La fascetta dallo sfondo giallo con la dicitura rossa "il giallo dell'ombrellone" che avvolge il romanzo di esordio di Valentina Barzago, oltre a essere indubbiamente veritiera, comunica lo spirito della trama di questo giallo ambientato nello stabilimento balneare "Bagni L'Ultima Spiaggia di Varazze", luogo ideale e scenografico per inscenare lo svelamento di un cold case dimenticato per quasi diciott'anni.
Dondola abbandonata nella brezza marina, appeso al raggio di un ombrellone, un piccolo pupazzo a uncinetto rosso con gli occhietti neri come liquirizia: una medusa, l'oggetto più prezioso per Mattia Vusso, falciato e ucciso in strada da un auto. Dopo tutti quegli anni, quando ormai nessuno si ricordava della tragedia dei Vusso, sotto l'ombrellone di Fortuna Fatali appare l'oggetto scomparso all'epoca dei fatti, anzi, motivo apparente della morte del bimbo; quel giorno attraversò la strada proprio per cercare la medusa. Disgrazia nella disgrazia, perché, appena qualche giorno dopo, anche la mamma di Mattia scompare improvvisamente.
Fortuna Fatali è figlia di Oscar e della irreprensibile Fiona, genitori divorziati già da diverso tempo, con un matrimonio alle spalle tormentato e burrascoso. Oscar è il proprietario dello stabilimento balneare in cui da anni, dalla acquisizione e dal conseguente suo cambio di vita e di città, Fortuna passa le sue estati in compagnia del fratello più grande Fausto. Fortuna, dopo una laurea in giurisprudenza, gestisce insieme alla madre un'agenzia di investigazioni il cui core business è quello dello spionaggio aziendale e della ricerca di mariti e mogli fedifraghi; sarebbe anche un lavoro interessante e gratificante per Fortuna, se non fosse così pressante la figura materna, fonte di critiche e metafora di un giogo mai allentato.
Del resto sono o non sono la perfetta incarnazione della millennial? Trentaquattro anni suonati, single dopo una relazione tanto lunga quanto inutile, un'ottima istruzione e due master, e dipendente fino al midollo da mia madre, che non fa altro che farmi notare che lei, alla mia età, era magistrato, sposata e con due figli, e quelli della mia generazione non hanno la tigna. (p. 20)
Geremia è il bagnino de L'Ultima Spiaggia, più di un amico per Fortuna e, molti anni prima, all'età di sedici anni, lei se ne innamorò, ma non era una banale cotta estiva per un dipendente del padre, visto che dopo tutti quegli anni Fortuna ancora è in difficoltà a relazionarsi con lui, il fascino che esercita su di lei è evidente e palpabile.
Di fianco a me Geremia, il ragazzo che sogno da una vita. Beve sereno, con il suo tipico sguardo che sorride anche se non muove le labbra. La camicia di lino gli cade giusta, e le maniche arrotolate sugli avambracci mi ricordano di quel nostro appuntamento al porto. (p. 312)
Geremia nel corso della narrazione diventa il "Watson" di Fortuna, una spalla, un complice, ma non solo, il bagnino amico di una vita aiuta la protagonista; la peculiarità di questo fresco giallo, è la coralità. I personaggi sono tanti, tutti gli ospiti del Bagno L'Ultima Spiaggia, un carosello di vivacità, di caratteri eccentrici che grazie al semplice pettegolezzo conducono Fortuna a collegare ogni tessera di un puzzle scomposto e disordinato da tempo.
All'inizio del romanzo si può trovare il foglio prenotazioni e assegnazione degli ombrelloni dello stabilimento di Oscar. Ognuno di noi ha nel proprio immaginario quel foglio dei proprietari dei bagni, stropicciato, unto magari dall'olio della focaccia e dei bomboloni, evidenziato e corretto con i numeri delle cabine e delle sdraio, con i nomi dei villeggianti. Ecco, con la stessa impostazione, usando questa maniera originale, la scrittrice ci ha servito una mappa concettuale dei personaggi del romanzo, la loro posizione in spiaggia e con il loro passato, e il loro carattere, teniamo monitorato il loro ruolo in questo cold case da scoprire.
Il giallo è scritto con una prosa giovane, informale, ma attenta e sicura; parole e verbi della generazione zeta e alfa, come ad esempio friendzonare, caratterizzano la vivacità di Fortuna, rendendo il personaggio arioso e ironico.
La scenografia dell'ambientazione, come citato sopra, le quotidianità che si perpetuano in spiaggia, i comportamenti delle persone, quel groviglio di invidie e pettegolezzi degni di potersi inserire in un trattato di sociologia, quella piccola bolla di comunità che si crea nei bagni di tutti i nostri litorali, sono impeccabilmente mostrati da Valentina Barzago, rendendo questo romanzo non solo una lettura da ombrellone.
Qui è la casa al mare, qui è la passeggiata al porto dopo aver mangiato mezzo litorale ma fritto, qui è la seconda famiglia allargata. Tutto deve restare rassicurante, profumare di crema solare, di stracchino e di una calda nostalgia che verrà risanata ogni estate. (p. 24)
Caterina Incerti