Le famiglie allargate di Mandorla

Le luci nelle case degli altri
di Chiara Gamberale
Mondadori, aprile 2016

pp. 396
17,00

Vorrei che tuo papà fosse un astronauta che cammina sulla luna ma pensa sempre a noi, e non un uomo come tanti, che abita in via Grotta Perfetta 315 e una sera di marzo, forse per noia forse per curiosità, nell'ex lavatoio del sesto piano ha fatto l'amore con me. Vorrei vorrei vorrei.

Mandorla è appena una bambina quando sua madre Maria muore in un incidente stradale. Maria era l'amministratrice condominiale del palazzo a cinque piani di via Grotta Perfetta 315 ed era amata da tutti i condomini, molti dei quali suoi amici. La notizia della sua morte sconvolge tutti gli abitanti del palazzo, ma ancor più sconvolgente è la lettera lasciata da Maria a Mandorla, sua figlia. Nella lettera dichiara che il padre della bambina è uno dei condomini, la donna però non rilascia ulteriori dettagli.
Aveva i capelli che le arrivavano fin sotto la schiena, una gonna colorata, più o meno trent'anni, una figlia di sei, un posto fisso in uno studio di amministrazioni condominiali e un bel po' di persone che le erano davvero legate, nota il ragazzo delle pompe funebri, esperto abbastanza per non chiedersi più perché certe cose debbano capitare, ma non così tanto da smettere di osservare di volta in volta a chi.

L'intero palazzo è scosso dalla rivelazione e decidono subito di non procedere con il controllo del DNA per scoprire chi sia il padre di Mandorla, tutto pur di non scuotere l'apparente tranquillità delle cinque famiglie. Di comune accordo le famiglie decidono, dato che la bambina non ha nessuno al mondo a parte loro, di adottare la bambina e di accoglierla per un paio di anni ciascuno ad alternanza. La bambina da quel momento -dalla morte della madre- viene adottata dalla signora single del primo piano, Tina Polidoro, e a cadenza regolare di anni ospitata da ciascuna delle famiglie del palazzo, a partire proprio dal primo piano e dalla signora Tina. Ambientato in un mondo immaginario in cui i single possono adottare e tutti i condomini di un palazzo vanno d'accordo, Le luci nelle case degli altri è un romanzo fantasioso e al contempo assurdo, dove la protagonista è una quieta e anonima bambina che nel corso del tempo, con i continui traslochi da un piano all'altro, da una famiglia all'altra, cresce e diventa un'adolescente irrequieta che mai scoprirà di chi è figlia. L'accordo segreto tra i condomini -che poi verrà scoperto- di non voler fare il test del DNA con lo scorrere degli anni convincerà anche la giovane che alla fine rinvierà il più possibile l'esame rivelatore. Tanto da non eseguirlo mai e soltanto il lettore, al termine della lettura scoprirà chi è il padre della giovane, divenuta ribelle e compromessa.
Perché alla fine quello che voleva dire Lidia era: occupiamoci di Mandorla tutti insieme.
[…] “Abbiamo deciso di crescere Mandorla insieme” annuncia, finalmente, Tina. “Come fosse la figlia di tutti, per dirla come la direbbero i frati trappisti”.
[…] “Quindi uno di noi adotterà legalmente Mandorla e tutti ce ne occuperemo dal punto di vista economico. Ognuno secondo le sue possibilità naturalmente, ma facendo in modo che non le manchi mai nulla” risponde Tina.

Un romanzo come detto assai poco realistico che di base mostra le vite di cinque famiglie diverse: si va dalla classica famiglia, rappresentata dai Barilla del quinto piano, alla coppia di conviventi dei Ferri-Frezzani -del quarto piano-, alla coppia omosessuale, piuttosto stereotipata del terzo piano rappresentata da Paolo De Santis e da Michelangelo Arca, alla coppia in crisi dei Grò e come detto, al primo piano dalla signora sola Tina Polidoro, la prescelta per adottare legalmente la piccola Mandorla. L'educazione della giovane verrà formata tra la rigidità e l'inflessibilità dei Barilla, tra le libertà della famiglia Ferri-Frezzani, tra le cause omosessuali e le manifestazioni in piazza di Paolo e Michelangelo, tra le litigate dei Grò e tra gli squilibri di Tina. Tutto questo porterà la giovane Mandorla ad avere un'adolescenza ancora più difficile del previsto, spingendola a frequentare cattive compagnie per la sua natura libertina e solidale verso chi ha un trascorso difficile come lei. Questo desterà parecchi pareri contrari nel condominio, il quale ha mantenuto l'abitudine di riunirsi all'ultimo piano del palazzo, nell'ex lavatoio, abitudine nata ai tempi delle riunioni “psicologiche” più che condominiali di Maria. Tuttavia nessuna delle cinque famiglie riuscirà ad imporre la propria volontà sulla giovane Mandorla, la quale si sente sola e “di nessuno”.
Com'è possibile crescere una ragazzina a segreti e bugie e poi pretendere che sappia distinguere il bene dal male?


Una storia a tratti complessa, sorretta da situazioni realistiche e da scelte assurde, immaginarie appunto che fanno da contorno alle vite dei condomini, tutte diverse, tutte ben distinte e caratteristiche, condita da un colpo di scena finale assurdo che lascerà di stucco il lettore. Una lettura leggera adatta per quest'estate che se ne va.

Alessandra Liscia