Tra un acuto e un grido: la Tosca insanguinata di Malvaldi

Buchi nella sabbia
di Marco Malvaldi
Sellerio, Palermo 2015

pp. 256
€ 14 (cartaceo)



Parlare di musica, diceva qualcuno, è come ballare di architettura. (p. 75)

Eppure Marco Malvaldi, nel nuovo Buchi nella sabbia, parla eccome di musica, e senza fare buchi... nell'acqua! Il giallo di questa volta ci fa tornare indietro nel tempo, quando la Belle Époque imperava, con vestiti regali, moine e teatro, nell'illusione di un mondo eternamente raffinato. E ci troviamo proprio dietro le quinte con la messa in scena della Tosca di Puccini nell'anarchica Pisa, poco dopo l'uccisione del re Umberto. Dunque, un'ambientazione e una storia che ci spostano dalle atmosfere ben note del Bar Lume a cui ci ha abituato Malvaldi. Qui manca la spontaneità dei classici avventori-inquirenti del bar; c'è invece la spocchia dei tanti cantanti lirici che, ritenendosi unici e irripetibili, ostentano capricci e scene da primi attori che - anche senza ostentazioni - riuscirebbero loro benissimo. 

Improvvisamente, la sera della prima, un omicidio (non vi diciamo il nome dello scomparso): chi è l'assassino? Sul palco del teatro si assembrano infatti più comparse e attori, che potrebbero essere indiziati. All'omicidio assiste anche il re, dal suo palco d'onore: dunque, che avessero ragione le forze dell'ordine, a temere una sommossa da parte dei rivoluzionari? O si tratta "semplicemente" di un omicidio dalle tinte meno fosche e molto più private? 
Bene, il dubbio resterà fino alle ultime pagine. Malvaldi in questo riconferma la sua bravura: tra ironia e colpi di scena, complica i fili di una vicenda di per sé semplice. Ognuno al Teatro Nuovo aveva un movente, lì sul palcoscenico e dietro le quinte; in più, ci si mette uno stravagante giornalista di «La Stampa», Ernesto Regazzoni, poeta ed estimatore delle osterie, oltre che dell'opera. Regazzoni dà una sua interpretazione apparentemente strampalata, tra versi poetici e un bicchiere: eppure qualcosa nel suo intuito deve mettere in guardia...
A leggere Buchi nella sabbia tutto d'un fiato, pare quasi di veder rappresentato un dramma davanti ai nostri occhi, e la divisione in tre atti del libro, nonché la premessa con l'elenco dei personaggi e i ruoli accentua questo desiderio teatrale. O metateatrale. Come sempre, Malvaldi-narratore tiene volentieri un piede dentro la storia e uno fuori, per poter sorridere al lettore, senza risparmiarsi commenti, giochi linguistici, anticipazioni, ammiccamenti: 
Perché gli iracondi quando perdono il controllo non sai mai cosa aspettarti.
Eh sì, la frase in questione è sbagliata da un punto di vista grammaticale: succede, con una pistola puntata addosso. (p. 200)
E questa creatività stilistica, sempre imbricata al gusto per una storia avvincente e per una corretta documentazione dei fatti storicamente accaduti, che Buchi nella sabbia è un romanzo da consigliare per una serata a casa. Magari con la Tosca in sottofondo e un bicchiere di qualcosa di buono, in onore di Regazzoni. 

GMGhioni