Angelopolis: continua la millenaria lotta tra umani e Nefilim

La città degli angeli. Angelopolis
di Danielle Trussoni
Editrice Nord, 2013




I miei sensi sono cambiati, tutte le percezioni sono più forti e più intense. Il cibo e l’acqua non mi servono più come prima…ma non ho nessuno dei desideri dei Nefilim. Sarò anche diversa fisicamente, ma dentro sono rimasta la stessa. Il mio spirito non è cambiato.
Sono passati dieci anni dagli eventi straordinari narrati in Angelology, primo volume della serie creata da Danielle Trussoni: la vita ordinata della giovane novizia Evangeline è stata sconvolta dalle rivelazioni sulla propria famiglia e dalla scoperta di creature bibliche la cui esistenza si intreccia e si scontra con quella degli esseri umani; e dalla relazione tra umani ed angeli caduti era nata, moltissimi secoli fa, una stirpe di creature tanto affascinanti quanto pericolose, i Nefilim, esseri crudeli e privi di alcuna umanità. Nella spietata lotta per conquistare il potere, queste creature sono ostacolate da una fitta rete di angelologi, un corpo segreto che opera nell’ombra su scala internazionale e che combatte contro la brama di potere dei Nefilim. Nel magistrale intreccio di fantasy, thriller e romanzo storico, la scrittrice americana – ma europea d’adozione- aveva saputo intrecciare una storia appassionante, accolta con calore da pubblico e critica e acclamato dal Times come uno dei migliori romanzi del 2010. Citazioni bibliche e letterarie, un universo di simbologie e documenti abilmente piegati ai fini della storia, l’eterna appassionante lotta tra bene e male: sono questi gli elementi principali che hanno decretato il successo del romanzo della Trussoni, elevandolo dal mediocre mondo del genere young adult cui avrebbe potuto appartenere. Con questo secondo volume, Angelopolis, uscito in italiano per la prima volta nel 2013 edito da Nord, il miracolo non si compie fino in fondo, nonostante le interessanti premesse.
Manca innanzitutto quella capacità di creare suspense che avevamo trovato nel primo volume, ma soprattutto lo straordinario apparato documentario che l’autrice usava al fine di fornire una solida, verosimile base storica alla sua storia e che era appunto uno dei punti di forza di Angelology; la rilettura di passi dell’Antico Testamento, di vecchi miti, diari e documenti piegati ai fini della trama hanno reso il primo romanzo qualcosa di straordinario rispetto a quanto accade invece in questa sua prosecuzione. Era un universo di simboli e misteri disegnato con mano esperta e capace di rendere una materia già di per sé affascinante e misteriosa ancora più intrigante. Il risvolto sentimentale della storia personale di Evangeline e dell’angelologo restava giustamente rilegato sullo sfondo, mentre la scoperta di un mondo in cui creature bibliche si muovono tra noi e interagiscono con gli esseri umani e tutte le conseguenze che questo comporta, rimaneva di fatto il centro della storia, intorno al quale interrogarsi su teologia, sentimenti, identità, famiglia. Dalle parole sulla caduta di Lucifero, l’angelo prediletto, nelle Sacre Scritture o nel Paradise Lost di Milton, l’autrice aveva estratto l’ispirazione per la propria storia e la fantasia si legava perfettamente alla base teologico letteraria. Ma in Angelopolis l’incanto è in parte spezzato e ciò che aveva reso speciale il romanzo precedente viene ora offuscato da difetti che non si riescono a perdonare ad un’autrice che ci aveva stregato con le sue promesse d’esordio: personaggi psicologicamente piatti, suspense inesistente, scarne citazioni bibliche o letterarie, esubero di miti, sentimentalismo esasperante.. Un’occasione mancata insomma. E dire che anche in questo caso la trama avrebbe potuto costituire un interessante punto di partenza: la lotta tra Nefilim e angelologi si combatte senza tregua in ogni angolo del mondo e mentre i segreti della famiglia Valko nascondono “insospettabili” legami con una delle più antiche famiglie angeliche, la natura di Evangeline si rivela sempre più straordinaria, fuori dal comune, e la sua stessa esistenza un pericolo; tra Parigi e San Pietroburgo, fino agli angoli della remota Siberia, gli angelologi si affannano alla ricerca dell’arma capace di distruggere per sempre la razza nemica, mentre scoperte sempre più sorprendenti infittiscono la storia dell’epocale guerra tra umani e Nefilim in procinto di combattersi. L’amore, la fede nella causa che si è scelta, scienza, religione, storia, etica: tutto si intreccia e si confonde mentre si va delineando il ruolo cruciale di Evangeline nella guerra millenaria che vede schierati umani e creature angeliche. La straordinarietà della sua natura la rende nemico ed alleato insieme, la forza e il potere che è in lei la avvicina alle creature sue simili ma l’umanità dei propri sentimenti la lega ancora alla razza cui per buona parte della sua esistenza ha creduto di fare parte. Alla fine del primo romanzo infatti, la novizia Evangeline sconvolta dai segreti di famiglia tanto a lungo celati, sprigionava la propria reale natura di creatura angelica, sentimenti ed emozioni umane provate fino a quel momento si intrecciano al potere della propria specie, quella stessa che Verlaine e gli angelologi come lui combattono da tutta la vita. Nel nome del sentimento che li lega l’uomo aveva taciuto la reale natura di Evangeline:
Non aveva fatto parola con nessuno, né con gli angelologi che avevano partecipato alla missione di New York, né con le persone che gli avevano convalidato i corsi presso l’Accademia. La vera identità di Evangeline era rimasto un segreto noto a lui soltanto, e il suo silenzio lo aveva reso complice nell’inganno e lo faceva sentire come un traditore. Aveva mentito a tutti.
E se gli angelologi per molto tempo hanno cercato di creare un veleno capace di indebolire le creature angeliche, i Nefilim sono intenzionati a diventare la razza dominante e vincere una volta per tutte l’eterna lotta contro l’uomo.
»Stiamo recuperando ciò che abbiamo perduto nel Diluvio, quattromila anni fa: la purezza della nostra razza, compromessa da generazioni di incroci con quella umana. Ricreeremo la specie originaria dei Nefilim». […] «Volete ricostruire il paradiso» Percival sorrise e scosse la testa. «Il giardino dell’Eden era stato creato per gli esseri umani. Angelopolis è per gli angeli, esseri puri, come non se ne vedono dalla creazione»
In questa millenaria lotta tra razze, lo scontro tra umani e Nefilim si fa sempre più crudele ed entrambe le parti si macchiano di meschinità e violenze ugualmente ingiustificabili nel nome della supremazia. Pagina dopo pagina si infittisce lo schema costruito dalla Trussoni, e scopriamo un mondo in cui le esistenze di umani e creature angeliche sono da sempre insospettabilmente intrecciate e alcuni tra i protagonisti della storia del Novecento appartengono alla stirpe angelica; i confini tra bene e male spesso si fanno labili, di fronte alla violenza che scaturisce dall’uno e dall’altra parte con armi differenti ma forse con pari crudeltà; amici e nemici si confondono e i sentimenti si fanno più difficili da comprendere, mentre la curiosità per i misteri del mondo può portare a scoperte molto pericolose. E l’universo si popola di creature sempre più straordinarie: un arcangelo nato da un uovo, figlio del più potente tra gli arcangeli e una madre Nefilim, che in sé riunisce glorificati e dannati; una creatura fuori dal comune che innamoratosi di un’umana saprà generare un essere ancora più speciale, una stirpe divina dallo straordinario potere. Mentre le ascendenze di famiglie umane e angeliche si intrecciano sempre più, gli angelologi affrontano ogni pericolo disseminato lungo la loro strada per mettere insieme tutti i pezzi del puzzle che potrebbe rivelare loro l’arma finale per combattere la battaglia contro il nemico; un’ostinata ricerca che li porta in angoli remoti, di fronte a scoperte davvero sconcertanti, personaggi misteriosi e antichissimi reperti dal potere eccezionale. Una narrazione assai meno potente del primo capitolo di questa saga, soffocata da un intreccio a tratti confuso e disarticolato, in cui non mancano buoni spunti su cui sarebbe valsa la pena soffermarsi: interrogativi sull’etica e la scienza che restano solo un accenno di fondo, le giustificazioni del male, i capitoli oscuri delle Sacre Scritture cui la teologia non ha dato ancora risposte definitive, brama di potere, desiderio di conoscenza e limiti entro cui restare. Ci si aspettava molto di più da questa seconda prova della Trussoni, che seppur riesce anche in questo caso a scongiurare il rischio di un romanzo young adult destinato ad un pubblico adolescenziale affamato di emozioni soprannaturali di facile consumo, non riesce nemmeno però ad eguagliare il primo capitolo della saga; restano tuttavia molto interessanti i già citati intrecci con la storia del Novecento che hanno visto le creature angeliche muoversi tra famiglie reali, stanze del potere ed eventi internazionali; quell’elemento spirituale però che tanto aveva affascinato nel primo libro viene qui purtroppo quasi del tutto soppiantato dalla sterile scienza con cui sia umani che creature giocano a fare Dio e non basta la scoperta di un magnifico giardino di piante antidiluviane o la malinconica figura di un Vigilante nella sua luce bianca a ricreare quell’aura di mistico fascino su cui la Trussoni aveva saputo immaginare l’universo di Angelology. Alle pagine dell’Antico Testamento e alle meravigliose descrizioni di angeli caduti e guardiani innamorati si sono sostituiti sterili laboratori nella fredda Siberia, esperimenti e tortura. Milton è una citazione fuggevole, il paradiso ahimè ormai definitivamente perduto.