Indietro nel passato per cercare il proprio futuro: le due sorelle di Lucrezia Sarnari

Dieci cose che avevo dimenticato
di Lucrezia Sarnari
Rizzoli, 2018

pp. 302
€ 18 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)


Com'è un gelato? Sicuramente dolce, non è un pasto completo, ma qualche volta può essere un piacere compensatorio, un momento tutto per sé, un toccasana alle preoccupazioni del giorno, o tutte queste cose insieme. E così è Dieci cose che avevo dimenticato, il romanzo di Lucrezia Sarnari, da molti di voi conosciuta per i suoi articoli sull'Huffington Post e per il suo sito C'era una Vodka. Questo romanzo si gusta in poco tempo, non rende sazi di letteratura (né lo vuole fare), ma è dolce al punto giusto, con un piccolo retrogusto speziato che salva dalla chick lit tout-court, e aiuta a immergersi nella vita e nelle difficili scelte di due sorelle trentenni. 
Giò è la sorella in carriera, che ha scelto Parigi per realizzare la sua carriera da pubblicitaria e finalmente è a un passo dalla promozione tanto sperata; piccolo dettaglio? Non vuole relazioni stabili, perché una brutta storia del passato le ha insegnato a non fidarsi e a non investire sui sentimenti, ma solo su di sé. Al contrario, Marta ha sacrificato gran parte delle sue passioni, tra cui il suo talento fotografico, per dedicarsi al compagno e al figlioletto Vittorio. A salvare le sorelle da innumerevoli discussioni sono i chilometri di distanza e i tanti impegni di Giò, che la tengono distante anche emotivamente da quel che succede a casa. 

Almeno finché la nonna, amatissima da entrambe le nipoti, muore e subito tutta la famiglia si riunisce, in un momento già di per sé molto delicato: Giò ha appena ricevuto la proposta di diventare dirigente dell'agenzia dove lavora, ma il capo le ha chiesto di prendersi tempo e di rifletterci molto bene, prima di sacrificare la sua vita privata; Marta, al contrario, soffre per il fatto che ormai è soprattutto compagna e mamma, e così poco donna, ma è difficile ammettere le proprie frustrazioni senza provare cocenti sensi di colpa.
Se già dire addio alla nonna è complicato, ad aprire vecchi ricordi c'è il ritorno al paesino umbro di Collestefano, dove la nonna ha tenuto per anni la sua rinomata pasticceria. Lì, ci sono anche i vecchi amici di Giò e Marta, le fotografie della loro infanzia e adolescenza, i sapori e gli odori quasi dimenticati, e invece madeleine per riportare le sorelle indietro nel tempo e rimettere in gioco tante delle loro scelte. Anche a causa di Marco, che adesso non è più il ragazzo inarrivabile, che una volta Giò e Marta guardavano di soppiatto, intimidite. Adesso Marco è un quarantenne che ha compiuto una scelta importante: anziché dedicarsi alla sua carriera in città, ha preferito tornare al paese e dedicarsi al ristorante di famiglia, rinnovarlo e fargli conquistare le tanto agognate stelle Michelin. E, a quanto pare, Marco ha anche cambiato le sue priorità: ora è pronto per un amore stabile, non per storie provvisorie e precarie come in passato. Lo afferma con decisione e, soprattutto, con irresistibile charme...  

Ma non è l'amore il tema più interessante di Dieci cose che avevo dimenticato: ci sono tante domande che una trentenne di oggi deve porsi, sul ruolo della donna in una famiglia, sull'importanza della professione e sul peso da dare ai propri sogni. Più in generale, ci sono i dubbi di chi, non più ragazzino, deve prendere in mano il timone e decidere che direzione dare alla propria vita, tra scommesse, rinunce, compromessi, successi. E in ognuna di noi (parlo al femminile, perché immagino che saranno soprattutto lettrici a scegliere questo romanzo, dalla copertina decisamente estiva) c'è un po' di Giò e un po' di Marta: Lucrezia Sarnari ha creato due protagoniste che, nel loro essere diametralmente opposte, tranne che nei sentimenti reciproci di affetto incondizionato, rappresentano in generale la trentenne moderna, strattonata tra istanze opposte.

Così ci si immerge nell'atmosfera profumata di torte e buoni sentimenti del paesino umbro con un po' di speranza: riusciranno le due sorelle a scegliere per il loro futuro e per il futuro della pasticceria? E, quasi senza rendercene conto, le pagine scorrono velocemente sotto le nostre dita e sotto i nostri occhi, tra dialoghi quotidiani con passi da commedia romantica, e continueremo a leggere fino a scoprire quale destino attenderà Giò e Marta. 

GMGhioni


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