù di Nazareth? Ci sono, ma non nel modo in cui ci aspetteremmo. In un testo che a lungo è circolato solo in edizioni numerate e poco fruibili ai più, abbiamo il massimo tributo allo scetticismo, all'impossibilità di conoscere la realtà per come è davvero; oltre che una rilettura della vicenda biblica con una prospettiva fuori asse. 
A chi: a chi ama punti di vista diversi della Storia, punti che spostano il fuoco e umanizzano anche i personaggi che sono passati agli onori della cronaca con una cattiva nomea. 

Gloria consiglia: 
"Sortilegi" di Bianca Pitzorno (Bompiani)
Perché: Bianca Pitzorno è tornata con una raccolta di tre racconti diversi tra loro, ma uniti dal sortilegio della narrazione. Tra storia, folclore, magia, misteri, torniamo in un passato più o meno lontano, per lasciarci raccontare le vicende di tre figure principali, alle prese con ciò che non si può spiegare.
A chi: a chi ama attraversare il passato attraverso storie vere, solo in parte romanzate, ma anche a chi ama la scrittura di Bianca Pitzorno. 

Gloria consiglia anche:
"Le balene mangiano da sole" di Rosario Pellecchia (Feltrinelli) 
Perché: questo è un romanzo che conquista, a cominciare dalla straordinaria storia d'amicizia che unisce Gennaro, ventitreenne di Napoli, che a Milano intraprende la professione di rider, non solo per racimolare quattro soldi per l'università, ma anche e soprattutto per immaginare le vite degli altri, ovvero dei clienti, che per qualche secondo gli aprono la porta della loro casa. Durante una delle consegne, Gennaro incontra Luca, un dodicenne che, per festeggiare la prima serata a casa da solo a guardare la Champions, ha ordinato un sacco di pollo fritto, che vorrebbe condividere con il Genny. Cos'hanno in comune Gennaro e Luca? Lo scoprirete leggendo il libro... 
A chi: a chi ama storie pulite, in cui c'è ancora voglia di contatto umano per il semplice piacere di lasciarsi incuriosire dal mondo. A chi cerca una storia che inquadri il nostro presente con un sorriso e un tocco di commozione, senza buonismi, ma anche senza cinismo. Il romanzo è adattissimo anche a giovani lettori (dai 14 anni in su). 


Foto di © Debora Lambruschini
Marta consiglia: 
"Due vite" di Emanuele Trevi (Neri Pozza) 
Perché: la distinzione tra vita e letteratura è sempre sottile, quando si parla di biografie; Trevi nel suo ultimo volumetto si propone di cancellarla totalmente. Le vite degli scrittori Pia Pera e Rocco Carbone si avviluppano a quella di Trevi, affondando le radici su quel piano letterario che i tre amici hanno da sempre abitato insieme, e dando vita a figure che sono troppo vivide per essere personaggi fittizi, e troppo poetiche per essere persone vere. Un omaggio alla letteratura italiana contemporanea che ben si è meritato il posto nella dozzina del Premio Strega 2021. 
A chi: a chi cerca personaggi vividi e si innamora di un gesto che dura una riga; a chi, quando legge, vuole farsi catturare completamente, e rimanere straniato nel momento in cui alza gli occhi dal libro; a chi considera la letteratura e l'affetto come i due unici metodi per l'immortalità. 

Sabrina consiglia: 
"Il bosco del confine" di Federica Manzon (Aboca)
Perché: perché in un libro apparentemente piccolo riesce a riunire un condensato di temi molto profondi, l'amicizia, lo straniero, il confine, il bosco, la guerra, il passaggio. Se dovessi paragonare questo romanzo a un fenomeno naturale, lo vedrei simile a una grotta carsica che scende nelle profondità dell'animo umano... o a un albero con radici lunghissime. Come di fatto è... perché fa parte di una collana che associa ogni libro a una pianta. In questo caso è l'abete bianco. Che popola i boschi delle due città che il romanzo lega con il filo del tempo, Trieste e Sarajevo. 
A chi: un romanzo che parla a coloro che sanno quanto può essere arricchente camminare per boschi, luoghi dove non esistono confini, dove la natura non erige barriere, non alza steccati. A coloro che almeno una volta hanno provato la sensazione di sentirsi a casa in una città sconosciuta, a coloro che poi, di quella città, si sono innamorati perdutamente. Come è capitato a me (e alla protagonista del libro, nonché alla scrittrice) con Sarajevo.