Con "L'ombra della solitudine" Paolo Roversi ci porta dentro la nuova indagine del giornalista Enrico Radeschi


L'ombra della solitudine
di Paolo Roversi
Marsilio, gennaio 2024

pp.224
€ 17 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)

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Il giornalista hacker Enrico Radeschi è di nuovo il protagonista di un giallo firmato da Paolo Roversi, che, in sella al suo Giallone, l’inseparabile Vespa gialla del ’74, si aggira per le vie di una Milano dall’aspetto oscuro e trasgressivo, alle prese con l’omicidio di una giovane donna e l’assalto a un furgone portavalori. 

La posta in gioco è molto alta, perché in entrambi i casi Radeschi conosce da vicino dettagli e persone coinvolte. Inoltre, a essere in pericolo sono gli affetti più cari; situazioni, luoghi ed episodi toccano le corde del cuore dell'hacker e anche del suo fidato amico. 


Il Danese è infatti a un punto di svolta per quanto riguarda le indagini sulla figlia, fino a ora creduta morta, e che invece, a quanto pare, potrebbe essere sopravvissuta a un attentato. L'uomo farà di tutto per capire come trovarla. Radeschi lo appoggia, nonostante i suoi guai personali e il dolore per una relazione intima con una donna dal passato tormentato, che porterà tutte le sue certezze a un punto morto.

Ultimo giorno di febbraio e il Danese è sempre concentrato sul suo dolore. Da parecchio, ormai. Da quando ha scoperto che la figlia, che credeva morta in un attentato, potrebbe essere viva. (p. 10)

Tra colpi di scena e nuove piste entra in gioco anche un nuovo personaggio: la giovane e sveglia Liz, hacker di nuova generazione, che entrerà in sintonia col giornalista, aiutandolo e sostenendolo, anche a costo di correre pericoli più grandi di lei.


Lo stile di Roversi è come sempre asciutto e ben riconoscibile. La sintassi è limpida, il gioco con il lettore ha un ritmo che cattura e, nonostante le avventure di Radeschi siano ormai una serie che con questo libro arriva alla doppia cifra, si può iniziare da uno qualunque dei suoi romanzi e non restare mai confusi. Ogni indagine fa gioco a sé e appassiona in egual misura.


Il romanzo è diviso in tre parti, ognuna costituita da capitoli brevi e intensi, in cui si alternano narratore interno, con Radeschi che racconta in prima persona impressioni e situazioni a lui vicine, e narratore esterno, che si concentra sulle indagini del vicequestore Sebastiani, con uomini e donne delle forze dell'ordine, come l'agente Carla Rivolta, proiettata verso il concorso da commissario, tutti ben descritti e quasi cesellati dentro la vicenda.


Il personaggio di Radeschi in questa nuova indagine appare tuttavia più maturo e si sofferma sulle cose con aria più malinconica, meno scanzonata. Le considerazioni su Milano rendono la città come un personaggio aggiunto e non come lo sfondo della vicenda, nonostante ci si sposti sempre all'interno di zone e quartieri, persino palazzi molto riconoscibili e ben connotati:

Milano è una città piena di sorprese, specie la notte, quando cammini e scopri locali di cui ignoravi l'esistenza perché di giorno tengono le serrande abbassate. (p. 161)

Questo, unitamente ad altre riflessioni sulle persone che fanno parte della nostra sfera più intima - che siano amici o compagni, amanti o coniugi -  e che non conosciamo mai abbastanza e all'omaggio ai nostri amici animali, con una parte finale dedicata al labrador Buk (cane "letterario" ma alter ego dell'amato Rimbaud), lasciano spazio anche a un lirismo più marcato, sapientemente dosato tra ironia e suspense, che affiora tra le pagine e dona spessore alla storia. Un giallo da leggere tutto d'un fiato, per gli amanti delle storie ben scritte e di cui vorresti subito conoscere il prossimo capitolo.


Samantha Viva