L'orrore e il peccato: "Estasi americana" di CJ Leede

Estasi americana
di CJ Leede
traduzione di Gaja Cenciarelli
Mercurio Books, maggio 2025
 
pp. 512
€ 20 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)

Mi ritrovo sdraiata accanto a questo ragazzo, il ragazzo che appartiene al mondo in cui entrambi avevamo i genitori, leggevamo libri e andavamo a scuola senza mai pensare alla morte. (p. 277)

Estasi americana è il secondo libro dell’autrice statunitense CJ Leede, nonché il secondo tradotto dalla casa editrice Mercurio Books qui in Italia. Se nel primo ci troviamo dinnanzi a una versione al femminile di American Psycho – la protagonista Maeve conduce infatti una doppia vita: di giorno veste i panni di una principessa Disney all’interno di un parco divertimenti, di notte si diverte a torturare e mutilare persone –, in questa seconda opera Leede esplora il grande calderone dell’apocalittico e del post apocalittico, integrandolo però con tematiche di stampo religioso

L’occasione che dà il via all’azione è una mutazione del Covid – qui va una piccola lode all’autrice, che ha saputo reinventare un testo che, per sua ammissione, è stato scritto anni prima, quando ancora frequentava l’università – che, mescolato con la sifilide, genera una malattia mortale altamente trasmissibile, il cui principale sintomo è un’aggressività incontrollata che volge presto verso la mania sessuale. In sintesi, chi è colpito dal virus diviene uno zombie ossessionato dal bisogno di riprodurre una macabra messinscena di un atto sessuale.

All’interno di questo orrore troviamo Sophie, una sedicenne del Midwest cresciuta in seno a una famiglia ultracattolica, che, soprattutto dopo lo scandalo dato dal fratello Noah – di cui si sa poco fino a circa tre quarti della lettura – viene segregata in casa senza accesso al mondo esterno se non per la scuola e la biblioteca di quartiere. La sua clausura è pressoché totale, al punto che, quando scoppia l’epidemia, Sophie non è a conoscenza della gravità degli eventi. È solo quando il virus arriva fin dentro casa che la ragazzina è costretta, per cause di forza maggiore, a dover gestire una situazione ormai divenuta insostenibile.

Al di là degli aspetti tipicamente horror della faccenda – non mancano scene violentissime e strazianti, a tratti gore e splatter –, Estasi americana si concentra moltissimo sul tema della religione. Tante pagine – e di conseguenza tanto spazio, in termini quantitativi – sono dedicate al rapporto che Sophie e la sua famiglia intrattengono con il cattolicesimo. In passaggi più o meno didascalici, l’autrice, per bocca della sua protagonista, si sofferma sul peccato anche solo pensato, e su come l’intenzione, nel cattolicesimo più conservatore, sia già di per sé sufficiente per meritare l’inferno. L’atto – l’azione vera e propria – è infatti solo il colpo di coda di un peccato già meditato, già voluto e quindi desiderato. Se Dio è in ascolto, altresì lo è il diavolo tentatore. Questo tema si innesta all’interno della trama in maniera capillare, al punto che in più passaggi Sophie si convince che è colpa dei suoi pensieri impuri se l’epidemia è scoppiata, se la gente soffre e muore fra le strade di un’America ormai in preda al caos. Se a un lettore non religioso tali pensieri possono risultare assurdi, a tratti completamente sradicati dalla realtà, per chi è cresciuto con un modello religioso forte tali schemi di ragionamento possono invece essere familiari. L’apocalisse, d’altronde, è un concetto religioso.

Leede ha uno stile molto scorrevole, si fa leggere nonostante l’azione venga spesso interrotta da questi ragionamenti – che, c’è da dirlo, avvengono nei momenti di pausa, quelli cioè dedicati a curarsi le ferite e durante i quali i personaggi possono prendere fiato dopo una fuga e prima che gli eventi precipitino nuovamente. Alcuni passaggi risultano però forzati e macchiettistici, con lievi cadute di stile che possono far storcere il naso al lettore più navigato. Il pensiero di Sophie – una sedicenne cattolica, di conseguenza vergine e senza esperienza alcuna del mondo – è troppo immaturo per rendere bene l'atmosfera terrificante che una narrazione apocalittica dovrebbe avere. È come se tutto risultasse attenuato, quasi ingentilito dal cuore puro di Sophie. In altre parole: durante la fine del mondo, al lettore può interessare fino a un certo punto conoscere i dettagli sentimentali di una ragazzina.

Estasi americana è dunque un libro con qualche difetto ma pur sempre godibile. Se, oltre alla trama, ci dedichiamo al rapporto fra fede e peccato che Leede intende realmente affrontare, possiamo trarne una lettura godibile e con diversi spunti di riflessione. 

David Valentini