Il silenzio coprì le sue tracce
di Matteo Caccia
Milano, Baldini & Castoldi, 2017
pp. 192
€ 16,00 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)
Per chi non lo conoscesse, Matteo Caccia è uno dei talenti più limpidi dell'attuale panorama radiotelevisivo italiano: attore teatrale, conduttore radiofonico su Radio Due, scrittore. Tra le sue creazioni citiamo, a mero titolo esemplificativo, Amnèsia, sceneggiato in cui lo stesso speaker, dicendo di essere stato colpito da un'amnesia retrogada, ricostruisce pezzo dopo pezzo la propria vita, raccontando la propria esistenza al microfono della radio. Il programma divenne nel giro di poco tempo un vero e proprio cult, delineandosi quasi come un esperimento antropologico. Altra conduzione degna di nota che possiamo citare è quella di Una vita – viaggio nelle età di ognuno, splendido programma in cui si raccontavano le diverse fasi della vita, attraverso il racconto di una persona che sta vivendo quell'età, fino a coprire tutto l'arco di un'esistenza.
Il lavoro di Caccia si è, a poco a poco, distinto nel panorama radiofonico italiano poiché egli possiede uno straordinario talento, quello di raccontare storie. Lo storytelling, divenuto molto popolare negli ultimi anni, trova in Matteo Caccia un portavoce di eccezionale bravura, capace di entrare, con discrezione e incisività nelle pieghe più intime dell'anima di una persona, senza mai risultare invadente o eccessivo e capace, invece, di creare una profonda empatia con l'interlocutore, rendendoci partecipi della sua storia. L'efficacia dello storytelling di Caccia, infatti, sta proprio nella sua capacità di ascolto, e nella sua abilità a rendere trasversali vicende estremamente personali, in un'ottica antropologica e profondamente umana, a riprova di quante cose accomunino gli esseri umani tutti. Matteo Caccia, insomma, possiede la nobile arte di raccontare la vita, quella reale, in tutte le sue sfumature, e ha certamente gli strumenti narrativi adeguati per farlo.