di Enrico Palandri
Bompiani, 2017
pp. 156
€ 15 (cartaceo)
€ 8,99 (ebook)
Ci si può davvero creare come si vuole, trascurando le proprie radici e ricominciando da zero? L'ultimo romanzo di Enrico Palandri, L'inventore di se stesso, parte dal lieto evento di una nascita e dal dovere di scegliere il nome per il nuovo nato, per sviluppare un complesso romanzo di formazione. Formazione un po' tardiva, se vogliamo, perché il protagonista è ormai padre, ma forse solo ora è chiamato a fare i conti con il proprio passato (che scopre più blasonato del previsto, perché un suo avo, Gianrico Licudis, è stato precettore di Pietro il Grande), con il rapporto con il proprio genitore (studioso dalla testa sulle nuvole e privo di senso pratico) e con il suocero (al contrario, molto interessato al profitto). Il mondo in cui è cresciuto è quello della ricerca accademica, in cui una buona capacità argomentativa può permettere di parlare anche di argomenti pseudo-sconosciuti. Al contrario, Laura ha imparato presto a fare i conti con il denaro e la fatica, con il padre imprenditore.