"Crocevia della notte", l'esordio fantasy all'italiana di Luca Tognocchi

Crocevia della notte
di Luca Tognocchi
D Editore, maggio 2025
 
pp. 160
€ 16 (cartaceo)

Un idillio è davvero perduto solo quando è lontano abbastanza. Non che Calcata e la campagna maremmana siano così distanti, ma a Gabriele quei pochi giorni di viaggio sono parsi un’eternità. (p. 13)

Spade magiche, trasformazioni druidiche, atti di necromanzia, ma anche un mistero da risolvere, una setta di cultisti e il risveglio di un signore oscuro: questi sono gli ingredienti del romanzo desordio di Luca Tognocchi, un fantasy il quale, anziché essere ambientato in un mondo inventato, si svolge in piena Toscana, fra Capalbio e il vicino Borgodisotto. La storia che Tognocchi ha creato segue il classico filone fantasy ispirato, come l’autore stesso afferma nei ringraziamenti, dal più famoso dei giochi di ruolo, Dungeons & Dragons: Gabriele, un mezzelfo novizio di uno dei culti che il pantheon alternativo di questa Italia fantasy prevede, arriva in città in compagnia di un halfling di nome Dolceruscello; presto si imbatte nella giovane druida Giuditta e infine nel mercenario saraceno Nadir. La compagnia, composta da personaggi con caratteri e temperamenti diversi tanto quanto i loro obiettivi personali, fatica a decollare ma con il tempo, grazie anche alle avversità che devono affrontare, il gruppo si fa coeso. Alla fine della storia – che parte un poco in sordina per poi svilupparsi in un crescendo intrigante intriso di combattimenti –, proprio là dove ci si aspetta il finale, Tognocchi stupisce gettando le fondamenta per un nuovo inizio.

La trama, si diceva, è classica ma avvincente e riserva i giusti colpi di scena. La costruzione del mondo, che nei romanzi fantasy assorbe tanta parte della scrittura – si pensi, per fare solo due esempi, a quanto estesa sia la Terra di Mezzo di Tolkien, che è poi solo una parte del continente di Arda; o a quante pagine ha speso Martin per raccontarci la storia e la geografia di Westeros –, qui è ridotta all’essenziale perché il mondo abitato da Gabriele e dagli altri è il nostro mondo: oltre alla campagna del Granducato di Toscana troviamo le terre dello Stato Pontificio e la Repubblica di Venezia, mentre qualcun altro viene dalla lontana e quasi esotica Sicilia. Possiamo immaginare dunque unItalia fra Medioevo e Rinascimento, nella quale convivono le meraviglie della tecnologia e l’austerità dell’Inquisizione. Se però l’ambientazione è facilmente riconducibile e dunque non vi è necessità di soffermarcisi troppo, sarebbe invece stato interessante approfondire il contesto storico e le differenze fra la nostra Italia e quella fantasy immaginata da Tognocchi. Per citare solo un’occasione in parte mancata: si nominano diverse chieste e molteplici culti – oltre alla Chiesa del Padre, riconducibile alla Chiesa cattolica, vi sono la Chiesa della Madre e quella della Sorella, e divinità o presunte tali come l’Avversario e la Bestia – che però non vengono approfonditi e che invece, da lettori di un romanzo fantasy così sui generis, sarebbe stato interessante indagare con maggiore cura. Confidiamo, nel caso di un sequel che appare probabile, che questo aspetto venga sviscerato in maniera opportuna.

La scrittura di Tognocchi è evocativa, i dialoghi realistici e i combattimenti interessanti anche se appena intaccati da un’ombra di confusione su chi stia effettivamente lanciando l’incantesimo o sferrando l’attacco – complice forse il meccanismo a turni del gioco originario, che non aiuta quando si devono narrare eventi concitati che avvengono in contemporanea. Qua e là si notano inoltre passaggi poco puliti o elementi ridondanti (un solo esempio per non essere pedanti: «L’oggetto è avvolto in cima da strani oggetti», p. 128) che in ogni caso non pregiudicano la godibilità di un testo comunque coraggioso e originale, in grado di catturare l’attenzione di chi è appassionato del genere fantasy.

Come anticipato, attendiamo dunque di vedere i prossimi passi della compagnia appena creata. Confidiamo di leggere a breve il seguito della storia, magari con un testo più corposo che sappia coniugare leggerezza di scrittura e approfondimento narrativo.
 

David Valentini