L'universo pittorico della Terra di Mezzo: "L'arte di Tolkien" di Roberta Tosi

L'arte di Tolkien.
Colori, visioni, suggestioni dal creatore della Terra di Mezzo
di Roberta Tosi
Alcatraz, 2018

Prefazione di Claudio A. Testi

€ 24,90 (cartaceo)
pp. 287


Eppure Tolkien non fu un artista professionista e non si considerò mai tale, ma la sensibilità e l'accuratezza che riservò alla sua arte figurativa non si possono considerare quelle di un pittore dilettante e divennero fondamento nella sua vita, tale da sostituirne parte integrante. Sebbene quest'aspetto non sia stato apprezzato appieno dai suoi estimatori e, anzi, venga spesso trascurato, come afferma Christopher Tolkien, non ci si può accostare alle sue opere, alla sua mitologia, senza aver guardato anche alla sua produzione artistica. (p. 61)

"In a hole in the ground there lived a hobbit". La leggenda narra che un professore di Oxford abbia scribacchiato questa frase su un foglio e che da lì sia nata una delle più grandi epopee e mitologie di tutti i tempi: l'immaginario popolato da elfi, uomini, orchi, stregoni e hobbit dal 1937 accompagna generazioni di lettori e spettatori e allora come oggi emoziona e coinvolge. Il potere sprigionato dalle parole del professor Tolkien (perché di lui chiaramente si parla) resiste alla sfida del tempo e non lascia indifferente nessuno (nel bene e nel male, questo va detto). L'arrivo a Gran Burrone, la luce argentata di Lothlorien, il cupo bagliore delle sale di Moria, prima ancora che dalla pellicola, balzavano fuori dalla pagina facendo sentire tutti parte della Compagnia dell'Anello. Ma che, oltre alla mastodontica mole di parole, ci fosse un intero universo fatto di acquerelli, schizzi e disegni, non è cosa notissima anche ai fan del professore. Il testo L'arte di Tolkien di Roberta Tosi edito da Alcatraz alza finalmente un velo sull'attività complementare alla parola di J.R.R.Tolkien: l'arte figurativa.

Qualunque appassionato de Il Signore degli Anelli o anche il semplice viaggiatore alla prima esperienza non può non accorgersi della materia pittorica di cui sono fatte le descrizioni di Tolkien. La Torre di Ecthelion che sfavilla come "una cuspide d'argento e perle", le caverne del Fosso di Helm con "colonne di bianco, di zafferano e di rosa alba" evidenziano una narrazione impastata di luce, di colore e di tecnica con una cura e un'attenzione che travalica la normale bravura dello scrittore. Dietro queste parole si evince chiaramente come il professore fosse tutt'altro che estraneo alla pittura e che vedesse in questo mezzo un altro canale di sfogo per la sua inesauribile creatività.
Rimaneva sempre molto attento riguardo alla sua produzione pittorica e voleva conoscere nei dettagli il destino delle sue illustrazioni ogni qualvolta venivano richieste, in special modo quando erano destinate alla stampa. (p.153)
Come in ogni epopea che si rispetti, la passione e l'incontro con la pittura viene da ben lontano. La madre, Mabel, introdusse il figlio a quante più possibili attività: la lettura e la scrittura che susciteranno in lui fascino irresistibile poi applicato alla studio delle lingue e della mitologia nordica. La musica, sebbene non fosse particolarmente interessato. E il disegno: complici i geni del nonno, artista e incisore, il giovane Tolkien già a cinque anni si trova a suo agio con matite e colori e da quel momento fino alla sua morte non si staccherà mai da questi strumenti da lui visti come complementari e interpreti di ciò che scaturiva dalle sue parole.
Il volume di Roberta Tosi crea un affresco molto ampio: analizzando i vari movimenti e le correnti artistiche di fine Ottocento e Novecento, esamina le opere che hanno fatto da substrato per nutrire l'immaginifico del professore. Dal Liberty ai pittori Romantici, dall'Art & Craft alle influenze giapponesi (e la Montagna Solitaria è in debito con le raffigurazioni del paese del Sol Levante) notiamo come Tolkien abbia attraversato "gli stili del suo tempo, ne sia stato interprete a modo suo, abbia respirato l'atmosfera che ancora si percepiva e sia andato al di là di questa" (p. 87)
Cartolina commemorativa per il cinquantennale della pubblicazione de
"Il Signore degli Anelli" su disegno di Tolkien
Più interessato e più abile nella raffigurazione naturale a cui dedicava molto tempo e studio, si nota una minor evoluzione nella raffigurazione della figura umana. Abile calligrafo nella raffigurazione delle rune, scrupoloso nella creazione dei bozzetti per le copertine dei suoi lavori, non si riterrà mai un vero artista pur avendo ben chiare le idee sulle raffigurazioni da accompagnare al mondo hobbit e senza peli sulla lingua quando si trattava di farlo notare agli editori. Eppure non si sentì mai appartenente a una specifica corrente artistica e considerò sempre il disegno come ancilla della sua scrittura. Le due arti, ai nostri occhi dopo questa lettura, si compenetrano e si avviluppano tanto che risulta difficile vedere l'una senza l'altra.
Pur concentrato sullo Hobbit e Il Signore degli Anelli, il volume spazia anche sulle altre opere e spicca la parte finale in cui Tolkien è padre e non solo scrittore. Creò per i figli favole, disegni per scacciare gli incubi, e il delizioso e commovente Lettere da Babbo Natale che unisce la narrazione a illustrazioni splendenti e si fa ricordare per la tremante calligrafia che può essere solo di chi vive nel freddo Polo Nord.  
L'arte di Tolkien è un manuale d'arte per la cura e la rigorosa ricerca artistica, ma si legge in maniera scorrevole intessuto com'è di spunti biografici e curiosità sul grande autore. E una volta immersi, oltre che nelle parole, anche nelle tavole della Terra di Mezzo, si desidera solo che il proprio viaggio sia solo di andata. Senza il ritorno tanto agognato da Bilbo.
Giulia Pretta
“In a hole in the ground there lived a hobbit”. Così inizia una delle più grandi epopee che mai siano state narrate: le avventure di hobbit, elfi, nani e uomini scaturiti dalla mente di J.R.R. Tolkien. Oltre che eccelso scrittore e creatore di mondi, il professore di Oxford fu anche un artista del disegno. Già leggendo le sue opere ci sia accorge come le descrizioni siano impastate di materia pittorica; addentrandosi in questo volume di Roberta Tosi edito da @alcatrazediz si solleva un velo. Si scoprono le influenze pittoriche, l’evoluzione artistica e lo sconfinato bisogno di espressione creativa che accompagnò Tolkien per tutta la vita. Giulia @books_details da brava tolkeniana non se ne riesce a staccare mentre divora dei quadrotti di lembas 😁 tra qualche giorno vi racconterà di più su Criticaletteraria 🧙🏻‍♂️ #nuoviarrivi #inlettura #arte #tolkien #hobbit #lordoftherings #terradimezzo #jrrtolkien #robertatosi #fantasy #criticaletteraria #lembas #pandivia #green #criticaletteraria #libri #leggere #reading #bookgram #instabook
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