LibriSottoL'Ombrellone - agosto 2015 - consigli di lettura!

Il Levante ligure per © Debora Lambruschini

Cari lettori,
ancora per questo mese il #RileggiamoConVoi si trasforma in #LibriSottoLOmbrellone, per consigliarvi i titoli da mettere in valigia se avete ancora modo di partire e lasciare la routine.
Dopo i consigli spumeggianti di Ferragosto (potete recuperarli qui), ecco che si avvicendano qui sotto libri "freschi" ad altri più autunnali, che richiedono concentrazione e un po' di riflessione!  

Una bella notizia in più: siamo arrivati anche su Instagram! Troverete le nostre letture in corso, consigli di lettura, librerie e biblioteche che amiamo e molto di più: 
https://instagram.com/criticaletteraria/

Come sempre, buona lettura e buon settembre! 
La Redazione

All'università dell'indifferenza con Ellis

Le regole dell'attrazione
di Bret Easton Ellis
Einaudi, 2006

Traduzione di Francesco Durante
1^ edizione originale: 1987

pp. 260
€ 11,50 (cartaceo) 

"Ma io voglio conoscerti. Io voglio sapere chi sei."
"Nessuno conoscerà mai nessuno. Noi possiamo solo avere a che fare l'uno con l'altro. Tu non mi conoscerai mai."
Dovevo aspettarmelo forse, a poche settimane dalla lettura di Meno di Zero, che scegliere ancora Bret Easton Ellis avrebbe riconfermato le prime impressioni di stordimento inaspettato. Eppure questo Le regole dell'attrazione supera di gran lunga il primo successo dell'autore di Los Angeles. 
Tornano le atmosfere rarefatte e completamente sballate dei ragazzi americani: siamo in un campus universitario piuttosto esclusivo, dove le occupazioni fondamentali degli studenti sono sesso, droga, alcol e feste. E, credetemi, l'unione di questi elementi è una bomba di crudeltà e di affronto scomposto alla morale comune, anche solo al buonsenso. In Le regole dell'attrazione fondalmentalmente non succede niente, e succede tutto: la quotidianità dei ragazzi è ritmata non dai corsi universitari, ma dai party e dalle nottate di sesso casuale con altri compagni di questa o quella università. Libro frivolo? Tutt'altro. 

#CriticARTe - ALMA MATER

ALMA MATER 

di YUVAL AVITAL in dialogo con IL TERZO PARADISO di MICHELANGELO PISTOLETTO

Fabbrica del Vapore - Milano


 (Immagine di: Paolo Chinazzi ©)

Una foresta di 140 altoparlanti ed una superficie di ben 1200 metri quadri, sono lo scenario che ospita la nuova opera icono-sonora “Alma Mater” dell’artista israeliano Yuval Avital, in dialogo con il Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto, presso la Fabbrica del Vapore di Milano.

Avital, attualmente residente in Italia, ha ricevuto numerosi riconoscimenti a livello internazionale, per il suo costante lavoro cross-culturale, che ha permesso la realizzazione di svariate opere multimediali, in cui le diverse culture del mondo hanno trovato un luogo di comune linguaggio, all’interno del quale esprimersi ed elevarsi; l’attività concertistica lo ha portato ad esibirsi inoltre presso il Centre Pompidou (Parigi), Palazzo Reale e il Teatro Nuovo (Milano), Quinta da Regaleira Palace a Sintra (Portogallo) e a realizzare progetti musicali in KazakistanFilippine e Romania.

Avital con il suo operato è riuscito nel corso degli anni ad unire tramite un ideale "ponte", culture musicali non-occidentali, artisti tradizionali e depositari di antiche culture, dall'Africa alla Cina, dall'Iran a Israele, dalla Palestina al Kazakhstan e molti altri ancora fino al Trialogo festival, dove le culture del mondo e gli artisti contemporanei si incontrano per creare nuove creazioni originali e inedite in Italia.

CriticaLibera - "De las armas y las letras": la penna come arma da Cervantes ai poeti antifascisti della Guerra Civile Spagnola


Che la penna possa essere usata come arma, che le parole possano essere a volte più incisive che la lama di un coltello, questo è un dato di fatto. Se così non fosse, non si spiegherebbe come mai ogni volta che un regime dittatoriale prende il potere, la prima cosa che fa è mettere in atto meccanismi di censura che gli permettano di controllare tutto ciò che viene stampato, su libri, riviste e quotidiani, nel Paese. Anche i regimi democratici, forse più subdolamente, tendono a fomentare quel fenomeno odioso che è l'autocensura. Ne è un esempio la nostra povera Italia: dopo il caso De Luca relativo al TAV Torino-Lione, quale altro scrittore oserà alzare la sua voce contro la faraonica opera ferroviaria? 
Ma quanto scritto finora è vero in tempo di pace, ovvero in un momento in cui non entrano in gioco le armi, quelle vere. Di fatto, qual è la reale potenza delle lettere, quale la forza della ragione, in circostanze eccezionali come una guerra? 
Credo che un buon campo di riflessione per cercare di dare una risposta a questa domanda possa essere la Spagna. 
Nel XXXVII capitolo della I parte del Don Quijote, Miguel de Cervantes scrive le seguenti parole:
Siendo, pues, ainsí, que las armas requieren espíritu como las letras, veamos ahora cuál de los dos espíritus, el del letrado o el del guerrero, trabaja más.

A farsi scartavetrare le emozioni con David Leavitt

Ballo di famiglia
di David Leavitt
Mondadori, 2011

1^ ed originale: 1983 [Family Dancing]
Traduzione di Delfina Vezzoli

pp. 193
€ 9,00



E se il destino delle madri era quello di non aspettarsi niente in cambio, il destino dei figli era dunque quello di non restituire niente? (da "Territorio", p. 10)

Si inizia Ballo di famiglia con grandi aspettative: è la raccolta di racconti che ha reso famoso David Leavitt, tra i più grandi autori che negli anni '80 hanno saputo confrontarsi con grandi temi come la famiglia, l'amore, l'omosessualità e le relazioni sociali. Quel che non ci si aspetta è che i nove racconti scavino un solco nella nostra memoria e si instaurino tra i nostri nervi scoperti. In che senso? Leavitt parte da uno spaccato di vita comune - una malattia, un tradimento, il disagio in famiglia, l'inadeguatezza nelle relazioni,... - e ci butta in medias res a scoprire il punto di vista di un personaggio particolare, senza spiegarci nulla. Viaggiamo nelle sue emozioni, nelle reazioni apparentemente inspiegabili, e solo dopo qualche pagina capiamo cosa sta avvenendo. A quel punto, siamo già totalmente immersi e ci pare di partecipare alla storia fino all'ultima pagina. 

Il carnevale bellico di Venezia prima della fine: "Per Cristo e Venezia" di Sibyl von der Schulemburg


Per Cristo e Venezia
di Sibyl von der Schulemburg
il prato casa editrice, 2015


pp.326
€ 25


Una storia può essere avventurosa sino a cominciare dall’autore del libro, anzi prima, dal padre dell’autore del libro. È il caso di Per Cristo e Venezia, uscito per il prato casa editrice, che è il risultato di un curioso procedimento libresco: la base, il substrato è il racconto Der König von Korfu, racconto realizzato attorno al 1950 da Werner von der Schulemburg, a cui poi è stato aggiunto la rielaborazione definitiva della stessa figlia di Werner, Sybil, insigne psicologa ticinese. Ne viene fuori un libro strano, non soltanto dall’anima perfettamente bilingue come è del resto per l’autrice (eternamente sospesa tra l’elemento germanico e quello italiano/veneziano) ma anche una storia realizzata in due tempi che però si ritrovano nelle avventure adriatiche del capitano Matthias von der Schulemburg, capostipite di entrambi i due “successivi” Schulemburg.

La vicenda tratta appunto del capitano militare Matthias von der Schulemburg che, dopo essersi contraddistinto come uno dei più importanti e abili capitani militari del XVIII° secolo, viene raggiunto da una serie di personaggi molto curiosi e seducenti (tra i quali spicca la nobildonna veneziana Angiolina Aimée Mocenigo della Torre) i quali tentano in tutti modi di convincerlo ad una “missione folle”: proteggere il fianco sinistro del principe Eugenio di Savoia che di lì a poco avrebbe lanciato una violenta controffensiva contro i turchi ottomani nelle pianure dell’Ungheria. Ma qual è il “fianco sinistro del mondo Occidentale”? È un’isola ricolma di profumi, di storia e di sole l’ultimo baluardo di cristianità nell’Adriatico e batte bandiera veneziana: è l’isola di Corfù, l’ultima perla del collier adriatico che il Gran Turco vuole strappare prima di agguantare e stringere, una volta per tutte, il niveo collo della decadente Venezia.

#LectorInFabula | Skellig


Skellig
di David Almond

Salani, 2014

pp. 191
€ 10,00





“Vieni, su ali di gioia voleremo
Verso l’appesa alta mia culla;
                                                         Vieni e fatti un tranquillo asilo
tra verdi foglie, tra odorosi fiori”

(William Blake)



Di cosa parla questo libro ormai celebre, vero e proprio gioiello narrativo che ha ispirato opere teatrali e cinematografiche? Chi è il protagonista del libro e di cosa parla davvero? È il giovanissimo Michael alla sua prima grande prova della vita o una strana creatura che solo bimbi e animali vedono? Oppure è la vita stessa, in quello che ha di più prezioso? Il primo invito alla lettura andrebbe rivolto agli aspiranti scrittori per ragazzi semmai cercassero un modello dei nostri tempi cui guardare. Il suo segreto, fortunatamente, resterà inviolato e ogni lettore dovrà cercare quella risposta che, tra le pagine, attende lui soltanto. 

«Siamo stati leali a noi stessi. Al sogno di libertà che l'America rappresentava.»

Quelli del San Patricio
di Pino Cacucci
Feltrinelli, 2015

pp.  224
€ 15 (cartaceo)

Così è ogni guerra.
Eppure, quella riusciva a essere, se mpossibile, ancora più feroce e ingiusta: di quale colpa si erano macchiate le genti del Messico per subire tanti orrori? Quale affronto avevano fatto agli Stati Uniti d'America per meritare tale spietatezza? (p. 120)

Lincoln l'ha definita una "guerra innecessaria e incostituzionale", quella che ha sconvolto e massacrato i civili messicani a metà dell'Ottocento. Gli Stati Uniti d'America, appoggiati dai crudeli ranger texani, hanno dilaniato un popolo per anni, operando quello che in tempi moderni avremmo definito "genocidio". Eppure oggi non se ne parla quasi, e anzi molti non sanno cosa sia il Batallón de San Patricio, invece ricordato con statue e feste nazionali in Messico. 
Pino Cacucci, che ha vissuto in Messico e ha tradotto molta letteratura spagnola e sudamericana, si è impegnato a dar voce a un desiderio che nutriva da tempo, come si legge alla fine del romanzo: gettare luce su una piega poco nota della storia, e farlo con i Chieftains in sottofondo e precisi documenti storici da cui partire. 

Il piccolo e grande fluire della Vita e della Storia: Il tempo migliore della nostra vita di Antonio Scurati

Il tempo migliore della nostra vita 
di Antonio Scurati
Bompiani, 2015
 

pp. 267
€ 18



Leone Ginzburg non è mai morto o meglio, è sempre sul punto di morire per noi. Infatti un grande uomo, un uomo che è stato retto, ha vissuto “secondo la propria coscienza” e ha perseguito la propria esistenza “con la devozione, la serietà e il rispetto” che merita, si eleva dal proprio mero dato biografico per divenire una piccola, ma splendente, stella che illumina il cammino degli altri. Ecco perché l’ultima, straziante e bellissima, lettera che Leone imprigionato nel carcere di Regina Coeli invia a Natalia, sua moglie, è uno scritto che tutti noi dovremmo leggere e portare, un poco nascosto, nel cuore: perché parla a e di tutti noi. Così come di noi tutti sono formate le mille piccole storie della gente comune, comune come lo erano i nonni e i genitori dello scrittore Antonio Scurati, autore di questo Il tempo migliore della nostra vita edito per Bompiani. Un libro che, come ammette verso la fine lo stesso scrittore, non è un saggio ma un romanzo perché l’arte del racconto (e chi se non il “narratore” è l’uomo che vive nel mezzo, tra i morti e i vivi, come aveva avuto modo di definirlo lo stesso Carlo Ginzburg, figlio di Leone), che vuole narrare che “al titanismo nazi, in prima linea o in retrovia, ci si possa opporre anche con le piccole virtù di gente che lavora e cresce i figli, con l’ostinazione della cura editoriale, della filettatura dei metalli, delle bistecche o dei pupi”.

PilloleDiAutore - In ricordo di Mario Lodi


Non si ricorda mai abbastanza la personalità di Mario Lodi. Pedagogista, scrittore, grande maestro dell’educazione, ha saputo riformare radicalmente l’impianto metodologico fondante l’istruzione e l’educazione primaria È stato il maestro che sognava una scuola libera, fatta soprattutto di sperimentazione interdisciplinare ed esperienza diretta, una scuola che investiva e che credeva nel futuro, che progettava modelli di crescita basati sulla consapevolezza del pensiero critico e sulla presa di coscienza dei veri problemi della società. Forse per questo veniva osservato quasi di nascosto e con sospetto dal mondo istituzionale
Basta scorrere le pagine e leggere i numeri di un periodico che risalgono al 1989 intitolato, Il Giornale dei bambini. La rivista, diretta da Mario Lodi, accoglieva poesie ed elaborati provenienti da tutte le scuole italiane e del mondo: Milano, Torino, Padova, Mantova, Cremona, Savona, Firenze, Viterbo, Roma, Ascoli Piceno, Bari, Reggio Calabria, Ragusa, Sassari…ma anche Francia, Spagna, Mozambico, Nicaragua, Brasile…
Dalla Spagna, ad esempio, ecco alcune delle poesie inviate alla rivista: La hormiga atomica, La perrita y la nina, El barquito y su mamá, La ardilla loca, Dònde vas pequeño niño?, El rio es azul, Pájaro que cantas, en la laguna.

CriticaLibera - Perché D'Avenia è tra i più amati da insegnanti e studenti? Finalmente l'ho capito...




Più o meno dal 2010, anno di uscita per Mondadori, Bianca come il latte Rossa come il sangue (punteggiatura nel titolo non pervenuta, maiuscola mea sponte) è uno dei bestseller più assegnati e letti dai ragazzi delle scuole. Mi sono chiesta spesso perché, ma ho sempre avuto troppo poco tempo (e non lo dico con snobberia ma con sincero rammarico da cacciatrice di casi editoriali) per procurarmi il libro e leggerlo. Fino a quest'estate.  
Complice un compito assegnato e il desiderio di una studentessa scrupolosa di imparare a fare l'analisi del testo, mi sono trovata a darle una mano, fianco a fianco a questo stesso tavolo della foto. Abbiamo scelto di leggere D'Avenia ad alta voce, per commentare via via la trama, lo stile, le scelte descrittive,... Peccato solo che il commento sia stato molto più edulcorato del previsto, ché non potevo certo dirle: "Guarda qui che furbacchione, il Prof 2.0!".
Sì, D'Avenia ha trovato un modo tutto suo per farsi amare dagli adolescenti e, quel che è meglio, per farsi scegliere dai professori come lettura in classe o per le vacanze.

Estetica e colonna sonora di una stagione irripetibile

L’estate infinita
di Edoardo Nesi
Bompiani, 2015

pp. 453
€ 19


Al romanzo di Edoardo Nesi, ragazzi, e un manca nulla. E gli va detto… c’ha perfino la ’olonna sonora. Mi garba partire così, toscaneggiando, là dove trovo atmosfera, sudore, personaggi, storie perfettamente intrecciate. Non uso questo termine, intrecciate, a caso. Perché se tutto ruota attorno a un capannone dove verrà impiantata un’industria tessile da fare invidia alla Toscana, ma che dico, all’Italia, ma che dico, alle Fiandre e alla via della seta, la questione è riconducibile a trama e ordito.

In sella al Buraq tra le due sponde: il sacro Mediterraneo pansiciliano di Pietrangelo Buttafuoco

Il feroce saracino
di Pietrangelo Buttafuoco
Bompiani, 2015
 

pp. 195
€ 12 


Quanto sono belli i viaggi in cielo. E sono ancora più belli se fatti in groppa ad animali alati e pieni di buoni sentimenti, come il drago peloso Fùchur de La Storia Infinita (il cui, bellissimo, titolo originale, essendo stato il più costoso film della storia del cinema tedesco, è  Die unendliche Geschichte) oppure anche Buraq, il cavallo alato dal volto umano con il quale Maometto fece il suo viaggio carnale nei Cieli, prima di ispirare Dante e tutti i successivi epigoni. Ed anche Pietrangelo Buttafuoco, il fine giornalista/pensatore/scrittore siciliano, inizia questo suo discusso saggio Il feroce saracino. La guerra dell’Islam. Il califfo alle porte di Roma con una situazione aerea, ma molto più prosastica, quasi comica: ovvero la descrizione delle interminabili file, con la cintura in mano reggendosi i cadenti pantaloni, come tutti quanti noi dobbiamo fare durante i controlli dell’aeroporto. Ma perché dobbiamo farlo, si chiede Buttafuoco e con lui, noi. Perché, ci dice Buttafuoco: “Qualcuno prega cinque volte al giorno in direzione di Mecca. Quel qualcuno io lo conosco”.

Un mondo di libri

Il mondo visto dai libri
di Hans Tuzzi
Milano, Skira, 'StorieSkira', 2014

pp. 144
€ 15


Ho trovato un libro interessante. Mi sono fidato della casa editrice Skira e ho voluto cominciare la lettura de Il mondo visto dai libri di Hans Tuzzi. Bibliofilo e scrittore, dal curioso utilizzo delle virgole, ha permesso un grazioso viaggio abbecedario nel mondo dei libri. Per chi si occupa di libri e di bibliofilia qui non trova niente di scontato. Infatti l’autore ha impostato un percorso che dall’alfabeto conduce di voce in voce a scoprire mondi di libri, alcuni veramente particolari. Se non aggiunge niente di nuovo sui studiatissimi Manuzio e la Hypnerotomachia Poliphili, sicuramente è interessante leggere su Grolier, Canevari e le loro legature, la bibliofilia di Fleming e la vera storia di James Bond, ciò che qualifica un libro raro o un non-libro e tanto altro.
In ogni “voce” di questo particolare dizionario, l’autore porta avanti il meccanismo dello scaffale infinito. A ogni libro o argomento che apre con la singola lettera, a un certo punto ci si sente catapultati in universi paralleli di stampatori, editori, fonditori di caratteri, librai, disegnatori, collezionisti di libri e quant’altro.

Prendo il mio cuore spinoso e lo getto via... Bukowski e una raccolta poetica di inediti per Guanda



Mentre Buddha sorride
di Charles Bukowski
Guanda, 2015

Con testo originale a fronte
Traduzione di Simona Viciani

pp. 140
€ 14,50 cartaceo


bevo quest'ultimo alla vostra
e alla mia.
è molto tardi adesso, un cane
solitario latra nella
notte.
e io sono giovane quanto
il fuoco che ancora
brucia
dentro. 
(da "Una bella pazzia")

Torna in libreria Charles Bukowski, con una raccolta inedita di poesie che trasuda la sua abituale inclinazione a sconvolgere il lettore. Quasi inconsciamente, e per questa spontaneità, in Mentre Buddha sorride Bukowski incuriosisce e avvince ancora una volta. 
Dalla dipendenza dall'alcol, alla difficoltà relazionale con gli altri, che «hanno solo bisogno di/espellere il loro/gas spirituale/per farmelo/annusare» (da "Cagnacci in scarpe di cemento"): non esiste pace se non nella temporanea sospensione di coscienza che l'alcol assicura. E nel po' di divertimento alle corse dei cavalli. L'amore, invece, è motivo di ulteriore ansia da prestazione: il 'tu' nella raccolta dialoga, cerca di convincere l'autore a limitare i danni, pur sapendo che è sostanzialmente fiato sprecato.

L'amore fa miracoli... "Quando meno te lo aspetti": il nuovo romanzo di Chiara Moscardelli

Quando meno te lo aspetti
di Chiara Moscardelli
Giunti, 2015

pp. 272
€14



Quella volta che le lesse la sua lista dei desideri alla nonna venne un ictus. Sarà che la vita di una quasi quarantenne barese trapiantata a Milano sembra fatta di eventi tragicomici, di corse rocambolesche per trovare un po’ di calma.
Lei è Penelope Stregatti, nient’altri che la travolgente protagonista del nuovo romanzo di Chiara Moscardelli, Quando meno te lo aspetti, uscito quest’anno per Giunti.
Penelope non chiede tanto. È laureata in Lettere, conosce cinque lingue e ha due master in giornalismo, tuttavia nel capoluogo lombardo ha trovato lavoro come addetta stampa della Pimpax, un’azienda di pannolini. La campagna del momento? Il lancio di innovativi assorbenti al profumo lavanda.

Pillole d'Autore: "A proposito di Čechov" di Ivan Bunin

A proposito di Čechov è una miniera di tesori nascosti, un libro che porta alla luce materiale letterario e umano di immenso valore, offrendo una prospettiva unica dalla quale scoprire Anton Čechov, come scrittore e come uomo. 
Ivan Bunin - poeta e narratore russo, Premio Nobel nel 1933 - dà vita a questa raccolta di memorie su Čechov (quasi un tentativo, una rivisitazione di biografia) nel 1952, un anno prima di morire. 
Lo spunto di partenza è la pubblicazione dell'epistolario cechoviano in Urss; è grazie a quelle lettere che Bunin intraprende un viaggio nella vita di Čechov e ripercorre la storia della loro amicizia. Leggendo quei frammenti di vita vissuta, scopre commosso quanto Anton Pavlovič gli fosse legato, che considerazione avesse del suo talento di scrittore. 
Il rapporto tra i due comincia già nel 1891, quando un giovanissimo Bunin invia a Čechov i suoi primi racconti, scrivendogli: 

Siete lo scrittore contemporaneo che prediligo, e poiché alcuni amici... che vi conoscono vi descrivono come persona semplice e cortese, la mia "scelta" è caduta su di voi. E ho dunque deciso di rivolgervi la preghiera seguente: se mai doveste avere un po' di tempo libero, dedicate la vostra attenzione - ve ne prego - alle opere del sottoscritto.

Inizia così, con una lettera, l'amicizia tra due dei più grandi nomi della letteratura russa, che dal 1895 si legano l'uno all'altro in modo forte e sincero: un sodalizio umano nonché un continuo confronto letterario.

Buon Ferragosto con i #LibriSottoLOmbrellone!


Foto di ©Debora Lambruschini



Buon Ferragosto, lettori! 
Siete in città o in splendidi luoghi di vacanza? Speriamo come sempre che ci sia con voi un ottimo libro. In caso contrario, o per quando rientrerete, ecco i nostri consigli di libri da Ferragosto. Se vi piacciono e non trovate librerie aperte, c'è sempre l'ebook e con un clic potrete scoprire direttamente quel che noi abbiamo assaggiato per voi. 

Per ogni romanzo, come sempre, trovate il link alle nostre recensioni. 

E dunque, ottime letture e splendida giornata! 
La Redazione  

"Il Cerchio" di Dave Eggers


Il Cerchio
di Dave Eggers
Mondadori, 2014
(traduzione di Vincenzo Mantovani)

pp. 390
€ 20,00

C'è un futuro bellissimo che ci attende. Ma passa dalla distopia. Sembra volerci dire questo Dave Eggers con Il Cerchio (Mondadori, 2014), ritratto romanzato di un mondo dominato da una gigantesca Tech Company che controlla ogni aspetto della vita pubblica e privata, che guida lo sviluppo tecnologico e sociale del pianeta innalzando nuove bandiere ai concetti fulgenti di "democrazia", "libertà", "memoria", "progresso". 
Da San Vincenzo - località che ai lettori ricorderà probabilmente un centro della Silicon Valley, ma che l'autore ha dichiarato essere del tutto fittizia - la tentacolare The Circle influenza le menti gestendo la totalità delle informazioni web.
Attraverso un sistema integrato di social network, applicazioni, device di condivisione e trasmissione, controlla ogni aspetto della vita fuori e dentro la società, seguendo logiche di estrema trasparenza.

Una guida sensoriale per scoprire la Turchia nel viaggio-racconto di Federica Giuliani


Il cielo di maiolica blu
Un'insolita storia d'amore con la Turchia
di Federica Giuliani
eBook tra le Guide d'autore
edito da goWare


pag.250 
4,99 ebook
13,99 in print on demand
Amazon


È l’animo che devi cambiare, non il 
cielo sotto cui vivi.
Lucio Anneo Seneca


Leggere e viaggiare sono due attività a me familiari e per questa ragione, quando mi accosto a un libro di viaggi, una guida o un racconto, lo faccio con curiosità e con severità. Perché per raccontare un viaggio bisogna essere parte di quel viaggio, non ci sono altri modi, se non quello di amare quel cammino, per poterlo rendere visibile a chi ancora non ci è stato.

Ci sono due modi di raccontare un viaggio e due distinti momenti, c’è il momento semplice degli appunti, che raccogli durante la tua esperienza in quel posto, e c’è il momento in cui hai somatizzato ogni esperienza e ogni stupore, hai raccolto le idee, scaricato le fotografie sul computer, e puoi guardare con una certa distanza il tuo viaggio. Tra il primo e il secondo momento non può trascorrere troppo tempo, sennò il viaggio diventa ricordo, e il ricordo è sempre un po’ edulcorato dall’emozione, e può renderti dolce anche ciò che non lo era. 

"Effetto domino" di Romolo Bugaro

Effetto domino
di Romolo Bugaro
Einaudi, 2015

pp. 228
€ 19,50




Nei giorni più intensi della crisi greca ed europea, i commentatori italiani agitavano quotidianamente lo spauracchio del cosiddetto “effetto domino”, per il quale, se fosse crollata la Grecia, l’Italia sarebbe stata la prima a seguirne il destino di rovina. Eppure questa prospettiva, corredata da dati economici e tecnicismi, non riusciva a spaventare in profondità il pubblico italiano, forse solo i più preparati in ambito economico coglievano la portata del pericolo.  La distanza tra realtà e percezione cresceva a causa del linguaggio usato: era un linguaggio tecnico-economico, non immediatamente comprensibile e quindi irrimediabilmente distante dalla sfera emotiva di chi leggeva. Non a caso ciò che più colpì l’immaginario collettivo in quei giorni furono due eventi narrati secondo codici completamente diversi dal precedente: l’immagine del pensionato in lacrime davanti alla banca, raccontata attraverso il linguaggio fotografico, e quella di Alexis Tsipras che, esasperato, sbatte la sua giacca alle 4 del mattino sul tavolo del negoziato, percepita come una scena teatrale.

Una linea d'ombra dove tutto è possibile

Equatore (Equador)

di Miguel Sousa Tavares
Cavallo di ferro, 2005 (2003)

traduzione dal portoghese di Clelia Bettini

pp. 492
€ 18,50




Recentemente ho pensato alla terza e ultima puntata della trilogia dell’Ibis di Amitav Ghosh e mi è venuta la smania di leggere questo epilogo narrativo di cui è prevista l’uscita entro l’anno. Nell’attesa, per tenermi in allenamento con certi temi e atmosfere, dal colonialismo all’umidità di latitudini sperdute negli oceani, ho trovato questo romanzo dimenticato. Costituì l’esordio di un giornalista molto popolare in Portogallo, una sorta di Giorgio Bocca lusitano prestato alla letteratura. E fu roba da 220.000 copie. Azzardo pure un consiglio, visto che è il mese di agosto: non fatevi impressionare dalla mole, è adatto sotto l’ombrellone. Sarà perché si parla di isole.

"Principianti" e la questione Carver-Lish

Principianti
di Raymond Carver
Traduzione di Riccardo Duranti

Einaudi
289 pagine

12 euro



Leggere Principianti vuol dire scoprire Carver. Si tratta infatti della versione originale della raccolta Di cosa parliamo quando parliamo d’amore, pubblicata da Alfred A. Knopf nel 1981. L’edizione Einaudi include le lettere che Carver inviò all’editor Gordon Lish, questo consente di conoscere uno dei casi editoriali più affascinanti della letteratura contemporanea. 

Nel 1980 Carver presenta a Lish il suo manoscritto, una raccolta di racconti di cui l’editor tagliò molte parti senza remore; il contratto che lo scrittore aveva firmato assicurava a Lish di poter intervenire a suo piacimento, come il manoscritto conservato alla Lilly Library dimostra ancora oggi. William L. Stull e Maureen P. Carroll ne hanno studiato le pagine, una per una, per ricostruire la versione originale dei racconti nascosta in parte sotto gli interventi a penna di Gordon Lish. Il recupero filologico ha richiesto anni di lavoro e ha reso possibile ciò che Tess Callagher, compagna di Carver, aveva promesso allo scrittore: ripubblicare i racconti nella loro versione originale; per questo motivo la lettura di Principianti si rivela un’esperienza che richiede più attenzione ai particolari, l’empatia con lo scrittore può avere la meglio.

#CriticaLibera - Tutti gli Oliver della mia vita. Tributo al dottor Sacks

Oliver Sacks è un neurologo che ha un dono speciale: quello di saper raccontare storie.
L’ho incontrato con L’uomo che scambio sua moglie per un cappello. Splendido. Uno Schopenhauer in camice bianco e stetoscopio che non disquisisce chiuso in una stanza, ma studia – da scienziato – la volontà dell’uomo e il legame tra soggetto e oggetto, focalizzandosi sugli aspetti neurologici. Tanto dipende dal mondo che ci circonda, tanto dalla percezione che si ha di esso. Quando trovai quel mucchietto d’ossa dagli occhi vuoti che sarebbe diventato il mio gatto, mi ricordai del libro e mi chiesi quale percezione potesse avere lui di quello che lo circondava. Per inciso, il mio gatto si chiama Oliver.

Il sigillo di Pulcinella: L’ultimo segreto di Mussolini di Vincenzo Di Michele

L’ultimo segreto di Mussolini
di Vincenzo Di Michele
Il Cerchio, 2015
 


pp. 139
€ 12





I sussidiari di scuola ci hanno tramandato che, in una mattinata caratterizzata da un freddo pungente, il 12 settembre 1943, un gruppo di paracadutisti tedeschi liberarono, nel corso dell’operazione “Quercia” l’ex Duce d’Italia Benito Mussolini che, sfiduciato dal Gran Consiglio del Fascismo, lì era stato portato come prigioniero.  L’eroica Fall Elche (“Operazione Quercia”) fu raccontata dalla stampa italiana come una missione titanica, in cui solo il genio militare tedesco poté anche solo pensare di far evadere qualcuno dalla prigione più alta del mondo, cioè il Campo Imperatore, 2100 m di altezza, sul Gran Sasso. Eppure leggendo il libro L’ultimo segreto di Mussolini scritto da Vincenzo Di Michele ed edito da Il Cerchio, la storia ci appare tutta in un’altra veste: dall’epica si è passati alla commedia, dall’operazione eroica al “segreto di Pulcinella”.

"Tanto vale vivere": la caustica, brillante, Dorothy Parker.

Foto di Debora Lambruschini
Eccoci qui e Dal diario di una signora di New York
di Dorothy Parker
Astoria, febbraio 2014 e gennaio 2015

traduzione di Chiara Libero

pp. 166 e pp. 130
€ 15 e  14 



Recentemente parlando con un’amica a proposito delle mie inclinazioni letterarie, mi sono ritrovata a dover rispondere alla domanda: perché tanta predilezione per la letteratura statunitense? Dopo aver riflettuto un momento (perché come fai, in due parole, a spiegare un amore viscerale ed istintivo) e tornando con la mente all’adolescenza quando ho scoperto gli autori nordamericani, le ho dato una risposta forse banale, ma che senza dubbio era anche la più sincera e che in parte vale ancora: perché sono dei ribelli. Perché non hanno paura di fare a pezzi le nostre certezze, provocarci, insinuare in noi il dubbio e sconvolgere. Destabilizzarci insomma. Che sia la fine del mito borghese o la perdita dell’innocenza, la vena ribelle è ancora oggi quello che della letteratura statunitense – o perlomeno, di quella che io amo – più mi affascina e che ritrovo non solo nel romanzo ma anche nella short story, la mia passione più recente. Una forma letteraria quest’ultima che forse meglio di altre può dare ancora voce ad inquietudini, visioni periferiche, sentimenti e sensibilità quotidiani, sperimentando dal punto di vista linguistico e contenutistico, più liberamente del romanzo. E che, in qualche modo, sembra meno soggetta allo scorrere inclemente del tempo.

"Sette brevi lezioni di fisica" di Carlo Rovelli. E un articolo di Umberto Minopoli.

Sette brevi lezioni di fisica
di Carlo Rovelli

Milano, Adelphi, ‘Piccola Biblioteca Adelphi’, 2014
pp.88
€ 10




Il Novecento è anche, tra le altre, il secolo delle grandi rivoluzioni della fisica. Il cammino della fisica nella decodificazione della realtà e nella spiegazione del cosmo, di ciò in cui ci muoviamo e delle ragioni per cui tutto ciò esiste, è stato vertiginoso, a volte diseguale ma sempre appassionante, al punto che, vicini alla fisica, nel tempo, si son trovati ad essere anzitutto scrittori e romanzi, sensibili alle evoluzioni della scienza. Negli anni Sessanta e Settanta, le lezioni di Pedullà, si ricorda, mostravano il profondo legame tra l’evoluzione della forma romanzo e l’evoluzione della fisica tra Ottocento e Novecento. Il percorso che ha portato a essere consapevoli della nostra relatività nel sistema dell’universo, ha portato, nel tempo, il romanzo a superare limiti o costruzioni arbitrariamente centralistiche della narrazione (autore forte, soggetto forte, narrazione oggettiva) a favore di un lento sgretolamento di questa prospettiva e di tali soluzioni. Il risultato è stato un romanzo sperimentale, congetturale, ipotetico, libero dal concetto di tesi quanto da quello di trama e semmai, come testimoniato dal postmoderno, aperto alle fascinazioni dell’imprevisto; liberato dalla tirannia dei nuclei (narrazioni forti) e suggestionato dall’inseguimento dei satelliti (episodi marginali che assurgono a fatti centrali perché inaspettati, nuovi all’autore anzitutto).

#CriticaNera. Un caso sacro: "Arrigoni e l'assassinio del prete bello" di Dario Crapanzano

Arrigoni e l'assassinio del prete bello
di Dario Crapanzano
Mondadori, 2015



Un prete, don Luciano, viene trovato morto la mattina del venerdì santo del 1953 da un cattamucc (un raccoglitore di mozziconi di sigarette) in Piazzale Bacone, a Milano. Dopo pochi minuti sul posto si presenta l'ispettore Giovine, del commissariato Porta Venezia che dà il via a quella che sarà la sesta indagine del commissario Arrigoni. Il compito sembra arduo per il navigato commissario, che alle normali difficoltà che un caso del genere comporta deve aggiungere anche le pressioni che, tramite il vicequestore Respighi, arrivano dall'arcivescovado. La Chiesa, come istituzione, ne vuole uscire pulita e pulita ne deve uscire la figura della vittima.

Ma la squadra del Porta Venezia non si fa intimidire e si fa guidare dall'unico principio che abbia un valore, scoprire la verità e restituire alla giustizia il colpevole, senza però sostituirsi ai giudici, ché il compito di giudicare spetta a loro. Inizia il consueto giro di interrogatori a partire dall'agenda trovata nelle tasche della tonaca del sacerdote. Come negli altri episodi della serie il suo scopo è quello di inquadrare meglio la vittima, i suoi amici e soprattutto i suoi nemici. Ben presto, fin dal primo incontro con il detective Guardaboschi, un investigatore privato amico di infanzia di don Luciano, gli uomini del Porta Venezia scoprono che sul conto del sacerdote circolano malelingue dovute alla sua prestanza e al fatto che si sia circondato di belle donne nell'organizzazione della Filodrammatica parrocchiale. Come negli ultimi romanzi, l'inchiesta sembra condurre a un nulla di fatto, fino a quando uno dei personaggi (in questo caso l’agente Ciro Di Pasquale) ha un'intuizione che si rivela decisiva per risolvere il caso, ribaltando completamente l'impostazione che il vecchio Arrigoni aveva dato all'indagine, fuorviato dai numerosi pettegolezzi sul bell'aspetto del prete.

L'ironico frasario del fedifrago seriale: "Non avremmo mai dovuto" di Caterina Falconi e Francesca Bonafini

Non avremmo mai dovuto. Le frasi che gli uomini sposati dicono alle amanti
di Caterina Falconi e Francesca Bonafini
Ad est dell'equatore, 2015

pp. 192
€ 12

È stato dimostrato da ricerche approfondite condotte sul campo che ogni marito fedifrago, quando si rivolge alla propria amante, attinge più o meno inconsapevolmente, a un repertorio consolidato, una sorta di serbatoio dell’inconscio collettivo adulterino.
In questo agile libro dedicato alle frasi che gli uomini sposati dicono alle amanti, diviso in sezioni dai titoli programmatici (come dichiarazioni e promesse, ripensamenti post-coitali, sulla moglie e giustificazioni), le due autrici raccolgono brevi riflessioni teoriche e piccoli racconti esemplificativi.
Il tono, lo si capisce subito, è finto-scientifico e molto divertito. D’altronde “non ci resta che ridere”, visto che tutti siamo vittime del gioco dell’amore.

Dove sta Belzebù nel paradiso artificiale di Claudia Piñeiro?

Le vedove del giovedì
di Claudia Piñeiro
Feltrinelli, 2015

Traduzione di Michela Finassi Parolo
 
pp. 256
€ 15,00 cartaceo



Una rete perimetrale e alberi, guardiani ai cancelli, una tessera per gli abitanti e permessi scritti per gli ospiti. Ad Altos de la Cascada tutto deve essere sotto controllo e impeccabile, persino i bidoni della spazzatura resi inattaccabili dai randagi. La vita viene consumata al "giusto" prezzo, con le "giuste" dosi di snobismo, razzismo, pettegolezzo, sport, affari. Persino i profumi nell'aria sono regolati da quanti gelsomini piantare nelle stagioni calde, e i colori devono essere omogenei, non stonare con le ville dei vicini, prima o poi comparse su una rivista d'architettura.
Una cosa sola stona, invece, in questo quadro da paradiso artificiale a poca distanza da Buenos Aires: quel che avviene oltre le porte di casa, e in piscina, dove nessuno (o quasi) può vedere. Il romanzo si apre con tre corpi, trovati dalla padrona di casa, dopo uno dei classici incontri tra mariti, il giovedì sera. Le "vedove del giovedì", chiamate così ironicamente ma con un tocco di inquietante premonizione, non hanno idea di cosa accada in quella serata: semplicemente, vedono rientrare i mariti sbronzi, felici, pronti a un nuovo giovedì. 

#CritiMusica - Chopin da ascoltare, leggere e guardare. A tutte le età

Improvviso scherzo notturno. Un viaggio nella musica di Fryderyk Chopin
di Matteo Corradini
illustrazioni di Pia Valentinis
Rueballu  (collana Jeunesse ottopiù), 2015

pp. 128
20 euro

Improvviso scherzo notturno. Il titolo gioca sui componimenti del grande Chopin, ma il libro è molto più di un divertissement per ragazzi. È un’opera elegante e piena di spunti interessanti, intrisa di musica e mistero. Il tutto confezionato splendidamente, in un volume ricco di colori e incantevoli illustrazioni, dove ogni pagina è un piccolo capolavoro.

Si tratta di un racconto che evoca le atmosfere di ETA Hoffmann ma scritto e ambientato ai giorni nostri. Un camionista, appassionato musicofilo, sta trasportando un pianoforte. Ben presto si rende conto di avere un clandestino a bordo: un tale che dice di chiamarsi Fryderyk, che suona divinamente e pare venire da un altro mondo. L’epilogo è, come tutto il libro, misterioso e divertente.
Mi sveglio ma non sto sognando, non sto sognando ma sento bene che qualcuno suona. Spengo la radio senza pensare che non l’avevo accesa, tanto che a schiacciarla lei s’accende e parla di previsioni del tempo. La spengo sul serio. Ci vuole silenzio: suona. Il pianoforte suona. D’accordo, è quello che ogni pianoforte deve fare e anzi deve farlo bene, ma un pianoforte imballato e stretto con le cinghie in un container vuoto non deve suonare, neanche per sbaglio. (p. 24)

#CriticaLibera: Luigi Mario (Engaku Taino), "Lo Zen e l'arte di scalare le montagne"

 

Lo Zen e l'arte di scalare le montagne
di Luigi Mario (Engaku Taino)

Monterosa Edizioni, 2015

pagine 243







Invecchiando dovrei sentire più freddo e invece talvolta vado al Gran Sasso e sulle Alpi in pantaloni corti, e se sono lunghi sono leggeri, di cotone. Sopra basta una maglietta pure di cotone e, quando sembra che il tempo debba cambiare, un'altra maglia. Invece quegli anni, ovunque s'andasse e in qualunque stagione, c'erano i calzoni alla zuava di lana o di velluto, i calzettoni al ginocchio e ovviamente gli scarponi. Sopra una maglia di lana a carne, la camicia di flanella, il maglione, e naturalmente una giacca, almeno nello zaino.

In queste poche parole si trova un compendio esemplare di quello che è stata l'evoluzione dell'alpinismo negli ultimi cinquant'anni, sviluppatosi da impresa titanica e pionieristica a sport tecnico-tecnologico alla portata di (quasi) tutti.

Lo Zen e l'arte di scalare le montagne di Luigi Mario ripercorre la storia dell'arrampicata in Italia dagli anni Cinquanta ai giorni nostri attraverso la vita dell'autore stesso, personaggio singolare che nulla condivide con gli stereotipi che caratterizzano gli scalatori, soprattutto quelli particolarmente noti al grande pubblico e vezzeggiati dai media di settore.
Luigi Mario è un alpinista inconsueto a partire dalle origini: non ha un nome teutonico corazzato da un surplus di consonanti e non nasce in Val Bognanco o sulle Dolomiti bensì a Roma, lontanissimo da quelle vette che su di lui eserciteranno un'attrazione irresistibile fin dagli anni dell'adolescenza.