#CritiCOMICS: Ultimate Spider-Man, da un grande potere derivano grandi responsabilità

Ultimate Spider-Man
Testi: Brian Michael Bendis
Disegni: Mark Bagley, Stuart Immonen, Mark Brooks, David Lafuente
Editore: Marvel Comics – Ultimate Marvel
Editore it.: Panini Comics
Numero Albi Italiani: 71
Prezzo (per albo): 2,50 €

Senza ombra di dubbio tutti hanno almeno sentito nominare l'Uomo-Ragno, se non altro per la famosissima canzone degli 883. Da piccolo mi capitava di ascoltarla spesso, praticamente per un certo periodo in radio non passava altro, tuttavia non avevo la più pallida idea di chi o cosa fosse questo “Uomo-Ragno”, sapevo solo che evidentemente aveva fatto qualche sgarbo a una o più industrie di caffè.
Solo anni dopo avrei scoperto che Max Pezzali aveva dedicato una delle sue canzoni ad uno dei super-eroi Marvel più famosi di tutti i tempi: Spider-Man!
Il personaggio vede i suoi albori nel 1963, concepito dalla mente di Stan Lee e disegnato dalla mano di Steve Ditko, ringraziando Jack Kirby per il concept-design del suo costume. Debutta su Amazing Fantasy n°15 e prosegue le sue avventure sulla testata a lui dedicata: Amazing Spider-Man.
Ma chi c'è dietro la maschera di questo eroe rosso-blu che si arrampica sui grattacieli di New York City? Sarà un mutante? Un alieno? Un pazzo con indosso un costume ridicolo?
Niente di tutto ciò, Spider-Man è semplicemente Peter Parker, uno studente agli ultimi anni del liceo che ha avuto la (s)fortuna di essere stato morso da un ragno radioattivo. Grazie al morso del suddetto ragno Peter acquisisce la forza e l'agilità proporzionale di un aracnide, il suo senso di ragno (una specie di sesto senso che lo avverte dei pericoli imminenti) e la capacità di aderire alle superfici. Peter è uno studente intelligente e geniale, ed è proprio grazie al suo ingegno che crea i bracciali lancia-ragnatele che gli permettono di spruzzare una ragnatela sintetica che ha le funzioni principali di aiutarlo a svolazzare tra i grattacieli e accecare o immobilizzare i suoi nemici.
L'eroe ha avuto così tanto successo da diventare in poco tempo uno dei personaggi più amati della Marvel Comics, e ancora oggi cavalca la cresta dell'onda con tre film a vederlo protagonista e un quarto di prossima uscita, senza contare le varie testate a fumetti dove prosegue le sue peripezie, i cartoni animati e il merchandising vario a lui dedicato. La domanda è: dove risiede il motivo del successo e della popolarità di Spider-Man?
Riflettendo un attimo la risposta non è così difficile da trovare. Stan Lee crea un personaggio giovane, adolescente, con una vita problematica come quella della maggior parte degli adolescenti che leggeranno le sue avventure. Peter è orfano di entrambi i genitori, vive con gli zii che lo coccolano e lo proteggono, è un ragazzo intelligente e ha dei voti alti a scuola, motivo per il quale i suoi compagni di classe lo prendono in giro rendendolo il ragazzo più impopolare del quartiere.
Stan Lee pensa bene di attribuire a lui dei super poteri, non a Flash Thompson, il bello della scuola, che ha soldi, popolarità e ragazze in abbondanza.
In un pensiero lineare dedurremmo che i super-poteri renderanno al povero Peter Parker la vita molto più facile di prima. Grande errore. La vita di Peter, se prima era piuttosto problematica, adesso diventa per lui totalmente ingestibile.
Approfittando dei suoi poteri Peter pensa bene di racimolare qualche soldo combattendo in alcuni incontri di Wrestling, si procura il suo primo costume e comincia a vincere alcuni incontri e guadagnare un po' di dollari per contribuire alle spese degli zii. Una sera, mentre stava per tornare a casa dopo un combattimento in arena, un ladro corre verso la sua direzione inseguito dalla persona che il malvivente aveva appena derubato. L'uomo implora Peter di fermare il ladro, ma il ragazzo si scansa lasciando passare inerme il borseggiatore e risponde all'uomo asserendo che quello non era un problema suo.
Alcuni giorni dopo, rincasando, Peter scopre che il suo amato zio Ben è stato ucciso in casa da un rapinatore. Addolorato e furioso, il ragazzo indossa il suo costume da Uomo-Ragno e si fionda alla caccia del fuorilegge, infine lo trova solo per scoprire che si trattava dello stesso ladro che pochi giorni prima si era rifiutato di fermare. Da quel momento Peter, con in mente le parole del deceduto zio Ben: “
da un grande potere derivano grandi responsabilità”, si dedicherà a mantenere l'ordine e la giustizia nelle strade di New York, ritirandosi per sempre dal mondo dello spettacolo.
Questo evento mette in moto proprio quel senso di giustizia e responsabilità che caratterizzeranno il personaggio per tutto il suo arco vitale. Altre prerogative di Peter, che lo hanno reso così benvoluto agli occhi dei lettori sono la sua semplicità e spontaneità, accompagnate dal senso dell'umorismo tipico dell'Uomo-Ragno che più di una volta strappa il sorriso durante la lettura delle sue peripezie.
Tuttavia ciò che lo contraddistingue dal resto dei super-eroi sono appunto i suoi super-problemi.
Avere la febbre o la spalla slogata sono problemi che possono compromettere la giornata di un uomo normale, ma Spider-Man non può permettersi di rimanere a letto mentre i criminali scorrazzano per New York, in questo modo per Peter, la febbre diventa un super-problema, visto che non è il massimo combattere con il mal di testa e il naso che cola. Tutto ciò ha contribuito a rendere possibile l'identificazione con il personaggio di Peter anche da parte dei ragazzi normali, che, anche se pur parzialmente, condividono con lui problemi, paure ed emozioni.
La formula dei “super-eroi con super-problemi” ha dimostrato la sua efficacia in svariate occasioni: gli X-Men, i Fantastici 4 e Hulk sono alcuni degli esempi di come essere straordinari e diversi significhi spesso avere molti più problemi rispetto ad una persona normale. Si può dire che Stan Lee con questa sua trovata abbia re-inventato il genere super-eroistico.
Dopo questo breve excursus nella storia dell'“arrampicamuri” per eccellenza veniamo alla sua versione Ultimate.
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Che differenza c'è tra Spider-Man e Ultimate Spider-Man?
Come già accennato nell'introduzione a CritiCOMICS, l'universo Marvel è in realtà un
Multiverso, termine che indica l'esistenza di più universi paralleli e alternativi all'interno dell'immaginario Marvel. L'Uomo-Ragno del 1963 si muove all'interno dell' Universo Classico, detto anche Continuity e indicato specificatamente con il nome di Terra-616. Notando che i nuovi lettori avevano non poche difficoltà a seguire gli eventi avvenuti in quaranta anni di Continuity, la Marvel decide di creare un nuovo universo inaugurandolo nell'ottobre del 2000 con Ultimate Spider-Man, la prima testata ad introdurre il neonato universo parallelo. Il nuovo universo, Universo Ultimate o Terra-1610, presenta alcune differenze di rilievo con la sua controparte classica, studiate appositamente per adattare i super-eroi degli anni sessanta al nuovo millennio.
Nello specifico Peter Parker è stato riportato alle sue origini ed è quindi nuovamente uno studente liceale di quindici anni, quindi leggermente più giovane anche del Peter Parker classico all'inizio della sua carriera come Uomo-Ragno. Inoltre il ragno che lo morde non è più “radioattivo”, bensì geneticamente modificato e infine il Peter dell'universo Ultimate lavora sempre al Daily Bugle, ma non come fotografo, come nell'universo Classico, ma come webmaster della versione digitale del giornale newyorkese.
L'Uomo-Ragno è stato insomma un po' rispolverato e ritoccato qua e là per inserirsi al meglio nel XI secolo, mantenendo comunque tutte quelle peculiarità che lo hanno reso una celebrità nel mondo dei comics.

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Venendo al lato tecnico, dal punto di vista visivo le tavole sono di grande impatto e mettono in risalto le doti artistiche dei disegnatori che si sono susseguiti per tutta la durata della serie, e gli intrecci narrativi sono davvero degni di nota. L'anatomia del super-eroe è stata un po' modificata, è infatti più basso e magro dello Spider-Man classico e testa e mani sono leggermente più grosse del normale, per dare un'impressione globale più “ragnesca” e adolescenziale.
Ma ciò su cui punta Ultimate Spider-Man (USM da ora in poi) è il coinvolgimento del lettore, e ci riesce in maniera superba. Peter è umano sotto tutti i punti di vista e chi avesse dimenticato cosa significhi avere 15 anni e non essere popolari al liceo, nelle prime pagine di questo fumetto ritroverà gran parte dei suoi ricordi. Le reazioni e le relazioni dei vari personaggi sono molto credibili e mai fuori luogo o assurde e viene prestata grande attenzione alla vita quotidiana di Peter, i suoi problemi a casa, a scuola, con le ragazze, al lavoro. Il giovane protagonista è caratterizzato a trecentosessanta gradi, il lettore imparerà a conoscerlo a fondo, sotto ogni sua sfumatura di carattere, e questo processo sarà tutt'altro che difficile grazie alle didascalie che riportano i pensieri di Peter in prima persona, i quali permettono di "leggere" i suoi pensieri, che spesso fungono da voce narrante nelle sue avventure.
Molto convincenti i dialoghi e letteralmente mozzafiato la resa di New York City nelle tavole di USM. Il realismo delle ambientazioni urbane è infatti una caratteristica su cui i comics di casa Marvel hanno sempre puntato molto poiché incrementano ancora di più l'immersione e l'immedesimazione del lettore all'interno delle pagine illustrate.

Volendo cercare un tema portante in USM, lo si può trovare nella “corsa all'essere speciali”. Molti dei nemici che Peter sarà costretto ad affrontare sono “aberrazioni” risultanti da un qualche esperimento sull'uomo che per un motivo o per un altro è finito male portando alla creazione di un mostro. La particolarità dei villain in USM è che spesso essi  si sono resi da soli dei mostri, nel tentativo di diventare qualcosa in più di ciò che erano prima, rinunciando in molti casi alla loro stessa umanità. Come Peter stesso afferma, ai suoi occhi è come se tutto il mondo fosse impazzito nel tentativo di ogni persona di mostrarsi più di ciò che è in realtà. Nel voler essere più di ciò che è. In definitiva è questa brama di potere, il desiderio di erigersi al di sopra del comune essere umano che dà origine a gran parte dei nemici di Peter. Scavando più a fondo possiamo capire che il desiderio di essere speciale deriva da un'insoddisfazione di fondo, insita nell'uomo odierno. L'insoddisfazione può essere causata dalla frustrazione derivante dalla mancanza di denaro, dall'invidia della popolarità altrui, dalla perdita di una persona molto cara e così via. Peter dovrà fronteggiare in ultima analisi l'invidia, la cupidigia e la frustrazione umana, che con una potente metafora visiva deformano l'essere umano per tramutarlo in qualcosa di mostruoso e fondamentalmente malvagio.

Non provo alcuna difficoltà a definire USM un “comics di formazione” poiché Peter non ha nulla da invidiare ai protagonisti dei romanzi di formazione, anzi forse loro possono invidiargli un costume che non va fuori moda dagli anni sessanta, una vita movimentata, e un simpaticissimo senso dell'umorismo.
Un comics da leggere e rileggere, capace di far venire le vertigini e di volteggiare con la fantasia tra gli altissimi palazzi di New York.  

A. Dario Greco