#PillolediGalateo: "La gente per bene" della Marchesa Colombi

La gente per bene
della Marchesa Colombi
Flower-ed, 2016

pp. 222
€ 16,00 (cartaceo)
€ 4,99 (ebook)



Cadono le città, cadono i regni, e cadono le costumanze adottate fra la gente civile. – Ai tempi di Monsignor Della Casa erano considerate inciviltà parecchie cose che ora sono ammesse. Invece non si troverà nulla nei galatei antichi sullo scambio delle carte di visita, sulle partecipazioni di matrimoni, nascite, morti, guarigioni; sulle strette di mano; sul contegno da tenere in viaggio, e tante altre cose che appartengono alle nostre usanze moderne. (p. 11)

Si evolvono i costumi, si evolvono le regole ad essi legati. Così la pensa la Marchesa Colombi, pseudonimo letterario dietro il quale si nasconde Maria Antonietta Torriani, autrice del trattato La gente per bene e secondo titolo della collana Bon Ton della casa editrice Flower-ed. Monsignor della Casa, d'altra parte, si rivolgeva più specificatamente agli uomini, ma nell'Anno del Signore 1892 sono le donne che tengono ricevimenti, gestiscono salotti e regolano anche la vita sociale del marito. Serve dunque un manuale che le aiuti, in ogni fase della vita, a districarsi nei meandri della cortesia e del buon gusto. Perché, alla base di ogni vivere civile, deve sempre regnare il rispetto. Senza volersi elevare a trattato morale, la Marchesa accompagna le sue lettrici in modo da essere acconce e di gentili maniere dalla culla alla tomba. Solo una sezione è dedicata agli uomini: l'ultima, con il titolo di "Parole al vento". Non ce ne vogliano i gentiluomini in lettura.
La prima sezione, detta "Pagine rosee", è dedicata all'infanzia. Non temete! Fino a che si è in culla, "tutto è diritto, nulla è dovere". Ma i primi passi, i primi discorsi introducono il bambino nel mondo degli essere senzienti e se sei senziente devi rispettare delle regole. In miniatura, adatte alle attitudini di un infante, ma pur sempre regole. Tra le prime, sopra tutte, fin da quando qualcuno ne scolpì una decina su tavole di pietra, è il rispetto per chi vi ha messo al mondo:
Eppure io so di signorini, fino ad un certo punto educati, che non commetterebbero mai nessuna delle sconcezze accennate ne’ primi consigli di Melchiorre Gioia, che si dànno l’aria di personcine importanti, che salutano que’ di fuori e fanno de’ complimenti per sentirsi dire: Che ragazzi gentili! e poi in casa si svegliano domandando ad alta voce la colazione, o magari facendo il broncio e piagnucolando: siedono a tavola prima de’ loro genitori; la sera si fanno dire dalla mamma di dare la buona notte al babbo; e, quando escono a passeggio, hanno bisogno che la bambinaia, la quale,
poveretta, non ha avuta educazione, li avverta di salutare le persone della famiglia che rimangono in casa (p. 21)
Non vantatevi, esprimetevi solo se interrogati da altri adulti, non domandate regali, siate discreti e silenziosi perché tutto quello che fate di sbagliato dà dolore e dispiacere ai vostri genitori. Norme di comportamente abbastanza generali e condivisibili che, forse, non sarebbe male riportare più in vigore di questi tempi.
Ma il vero succo, arriva con i capitoli successivi, dedicati all'adolescenza, la giovinezza, la maternità e la vecchiaia. Per ogni situazione, la Marchese indica come comportarsi in relazione anche all'età e al luogo con una precisione millimetrica su ogni aspetto dalla toeletta all'apparecchiatura della tavola, non tralasciando gli aspetti su come incontrare e suscitare l'interesse di un futuro marito. L'età d'oro, nonostante la celebre canzone, non sono i "quindici anni, quasi sedici", ma i venticinque.
A conti fatti, in quell’accettazione una signorina ha tutto da guadagnare. Non potrà ancora uscire di casa sola: ma potrà uscire con un fratello, con uno zio. Potrà andare alla commedia, proibita alle giovinette. Vestirà con più ricchezza; non sarà esclusa da nessun ricevimento, da nessuna cerimonia, neppure dalle nozze e dai battesimi, dove le sue sorelline non vanno. Potrà tenere a battesimo il figlio d’un’amica o d’una sorella. Potrà essere madrina di cresima; sempreché, anche a quelle cerimonie, vada accompagnata da sua madre, o da un’altra signora. Ai balli porterà i grandi scolli come una signora; in villeggiatura potrà uscire sola con una compagna, o anche accompagnare una giovinetta. Potrà scrivere con maggior libertà; leggere una quantità di cose che pochi anni prima le erano proibite. (p. 86)
Se qualche lettrice se lo sta chiedendo, a trent'anni si è definite "zitellone", termine poco lusinghiero, certo, ma con molti vantaggi e che non preclude il miracolo di una richiesta di matrimonio tardiva.
Ci sono poi situazioni che trascendono tutte le epoche, come la relazione tra nuora e suocera
Quella che va trattata sempre in modo da guadagnarne il cuore, è la suocera, sono i parenti del marito, che nutrono sempre una vaga ostilità contro quella giovine, la quale, arrivata ultima, s’è fatto il posto più largo nell’animo del loro figliolo, se lo è accaparrato, l’ha fatto suo, e d’un balzo ha messo tutti gli altri affetti al secondo posto; ed a che distanza anche! La mamma è già venuta lei a vederla? Era alla stazione ad incontrarla? Oh le mamme! Ebbene, la sua prima visita, ora, ha da essere per la suocera. (p. 122)
Altre un po' più flessibili ai giorni nostra, per fortuna:
Mettersi in libertà! Era la chiave del mistero! la prima causa della malattia del marito. Guai, alle mogli che si credono in diritto di mettersi in libertà quando sono in casa! (p. 124)
Nessuno deve toccare il diritto a una donna di stare in tuta e maglione per casa.
Ma su tutto il trattato, che si legge con una scorrevolezza e un piacere unico, tra un sorriso sorpreso e un cenno di approvazione per alcune regole, regna un garbo intessuto di riferimenti classici che è una delizia da leggere.
Se una signora che non ama il ballo, è afflitta dalla disgrazia suprema d’un marito maniaco per la danza, si sacrifichi a Tersicore, e balli anche lei ad ogni costo. (p. 153)
La gente per bene si scioglie in bocca come un petit four e fornisce anche un valido e raffinato precedente per valutare, con competenza, le decisioni dei giudici di trasmissioni come "Cortesie per gli ospiti". Se ancora oggi sentiamo il bisogno di programmi che ci illustrino e valutino le nostre gentili maniere, allora la civiltà, come desiderava Monsignor della Casa, ha ancora qualche buon fondamento.
Giulia Pretta


Sapete che in Francia, durante in balli, si staccano gli orologi per dare l'idea di essere fermi nell'eterno divertimento? E che se una ragazza sfoggia la catena dell'orologio è promessa sposa? La Marchesa Colombi, degna erede di Monsignor della Casa, con il suo trattato di bon ton "La gente per bene" guida le donne nei meandri delle convenzioni e delle buone maniere. Sin da quando si è bambine fino ad arrivare ai capelli bianchi, la Marchesa, con garbo e un pizzico di ironia, spiega come comportarsi in ogni situazione. Il secondo volume della collana Bon Ton di @casa_editrice_flowered è delizioso come un petit four: Giulia ve ne parlerà molto presto, ma intanto cominciate a decidere quali sono i giorni e orari in cui vi è più comodo ricevere visite 😁. #bonton #galateo #marchesacolombi #lagenteperbene #flowered #buonemaniere #monsignordellacasa #eleganza #educazione #nuoveuscite #inlettura #recensioni #criticaletteraria #leggere #ebook #libri #bookgram #instabook

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